Il Museo della Cattedrale di Anagni festeggia i suoi primi 10 anni

Il Museo della Cattedrale di Anagni, inaugurato nel 1975, ha subito un significativo rinnovamento nel febbraio del 2015, per volontà dell’allora vescovo Mons. Lorenzo Loppa, del prevosto del Capitolo don Marcello Coretti e del direttore don Massimiliano Floridi. Il nuovo allestimento del percorso museale era volto a valorizzare l’intero patrimonio storico e artistico della Cattedrale e per la prima volta furono aperti al pubblico ambienti di grande rilevanza e bellezza solitamente inaccessibili; il Tesoro della Cattedrale e l’Oratorio di San Thomas Becket, visitabili solo su richiesta o in occasioni particolari durante l’anno, venivano inseriti stabilmente nel percorso museale insieme alla Cripta di San Magno, che custodisce uno dei cicli pittorici più importanti dell’Occidente medievale.Questo cambiamento, insieme a tutta una serie di scelte mirate e di innovazionitecnologiche e gestionali, ha permesso al Museo di crescere costantemente, anche nelnumero di visitatori: un primo traguardo significativo è stato raggiunto nell’ottobre del 2023,quando il museo ha accolto il suo 30.000° visitatore dall’inizio dell’anno. Un risultato senzaprecedenti nella sua storia, tuttavia prontamente superato nel novembre dell’annosuccessivo, quando il 40.000° visitatore ha varcato la soglia d’ingresso del MuCA.Questo incremento testimonia l’interesse crescente per il patrimonio culturale di Anagni el’efficacia delle iniziative promosse dal Museo per attrarre un pubblico sempre più ampio:molti sono stati i programmi televisivi che hanno deciso, in questi anni, di affascinare ilproprio pubblico con le meraviglie conservate al suo interno.Oltre all’incremento dei visitatori, il museo ha ampliato la propria offerta culturaleattraverso la pubblicazione di una guida storico-artistica, concepita per approfondire laconoscenza delle opere e degli spazi espositivi e la promozione di altri volumi a caratterescientifico e divulgativo. Queste iniziative, insieme all’organizzazione di eventi, convegni emostre temporanee, ha contribuito a consolidare il ruolo del museo come uno dei centriculturali di riferimento nell’area a sud di Roma. Anche monsignor Ambrogio Spreafico, fin da quando è stato nominato vescovo pure di Anagni-Alatri, ha sempre mostrato grande attenzione verso il museo.Un ruolo fondamentale in questo sviluppo è stato svolto dal Capitolo della Cattedrale di Anagni, che ha guidato con grande competenza e dedizione il processo di rinnovamento. Grazie alla sua gestione attenta e lungimirante, il museo ha potuto migliorare la propria offerta, rendendosi sempre più accessibile e attrattivo per studiosi, turisti e appassionatid’arte. Grande attenzione è stata posta, fin da subito, all’accessibilità di tutti gli ambienti. Unascensore, un montascale mobile per coloro che hanno difficoltà di deambulazione,un’app con tracce anche in LIS e tracce dedicate ai più piccoli, l’organizzazione di visiteguidate per ciechi e ipovedenti, hanno permesso di abbattere, almeno in larga parte, letante barriere architettoniche e sensoriali. La strada da percorrere è ancora molta e lenuove tecnologie potranno aiutare sempre di più il Capitolo in questo cammino costante diinclusione. L’attenzione alla cura del patrimonio storico-artistico è diventata sempre più frequente esistematica negli ultimi anni, anche grazie al contributo di benefattori: l’intero pavimentodella Cattedrale, la loggia delle Benedizioni, la Cripta, l’Oratorio di San Thomas Becket, lafacciata, gli affreschi del Criptoportico, i tessuti medievali, le icone, i reliquiari, i volumiantichi, sono stati oggetto di restauro, cosicché l’intero patrimonio che il Capitolocustodisce si presenta oggi al visitatore in ottimo stato e si prevede, negli anni a venire, unampliamento dell’offerta e un costante lavoro di monitoraggio e manutenzione. Per questoil Capitolo intende ringraziare tutti coloro che hanno reso possibile il raggiungimento di untale obiettivo: BancAnagni e il suo presidente, il dottor Stefano Marzioli, sempre vicini alleesigenze del monumento; la Soprintendenza e i suoi attenti funzionari, che hanno sempreun occhio di riguardo per la tutela di un patrimonio così eccezionale; la Regione Lazio, conuna serie di finanziamenti utili anche al restauro di beni mobili e la Sices di Rodolfo Lanzi,che ha realizzato e contribuito al restauro della facciata della Cattedrale. Altri importanti aiuti sono arrivati da diversi atenei della regione che per motivi di studio e di ricercastanno ancora oggi provvedendo al restauro di tele e sculture lignee. Alcuni importantirestauri sono stati eseguiti anche a seguito di richieste di prestito per importanti mostre difama nazionale e internazionale come “Dante. La visione dell’arte”, tenutasi nel 2021 neiMusei di san Domenico a Forlì; “Recycling Beauty” nel 2022 alla Fondazione Prada diMilano; “Roma Medievale. Il volto perduto della città”, sempre nel 2022 presso palazzoBraschi a Roma.In questi dieci anni di importanti cambiamenti il MuCA si è trasformato e, da piccola realtà di provincia, è diventato in un esempio per molti musei del Basso Lazio e una certezza per l’accoglienza turistica della regione.

