Professione di una novizia al Carmelo di Carpineto

Grande festa al Carmelo di Carpineto Romano, uno dei tre monasteri di clausura della nostra diocesi, dove sabato 2 settembre la novizia Stefania emetterà i primi voti semplici. La cerimonia si terrà nella chiesa di San Giovanni, sempre al Carmelo, alle 16 e sarà officiata dal vescovo emerito Lorenzo Loppa. Nata a Cagliari 56 anni fa, prima di 4 sorelle, e rimasta poi vedova con un figlio, la novizia ha ripreso il cammino cristiano nel tempo, dopo averlo un po’ “tralasciato”, inserendosi anche nel terz’Ordine Carmelitano di Sassari, città in cui nel frattempo si era trasferita. Arrivata al Carmelo di Carpineto per fare un’esperienza, è poi tornata a casa, ma il richiamo della vita di consacrazione è stato così forte che Stefania si è poi licenziata ed è tornata a Carpineto per l’aspirantato, quindi il postulandato e ora il noviziato. A questa cerimonia dei voti semplici saranno presenti la mamma, il figlio e le sorelle della novizia.

Il saluto di benvenuto di Loppa a Spreafico

Il saluto di benvenuto di Loppa a Spreafico Ingresso di S. E. Mons. Ambrogio Spreafico 15 gennaio 2023 SALUTO DI BENVENUTO Cara Eccellenza, Caro Don Ambrogio, Sii benvenuto in questa Chiesa straordinaria per storia, tradizione di fede e pietà popolare, cultura, arte e ospitalità in cui avrai la gioia di poter toccare con mano la forza e l’efficacia dello Spirito in tanti tesori di bene che la Grazia di Dio suscita nel Suo popolo attraverso il lavoro di tanti presbiteri e diaconi, religiosi e laici. Troverai una Chiesa in cammino e molte e belle responsabilità al lavoro. Ti accolgono come pastore che li guiderà sui sentieri della giustizia nel nome del Signore. Ringraziamo Dio che continua a condurre la Sua Chiesa sulla strada del Regno attraverso pastori secondo il Suo cuore. Nel giorno in cui è stata resa pubblica la tua nomina hai chiesto giustamente “pazienza, lavoro, comprensione, amore”… Sono questi i “materiali” di prima scelta, essenziali per edificare il mondo come Dio lo sogna e che la Bibbia chiama “Regno di Dio”. Siamo in una stagione in cui molti nuvoloni neri si addensano sul nostro cielo. Ma siamo cristiani! La nostra speranza è affidabile, perché è ancorata alla roccia della promessa di Dio e del Suo amore. Abbiamo celebrato da pochi giorni il Natale, che è la prima tappa della Pasqua, e che è un colpo di maglio alla morte! La Parola che sentiamo proclamare oggi ci invita ad attraversare una “soglia”, non contenti del “troppo poco” che siamo, che abbiamo e che facciamo (I lettura): passare dal Cristo “conosciuto” delle devozioni, delle pratiche, delle consuetudini al Cristo che ancora non conosciamo, che è il Signore della vita e della storia, il tesoro irrinunciabile della nostra esistenza. Siamo chiamati a passare dal mondo del compromesso, dell’indifferenza che uccide, del ripiegamento su noi stessi e della paura del diverso al mondo sognato da Dio, costruito con una umanità più filiale e fraterna nella disponibilità mite e serena della nostra esistenza. “L’agnello” e “la colomba” che saranno evocati dal Battista nella lettura evangelica – così miti nel porsi e così generosi nel darsi – indicano l’abisso dell’amore trinitario in cui siamo immersi dal giorno del Battesimo e che ci chiama al dono di noi stessi per la vita e la felicità degli altri. Trasformo, allora, queste parole in un augurio caldo e affettuoso: che non manchi mai a te la docilità e la disponibilità responsabile del gregge; e che non manchi mai al gregge la tua cordiale sollecitudine di pastore. Questa splendida Cattedrale, “fiore vivo di pietra che sfida secoli e uragani” (A. Trisinni), da più di nove secoli ha sempre riverberato la luce della testimonianza di una comunità cristiana forte e credibile. Con la tua guida possa continuare a raccontare la storia di un popolo che “Dio ha chiamato dalle tenebre alla Sua ammirabile luce” (1Pt 2,9).

Il saluto del Vicario Generale mons. Alberto Ponzi, a nome della diocesi, al vescovo Lorenzo Loppa

