Nella chiesa Regina Pacis di Fiuggi il vescovo Ambrogio Spreafico ha presieduto, nel pomeriggio di venerdì 27 ottobre, la preghiera per la pace, secondo il desiderio espresso da Papa Francesco. Nel corso dell’omelia Spreafico, dopo aver ricordato l’esempio di Caino e Abele paradigma di come si può vivere amando o eliminando l’altro, ha ricordato che è importante vivere «riconoscendo il fratello: questa è l’unica possibilità di vivere a pieno la nostra ricchezza, anche la nostra individualità ma insieme agli altri. E invece, a furia di esaltare noi stessi, non accettiamo che gli altri siano nostri fratelli e sorelle. Domandiamoci anche noi: quanto il nostro fratello è poco fratello? Quanto i nostri amici sono poco amici? Così non si può vivere nel mondo!».
Il vescovo ha quindi proiettato il tutto nella drammatica realtà dei nostri giorni, dal conflitto in Ucraina alle decine di guerre dimenticate in ogni angolo del mondo perché nessuno ne parla, fino alla stretta attualità del Medio Oriente «perché se tu cominci a provare odio nel cuore, questo cresce e l’altro diventa un nemico, qualcuno da eliminare. Ed è quello che sta avvenendo in Terra Santa, dove è stato coltivato l’odio contro Israele. E oramai non fai più differenza se ci sono bambini, deboli, donne, perché vedi solo il nemico, non l’umanità o la presenza di Dio».
E allora, ha aggiunto in maniera accorata il vescovo di Anagni-Alatri, ognuno di noi può e deve fare la sua parte «iniziando da quello che ci chiede il Papa: pregare! Perché la preghiera è una forza! E pregando con fede rendiamo possibile l’impossibile. Dobbiamo pregare, sempre. E cominciare laddove ci troviamo, sentendoci fratelli e sorelle, perché se disprezzi l’altro non fai solo il suo male, ma anche il tuo. Noi siamo stati creati per vivere insieme, abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Chiediamo al Signore che ci renda uomini e donne di pace. Siamo chiamati a costruire un mondo di pace e fraternità ogni giorno, gettiamo un seme di pace laddove ci troviamo».
di Igor Traboni