Il San Sisto I del Cavalier d’Arpino rivive anche in un libro

Matematico, astronomo, cosmografo: studi e conoscenze che gli valsero il giusto appellativo di “vescovo scienziato”, Ignazio Danti, fu consacrato vescovo di Alatri nel 1583, e qui morì il 19 ottobre 1586, dopo essersi speso totalmente per la sua gente, con una particolare sollecitudine per i poveri ma senza dimenticare i suoi interessi culturali, compreso quello per la pittura, tanto che volle commissionare all’allora giovane Giuseppe Cesari, poi divenuto famoso in tutto il mondo con il nome di “Cavalier d’Arpino”, un ritratto di San Sisto I, conservato per l’appunto ad Alatri.Il dipinto è stato poi fatto restaurare dall’Associazione Gottifredo e restituito così in tutta la sua bellezza in una magnifica serata del luglio di 4 anni fa, all’Acropoli.Questa premessa è indispensabile per dire che ora, peraltro proprio nell’anniversario della morte di Danti, esce un volume dal titolo “Il San Sisto del Cavalier d’Arpino, l’affresco restaurato”, curatoda Mario Ritarossi, il docente del liceo artistico di Frosinone che tanta parte ha avuto in questa riscoperta. Il libro, prefato dal vescovo Ambrogio Spreafico e con una presentazione del presidente dell’associazione ed edizioni Gottifredo, Tarcisio Tarquini, si avvale di alcuni preziosi contributi critici dello stesso Ritarossi, di Maria Letizia Molinari e di Francesco Petrucci, ad introdurre gli appassionati – o anche i semplici curiosi che vogliano così avvicinarsi all’opera e a tutto il genio del Cavalier d’Arpino e di converso all’operato del vescovo Ignazio Danti – alle tecniche del restauro, alla precocità dell’arte di Giuseppe Cesari e alla sontuosità di un emblema encomiastico di antica e armoniosa bellezza.Scrive tra l’altro il vescovo Spreafico nella prefazione, riferendosi al dipinto: «Era un capolavoro che avevamo sotto gli occhi da secoli ma che non aveva mai ricevuto fino ai giorni nostri l’attenzione che meritava. Va reso merito a chi ha voluto richiamare questa attenzione con un’iniziativa che ha incontrato subito il favore del nostro predecessore, monsignor Lorenzo Loppa, e la collaborazione dell’Ufficio diocesano dei Beni culturali e l’Edilizia di culto e della sua responsabile Federica Romiti». Spreafico preannuncia inoltre questa importante novità: «Il San Sisto del Cavalier D’Arpino, sarà una delle bellezze che faranno parte del costituendo Museo diocesano di Alatri; in un certo senso, rappresenterà uno dei suoi beni più prestigiosi e ammirati».Igor Traboni

Professione di una novizia al Carmelo di Carpineto

Grande festa al Carmelo di Carpineto Romano, uno dei tre monasteri di clausura della nostra diocesi, dove sabato 2 settembre la novizia Stefania emetterà i primi voti semplici. La cerimonia si terrà nella chiesa di San Giovanni, sempre al Carmelo, alle 16 e sarà officiata dal vescovo emerito Lorenzo Loppa. Nata a Cagliari 56 anni fa, prima di 4 sorelle, e rimasta poi vedova con un figlio, la novizia ha ripreso il cammino cristiano nel tempo, dopo averlo un po’ “tralasciato”, inserendosi anche nel terz’Ordine Carmelitano di Sassari, città in cui nel frattempo si era trasferita. Arrivata al Carmelo di Carpineto per fare un’esperienza, è poi tornata a casa, ma il richiamo della vita di consacrazione è stato così forte che Stefania si è poi licenziata ed è tornata a Carpineto per l’aspirantato, quindi il postulandato e ora il noviziato. A questa cerimonia dei voti semplici saranno presenti la mamma, il figlio e le sorelle della novizia.