Il saluto del Vicario Generale mons. Alberto Ponzi, a nome della diocesi, al vescovo Lorenzo Anagni 18 dicembre 2022 Caro vescovo Lorenzo 20 anni e più vissuti insieme non si possono dimenticare, tanti volti, tante relazioni, tanti incontri e attività pastorali sono i motivi per cui oggi vogliamo ringraziare il Signore per il cammino veramente sinodale che abbiamo fatto condividendo la grande strada della comunione fraterna. Rimarrà per sempre, fra di noi, la gioia di aver cercato insieme le vie del vangelo nella complessità della vita quotidiana e nel continuo cercare di attendere alle problematiche pastorali. La nostra presenza è l’espressione sincera, certamente condivisa anche dagli assenti, di tutta la stima, l’affetto e la gratitudine che Lei eccellenza, ha saputo meritarsi in questo ventennio di servizio apostolico nella nostra comunità diocesana Lei eccellenza. strumento docile dello Spirito, senza pretese, ma da pastore vigile e premuroso, lascia in eredità il suo stile, quasi di contemplativo in azione, caratterizzato da intelligenza viva, tenace volontà, memoria invidiabile, sobrietà nelle esigenze personali, presenza generosa, paterna: nessuno ha fatto anticamera, sempre disponibile con tutti, attenzione alla persona e ai suoi problemi, sollecitudine combattiva per la promozione del territorio, apertura prudente e saggia ad ogni forma di collaborazione. Memoria grata per gli eventi salienti del suo vasto e fecondo apostolato. Emerge il fatto inconfutabile che in una ‘piccola’ realtà come la nostra si siano realizzate iniziative pastorali, degne di una ‘grande’ diocesi affrontando in maniera profonda i tanti temi riportati nelle sue profonde e intuitive lettere pastorali e nel suo magistero ordinario, promuovendo la funzionalità del centro pastorale di Fiuggi da lei fortemente voluto. All’inizio del suo servizio ci ha ricordato, con chiarezza, la necessità di camminare costantemente dietro Cristo, insistendo sulla centralità della Parola di Dio richiamandoci l’importanza di vivere la nostra vita personale e la vita delle nostre singole realtà diocesane secondo lo stile dell’andare verso… La ringraziamo perché lei stesso ha vissuto lo spirito e l’azione pastorale “del cammino” spendendosi nella visita alle parrocchie, accogliendo con piena disponibilità l’invito ad andare là dove le veniva chiesta la parola del Vescovo, incontrando tutti con affetto e disponibilità. Ha accompagnato molti fedeli in quella forma peculiare di cura della propria vita interiore rappresentata dai pellegrinaggi, ricordandoci continuamente che i giovani hanno verso di noi adulti un credito di attenzione, di fiducia, di dedizione. La ringraziamo perché ci ha ricordato l’importanza di leggere le trasformazioni che stiamo vivendo senza farci prendere né dall’accettazione ingenua del nuovo, né dal rimpianto nostalgico di forme passate. Ci ha chiesto di prendere sul serio la progressiva marginalizzazione della fede cristiana nella società, di non sottovalutare la progressiva dimenticanza che il nostro mondo occidentale sta attuando nei confronti della dimensione trascendente nel suo insieme. Ci ha chiesto, nei suoi interventi, di non accettare questo processo come un fatto inesorabile, quanto piuttosto come un invito a prendere sul serio la nostra fede, ad animare la cultura, l’economia, la vita politica, un popolo non ripiegato sul passato, ma proteso verso il futuro, perché attendiamo nella speranza il Signore che viene, consapevoli che in lui troviamo la pienezza di tutte le nostre attese. Fin dall’inizio del suo ministero ci ha invitato a “sognare tutti una Chiesa credibile frutto di una comune e generosa assunzione di responsabilità, in cui i cristiani coltivano un clima di fiducia e di stima reciproca, di ascolto umile e paziente, promuovono uno stile di accoglienza rispettosa della diversità, e rinunciano alle sempre insidie del maligno, che sottolinea invece malumori e pessimismo”. Eccellenza, in questi anni, ci ha rivolto un’infinità di esortazioni, di consigli: voglia accogliere i nostri sentimenti di gratitudine, certo che il lato umano e l’unità di fede rimarranno depositati nei nostri cuori. Nel contempo “scriva sulla polvere qualche sofferenza ricevuta e incida nel marmo il tanto Bene operato, nella consapevolezza che in tutti i mutamenti della vita una cosa rimane certa: che Cristo è lo stesso, ieri, oggi e sempre e se conclude una vicenda, è solo per aprircene un’altra più luminosa. Ed ora quei sentimenti di affetto, di stima, di gratitudine che abitano il nostro cuore vogliamo esprimerli con un dono per continuare a camminare insieme incontro al Cristo. È una riproduzione dell’affresco su intonaco situato nella nostra cripta: il Vescovo Zaccaria con il popolo che accolgono le reliquie di San Magno. Un piccolo segno per esprimerle che vogliamo continuare a restare uniti. La ringraziamo con affetto, caro vescovo, ringraziamo il Signore che guida i passi della sua chiesa per averci donato la sua presenza, la sua cura pastorale, il suo ministero non dimenticando il grazie alla sua famiglia e alla comunità di Segni e alle tante persone che lo hanno accompagnato nel cammino. Mentre siamo pronti ad accogliere con affetto e piena disponibilità il nuovo pastore, il Vescovo Ambrogio, le assicuriamo il nostro pensiero e vicinanza. Continueremo a sentirla fratello e padre nella fede e ad accompagnarlo nella preghiera e amicizia. Voglio concludere con le sue parole nella lettera di Natale ultima: “Facciamo un buon Natale lasciando che gli angeli del presepe ci conducano a sentirci più leggeri nella gioia di vivere: lasciamo che ci ripetano che Dio ci ama, è contento di noi e non ci lascerà mai soli: Sicuramente anche noi riceveremo le ali per elevarci a guardare con sapienza la vita di tutti i giorni e far sì che il Cielo si apra sopra di noi e sulle persone che dovremo custodire. Con la protezione di Maria, l’intercessione dei santi Patroni Magno e Sisto, salga ora a Dio Trinità il nostro ringraziamento e la nostra lode per il tanto bene fatto da Lei alla gente. Amato pastore, dal profondo del cuore le diciamo grazie.