Di Claudia Coladarci

Venerdì 15 luglio, alla presenza del vescovo della diocesi di Anagni-Alatri, monsignor Lorenzo Loppa, del Capitolo della Basilica Cattedrale, della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Frosinone e Latina e della CBC Conservazione Beni Culturali Società Cooperativa di Roma, è stato riaperto al pubblico l’Oratorio di San Thomas Becket, antico luogo di culto semi ipogeo custodito sotto il pavimento della Cattedrale.

L’Oratorio, dalla particolare conformazione che farebbe pensare a un suo precedente uso nell’ambito del culto pagano, fu completamente affrescato all’indomani della canonizzazione del santo inglese (1173) da una bottega di artisti anonimi. Usato in epoca moderna come cimitero per i canonici della cattedrale, ha subito, poco prima del Giubileo del 2000, un primo importante restauro diretto dal professor Alessandro Bianchi e realizzato dalla CBC di Roma.

Dopo venti anni, le particolari e sfavorevoli condizioni microclimatiche dell’ambiente e le importanti infiltrazioni che hanno interessato la parete di fondo, hanno reso necessario un nuovo intervento, lungo e meticoloso, che ci ha restituito un ciclo davvero straordinario per estensione, qualità e contenuti. Il lavoro è stato eseguito ancora una volta dalla CBC, sotto l’alta sorveglianza della Soprintendenza che ha finanziato e seguito in tutti questi mesi con particolare entusiasmo e con estrema professionalità il cantiere di restauro.

La soprintendente uscente, l’architetto Maria Grazia Filetici, e i funzionari, la dott.ssa Chiara Arrighi e il dott. Lorenzo Riccardi, hanno presentato in occasione dell’inaugurazione il lavoro svolto dalla CBC: senza indugiare in eccessivi tecnicismi, hanno spiegato ai presenti quali sono state le difficoltà e le sfide che hanno dovuto affrontare e in modo particolare le scelte messe in campo per restituire un ambiente quanto più possibile omogeneo a livello estetico, nonostante alcuni brani si conservino meglio di altri. Sono stati riportati finalmente alla luce dettagli, elementi decorativi, volti e iscrizioni che negli ultimi venti anni, ossia dall’ultimo restauro, erano stati progressivamente celati da uno spesso strato di sali che ricopriva l’intera superficie pittorica. Grazie al lavoro svolto, ora gli affreschi risultano essere di più facile lettura ed emergono il ciclo veterotestamentario, l’Agnello Mistico al centro della volta vicino l’altare, la parete di fondo con il Cristo in trono tra santi, l’iscrizione che identifica il santo titolare nella figura a destra di Gesù, i pochi brani superstiti del ciclo neotestamentario e gli elementi che appartengono al Giudizio della controfacciata. Davvero interessanti risultano essere i quattro episodi agiografici legati alla figura di san Thomas Becket, arcivescovo di Canterbury, ucciso all’interno della cattedrale inglese il 29 dicembre del 1170. Canonizzato solo tre anni dopo a Segni (RM) da papa Alessandro III, egli diventerà simbolo della continua lotta tra potere temporale e potere spirituale e il suo culto si diffonderà in tutto il Patrimonium Sancti Petri e oltre, a partire dalla consacrazione dell’Oratorio di Anagni, molto probabilmente primo importante edificio sacro dedicato all’arcivescovo. I suoi affreschi sono precedenti di qualche decennio rispetto a quelli che si trovano nell’adiacente Cripta di San Magno e rappresentano un tassello fondamentale nella comprensione dello sviluppo artistico nel Basso Lazio tra il XII e il XIII secolo.

Tale importante lavoro di restauro conclude una serie di interventi che la Soprintendenza ha finanziato e seguito negli ultimi anni all’interno del complesso della Cattedrale di Anagni, ossia il ripristino di circa 100 mq di pavimento cosmatesco, la sistemazione della Loggia delle Benedizioni e il restauro di due affreschi presenti nel Criptoportico, interventi realizzati dai restauratori di R.O.M.A. Consorzio.

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