Il saluto di benvenuto di Loppa a Spreafico

Il saluto di benvenuto di Loppa a Spreafico Ingresso di S. E. Mons. Ambrogio Spreafico 15 gennaio 2023 SALUTO DI BENVENUTO Cara Eccellenza, Caro Don Ambrogio, Sii benvenuto in questa Chiesa straordinaria per storia, tradizione di fede e pietà popolare, cultura, arte e ospitalità in cui avrai la gioia di poter toccare con mano la forza e l’efficacia dello Spirito in tanti tesori di bene che la Grazia di Dio suscita nel Suo popolo attraverso il lavoro di tanti presbiteri e diaconi, religiosi e laici. Troverai una Chiesa in cammino e molte e belle responsabilità al lavoro. Ti accolgono come pastore che li guiderà sui sentieri della giustizia nel nome del Signore. Ringraziamo Dio che continua a condurre la Sua Chiesa sulla strada del Regno attraverso pastori secondo il Suo cuore. Nel giorno in cui è stata resa pubblica la tua nomina hai chiesto giustamente “pazienza, lavoro, comprensione, amore”… Sono questi i “materiali” di prima scelta, essenziali per edificare il mondo come Dio lo sogna e che la Bibbia chiama “Regno di Dio”. Siamo in una stagione in cui molti nuvoloni neri si addensano sul nostro cielo. Ma siamo cristiani! La nostra speranza è affidabile, perché è ancorata alla roccia della promessa di Dio e del Suo amore. Abbiamo celebrato da pochi giorni il Natale, che è la prima tappa della Pasqua, e che è un colpo di maglio alla morte! La Parola che sentiamo proclamare oggi ci invita ad attraversare una “soglia”, non contenti del “troppo poco” che siamo, che abbiamo e che facciamo (I lettura): passare dal Cristo “conosciuto” delle devozioni, delle pratiche, delle consuetudini al Cristo che ancora non conosciamo, che è il Signore della vita e della storia, il tesoro irrinunciabile della nostra esistenza. Siamo chiamati a passare dal mondo del compromesso, dell’indifferenza che uccide, del ripiegamento su noi stessi e della paura del diverso al mondo sognato da Dio, costruito con una umanità più filiale e fraterna nella disponibilità mite e serena della nostra esistenza. “L’agnello” e “la colomba” che saranno evocati dal Battista nella lettura evangelica – così miti nel porsi e così generosi nel darsi – indicano l’abisso dell’amore trinitario in cui siamo immersi dal giorno del Battesimo e che ci chiama al dono di noi stessi per la vita e la felicità degli altri. Trasformo, allora, queste parole in un augurio caldo e affettuoso: che non manchi mai a te la docilità e la disponibilità responsabile del gregge; e che non manchi mai al gregge la tua cordiale sollecitudine di pastore. Questa splendida Cattedrale, “fiore vivo di pietra che sfida secoli e uragani” (A. Trisinni), da più di nove secoli ha sempre riverberato la luce della testimonianza di una comunità cristiana forte e credibile. Con la tua guida possa continuare a raccontare la storia di un popolo che “Dio ha chiamato dalle tenebre alla Sua ammirabile luce” (1Pt 2,9).

Il saluto del Vicario Generale mons. Alberto Ponzi, a nome della diocesi, al vescovo Lorenzo Loppa

