
Nella giornata inaugurale di sabato è stato il vescovo Lorenzo Loppa ad aprire i lavori e a tracciare il solco della riflessione: “Come Chiesa diocesana – ha detto il presule – siamo chiamati a unire la comunità cristiana al mondo della scuola, a sostenere e ad accompagnare i cristiani che lavorano nella scuola e servono la crescita degli uomini e delle donne di domani. Come Chiesa universale siamo chiamati a camminare con i giovani, in preparazione al Sinodo 2018”, ha ricordato il vescovo, aggiungendo che “come Chiesa italiana, l’invito è quello a educare alla vita buona del Vangelo, impegnandoci nella trasmissione della fede alle giovani generazioni”.
Rispetto al cammino della diocesi, Loppa ha rilevato che “abbiamo rimesso al centro del nostro interesse e del nostro impegno la scuola come tale e il rapporto della comunità cristiana con essa”. “L’intento – ha spiegato ancora il vescovo – è stato quello di riaccendere una passione nel cuore dei cristiani, qualificare di più la loro presenza nella scuola, senza nessuna velleità di proselitismo o di crociata, con un grande rispetto per le leggi e le dinamiche di un mondo che è uno scrigno di umanità, di vita, di relazioni. Desideriamo conoscere di più la scuola, con i suoi problemi e le sue ricchezze, con le sue fatiche e le sue risorse. Amare di più la scuola, stimarla di più, attivare una pastorale diocesana della scuola e dell’educazione più efficace è quello a cui dobbiamo tendere”.
Anche e soprattutto guardando al prossimo Sinodo dei vescovi sui giovani, Loppa ha osservato che “siamo chiamati a mettere in gioco noi stessi e le nostre capacità di andare verso il futuro senza disperare, ma in compagnia dei giovani. Dobbiamo provare con tutte le forze a trasformare le nostre comunità in luoghi a misura di giovani, in ambienti in cui essi possano sentire di più il respiro delle loro speranze”.
Da parte sua, don Filippo Morlacchi ha analizzato, con un linguaggio coinvolgente e contenuti altamente formativi, le molteplici dimensioni che caratterizzano il ruolo del docente di religione cattolica, dalla dimensione culturale a quella spirituale, dalla specifica identità disciplinare al senso di appartenenza alla comunità ecclesiale. In particolare, il relatore ha evidenziato il complesso ruolo dell’insegnante di religione cattolica – davanti ad un buon numero di questi docenti – chiamato a fare sintesi tra fede e cultura, ad essere, nelle tante relazioni nelle quali si coniuga la professione docente, un testimone credibile del Vangelo.
Nel secondo intervento, Ernesto Diaco ha evidenziato il prezioso e irrinunciabile contributo che la Chiesa può offrire al mondo della scuola attraverso le alleanze educative che si possono stabilire tra quello spazio formativo per le nuove generazioni, che è la scuola e le tante realtà ecclesiali che testimoniano l’Amore di Cristo per l’uomo. Dalla pastorale giovanile a quella familiare, dalla pastorale scolastica alle opere di carità, dal patrimonio storico a quello artistico, la Chiesa locale è per la scuola una fonte di risorse alla quale attingere per rendere l’attenzione alla persona dell’alunno una realtà, ha tenuto a rimarcare Diaco.