E’ come quando un bambino realizza il sogno  della sua vita: stringere la mano al proprio calciatore o cantante preferito; per me si è realizzato incontrando e ascoltando monsignor Marco Frisina, sacerdote della diocesi di Roma e direttore del coro diocesano dell’omonima diocesi,  nonché compositore di numerosi brani per assemblee liturgiche e teatrali.

In ambito cattolico, è certamente l’autore più cantato nelle celebrazioni eucaristiche.

L’incontro è avvenuto a Fiuggi giovedì 20 aprile, presso il Centro pastorale diocesano. Nutrita é stata la partecipazione degli operatori della Liturgia e dei coristi delle varie realtà parrocchiali della diocesi. Tutto il territorio diocesano era rappresentato, con un numero alto di partecipanti, più di duecento persone.

L’incontro, dopo l’entrata “trionfale” al canto esplosivo “Jesus Christ you are my life”, da lui composto in occasione della GMG del 2000 avvenuta a Roma, ha avuto il tono di un momento di preghiera e formazione liturgica; quest’ultima, molto a cuore del direttore del nostro Ufficio liturgico diocesano don Bruno Durante e della sua equipe.

Il coro parrocchiale Regina Pacis di Morolo ha eseguito il canto iniziale, al quale ha fatto poi seguito il lungo intervento tenuto da monsignor Frisina.

Tante le suggestioni ricevute. Anzitutto la genesi del canto liturgico; il maestro simpaticamente, ma profondamente ne ha colto l’inaugurazione nel canto del Gloria da parte degli angeli preparati dall’eternità, una volta aperto il sipario del cielo, alla nascita del Redentore. Ha quindi ricordato gli insegnamenti del Concilio e del Magistero circa la musica sacra e il canto liturgico, facendo leva sul fatto della partecipazione attiva dei fedeli, cioè del canto dell’intera assemblea e anche del fatto che quello dei cantori é un servizio e un ministero per la liturgia. Ha sottolineato con insistenza il compito ministeriale della musica sacra nel culto divino, ribadendo che «la musica sacra sarà tanto più santa quanto più strettamente sarà unita all’azione liturgica, dando alla preghiera un’espressione più soave, sia favorendo l’unanimità, sia arricchendo di maggior solennità i sacri riti» (SC 112). A tal proposito ha ribadito ai coristi il compito di sostenere le loro assemblee, spingendo, magari con dolce prepotenza i loro parroci a cantare a loro volta, almeno le parti fisse della celebrazione eucaristica. Il canto infatti esprime l’amore e nessuna opera nasce dall’amore come la liturgia.

Finalmente, con tono pastorale e da maestro, ha evidenziato i “peccati del coro”, pregando tutti di rifuggire quelle tentazioni legate all’esibizionismo e al tornaconto personale. Da ultimo l’incontro si é chiuso con il canto mariano, da lui composto, “Madre fiducia nostra” ed eseguito dal coro guida della parrocchia di Morolo, insieme a tutta l’assemblea presente. Esaltante, quasi da stadio, è stato il momento conclusivo, quando monsignor Frisina si è intrattenuto con tutti, siglando di autografi il suo libro “Musica per la liturgia”, salutando, concedendosi a scatti fotografici, mentre con gioia, i presenti hanno avuto l’onore di dialogare e incontrare l’autore di molti dei canti eseguiti durante le celebrazioni liturgiche.

 

Don Francesco Frusone

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Una risposta

  1. La parte fissa delle celebrazioni,, da parte dei parroci ” è interessante, non tutti lo fanno. ” Peccati del coro ” più di qualcuno crede di essere alla scala.

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