Il saluto del Vicario Generale mons. Alberto Ponzi, a nome della diocesi, al vescovo Lorenzo Anagni 18 dicembre 2022 Caro vescovo Lorenzo 20 anni e più vissuti insieme non si possono dimenticare, tanti volti, tante relazioni, tanti incontri e attività pastorali sono i motivi per cui oggi vogliamo ringraziare il Signore per il cammino veramente sinodale che abbiamo fatto condividendo la grande strada della comunione fraterna. Rimarrà per sempre, fra di noi, la gioia di aver cercato insieme le vie del vangelo nella complessità della vita quotidiana e nel continuo cercare di attendere alle problematiche pastorali. La nostra presenza è l’espressione sincera, certamente condivisa anche dagli assenti, di tutta la stima, l’affetto e la gratitudine che Lei eccellenza, ha saputo meritarsi in questo ventennio di servizio apostolico nella nostra comunità diocesana Lei eccellenza. strumento docile dello Spirito, senza pretese, ma da pastore vigile e premuroso, lascia in eredità il suo stile, quasi di contemplativo in azione, caratterizzato da intelligenza viva, tenace volontà, memoria invidiabile, sobrietà nelle esigenze personali, presenza generosa, paterna: nessuno ha fatto anticamera, sempre disponibile con tutti, attenzione alla persona e ai suoi problemi, sollecitudine combattiva per la promozione del territorio, apertura prudente e saggia ad ogni forma di collaborazione. Memoria grata per gli eventi salienti del suo vasto e fecondo apostolato. Emerge il fatto inconfutabile che in una ‘piccola’ realtà come la nostra si siano realizzate iniziative pastorali, degne di una ‘grande’ diocesi affrontando in maniera profonda i tanti temi riportati nelle sue profonde e intuitive lettere pastorali e nel suo magistero ordinario, promuovendo la funzionalità del centro pastorale di Fiuggi da lei fortemente voluto. All’inizio del suo servizio ci ha ricordato, con chiarezza, la necessità di camminare costantemente dietro Cristo, insistendo sulla centralità della Parola di Dio richiamandoci l’importanza di vivere la nostra vita personale e la vita delle nostre singole realtà diocesane secondo lo stile dell’andare verso… La ringraziamo perché lei stesso ha vissuto lo spirito e l’azione pastorale “del cammino” spendendosi nella visita alle parrocchie, accogliendo con piena disponibilità l’invito ad andare là dove le veniva chiesta la parola del Vescovo, incontrando tutti con affetto e disponibilità. Ha accompagnato molti fedeli in quella forma peculiare di cura della propria vita interiore rappresentata dai pellegrinaggi, ricordandoci continuamente che i giovani hanno verso di noi adulti un credito di attenzione, di fiducia, di dedizione. La ringraziamo perché ci ha ricordato l’importanza di leggere le trasformazioni che stiamo vivendo senza farci prendere né dall’accettazione ingenua del nuovo, né dal rimpianto nostalgico di forme passate. Ci ha chiesto di prendere sul serio la progressiva marginalizzazione della fede cristiana nella società, di non sottovalutare la progressiva dimenticanza che il nostro mondo occidentale sta attuando nei confronti della dimensione trascendente nel suo insieme. Ci ha chiesto, nei suoi interventi, di non accettare questo processo come un fatto inesorabile, quanto piuttosto come un invito a prendere sul serio la nostra fede, ad animare la cultura, l’economia, la vita politica, un popolo non ripiegato sul passato, ma proteso verso il futuro, perché attendiamo nella speranza il Signore che viene, consapevoli che in lui troviamo la pienezza di tutte le nostre attese. Fin dall’inizio del suo ministero ci ha invitato a “sognare tutti una Chiesa credibile frutto di una comune e generosa assunzione di responsabilità, in cui i cristiani coltivano un clima di fiducia e di stima reciproca, di ascolto umile e paziente, promuovono uno stile di accoglienza rispettosa della diversità, e rinunciano alle sempre insidie del maligno, che sottolinea invece malumori e pessimismo”. Eccellenza, in questi anni, ci ha rivolto un’infinità di esortazioni, di consigli: voglia accogliere i nostri sentimenti di gratitudine, certo che il lato umano e l’unità di fede rimarranno depositati nei nostri cuori. Nel contempo “scriva sulla polvere qualche sofferenza ricevuta e incida nel marmo il tanto Bene operato, nella consapevolezza che in tutti i mutamenti della vita una cosa rimane certa: che Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre e se conclude una vicenda, è solo per aprircene un’altra più luminosa. Ed ora quei sentimenti di affetto, di stima, di gratitudine che abitano il nostro cuore vogliamo esprimerli con un dono per continuare a camminare insieme incontro al Cristo. È una riproduzione dell’affresco su intonaco situato nella nostra cripta: il Vescovo Zaccaria con il popolo che accolgono le reliquie di San Magno. Un piccolo segno per esprimerle che vogliamo continuare a restare uniti. La ringraziamo con affetto, caro vescovo, ringraziamo il Signore che guida i passi della sua chiesa per averci donato la sua presenza, la sua cura pastorale, il suo ministero non dimenticando il grazie alla sua famiglia e alla comunità di Segni e alle tante persone che lo hanno accompagnato nel cammino. Mentre siamo pronti ad accogliere con affetto e piena disponibilità il nuovo pastore, il Vescovo Ambrogio, le assicuriamo il nostro pensiero e vicinanza. Continueremo a sentirla fratello e padre nella fede e ad accompagnarlo nella preghiera e amicizia. Voglio concludere con le sue parole nella lettera di Natale ultima: “Facciamo un buon Natale lasciando che gli angeli del presepe ci conducano a sentirci più leggeri nella gioia di vivere: lasciamo che ci ripetano che Dio ci ama, è contento di noi e non ci lascerà mai soli: Sicuramente anche noi riceveremo le ali per elevarci a guardare con sapienza la vita di tutti i giorni e far sì che il Cielo si apra sopra di noi e sulle persone che dovremo custodire. Con la protezione di Maria, l’intercessione dei santi Patroni Magno e Sisto, salga ora a Dio Trinità il nostro ringraziamento e la nostra lode per il tanto bene fatto da Lei alla gente. Amato pastore, dal profondo del cuore le diciamo grazie.

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