
Due iniziative distinte ma non separate, che hanno la freschezza di proposte inedite ma anche maturate nel vissuto diocesano di una unificazione delle pastorali in questione, come da consegna del vescovo Lorenzo Loppa, già dibattute nel Tavolo di Folgarida e poi sottolineate a più riprese in vari appuntamenti ecclesiali. Eccoci dunque alla proposta di un campo missionario in Etiopia e a quella del cammino di Santiago. Partiamo dall’esperienza africana, prevista dall’11 al 20 luglio prossimi. «Andremo – racconta don Luca – nella missione dove opera da qualche anno don Giuseppe Ghirelli, sacerdote fidei donum della nostra diocesi. Sarà lui a indicarci il lavoro da fare laggiù».
Accanto al lavoro materiale, ci saranno anche ampi spazi per la riflessione e la preghiera, in una terra che parla di Dio pur nelle sue asperità, pur nelle difficoltà di quella che è “terra di missione” non solo per un modo di dire. Una piccola grande esperienza missionaria, insomma, per tornare «missionari» anche nelle realtà di ogni giorno, nelle nostre parrocchie, nei movimenti e con i coetanei.
Nella seconda metà di agosto, invece, un altro gruppo di giovani muoverà, sempre dalla diocesi, per percorrere un lungo tratto – oltre un centinaio di chilometri – del Cammino di Santiago. «Lo faremo – anticipa don Maurizio che quelle lande ha già interamente percorse – in maniera essenziale, dormendo dove capita, nello spirito autentico dei pellegrini». Niente comodità, insomma, per vivere appieno il significato del cammino, per dare ad ogni passo il risalto e il significato che meritano. E anche da questo cammino, i giovani torneranno per ritrovarsi “pellegrini” sulle strade di ogni giorno, quelle che portano nei nostri paesi e contrade.