Stupenda, meravigliosa, fantastica. Rientrano tutti nella gamma del “bello”, che poi conduce alla sola Bellezza per cui valga la pena vivere, gli aggettivi che stanno usando i nostri giovani partecipanti alla Gmg per descrivere l’esperienza di Lisbona e l’incontro con Papa Francesco e i suoi inviti a darsi all’amore e con amore («Solo l’amore di Dio è gratis»). Ma anche l’amicizia con decine tra le centinaia di migliaia di giovani provenienti da tutto il mondo; ma anche l’amicizia rinsaldata tra già chi si conosceva e i nuovi legami stretti tra questi 53 giovani pellegrini provenienti dai posti più diversi delle diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. E le lunghe ore sul pullman, stancanti certo, ma sempre con il sorriso sul volto e il “pieno” fatto con le catechesi itineranti curate dai due don Francesco e dai seminaristi.
Abbiamo provato a seguirli a distanza e, soprattutto su alcuni social più in voga tra i giovani, anche passo passo, grazie alle foto, ai video, alle parole che ci hanno inviato strada facendo, attenti però a non disturbarli troppo e a non farli stare sempre “appiccicati” ai telefonini, in questa Gmg che è una esperienza di incontri, di volti, di persone guardate in faccia: tutte quelle “cose” autentiche che riempiono la vita, come spesso ama ripetere il nostro vescovo Ambrogio.
E di tante foto già pubblicate, abbiamo ora deciso di prenderne solo due, che però ci sembrano un po’ riassumere il senso di questo pellegrinaggio. E del pellegrinaggio della vita che questi giovani, possibilmente e auspicabilmente con accanto noi adulti, continueranno a fare. Nella prima foto questi ragazzi vanno incontro al sole, alla vita, uno accanto all’altro. Nella seconda foto, invece, alcuni di loro portano i cestini del pranzo a sacco anche per i loro amici: servizio e gratuità! E non importa se in queste due immagini non li vediamo in faccia: quello che conta è guardarsi nei cuori. E questi giovani “manutentori di sogni”, come ha ricordato il Papa, sanno farlo.
Più di qualcuno, anche un po’ polemicamente e ingiustamente, si è chiesto dove sono poi nelle chiese, sempre un po’ più vuote, questo milione e mezzo di ragazzi presenti a Lisbona, compresi i 65mila italiani. A ben vedere, e a contare meglio, sono nella vita delle parrocchie, nei movimenti, nelle associazioni, sotto il sole a preparare i Grest, nelle aule fredde d’inverno del catechismo. Proprio come i nostri “magnifici 53”: sulla strada, incontro al sole e alla vita; oppure a caricarsi i sacchi (le fatiche, le delusioni, ma anche le gioie e le speranze) dei loro amici.
di Igor Traboni