Santuario di Vallepietra in festa per la Santissima Trinità

Il santuario diocesano di Vallepietra si appresta a festeggiare la Santissima Trinità, titolo cui è dedicato – tra i pochi in Italia e in Europa, questo sacro speco. Il tutto si articolerà nel fine settimana del 14 e 15 giugno. Questo il programma nel dettaglio, a cominciare da sabato 14 giugno: inizio delle celebrazioni alle 7 e andranno avanti fino alle 12.30; alle 17 la Messa e alle 18 la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano Ambrogio Spreafico; alle 23 la suggestiva Messa in notturna. Domenica 15 giugno la Messa dell’alba verrà celebrata alle 5; alle 6 la caratteristica rappresentazione del “pianto delle zitelle”. Per quanto concerne il paese di Vallepietra, sabato 14 giugno si celebreranno due Messe nella chiesa parrocchiale, alle 17 e alle 18.30. Alle 20.30 la processione per le strade del paese, con la partecipazione delle “compagnie”. Ricordiamo che nel mese di giugno il santuario è aperto tutti i giorni, dalle 8 alle 17. La Messa nei giorni feriali viene celebrata alle 10.30, mentre nei giorni festivi le Messe vengono celebrate alle 8-9-10-11-12 e 15.30. Ci sono sempre a disposizione dei sacerdoti per accostarsi al sacramento della Riconciliazione, nell’apposita area al coperto: nei giorni feriali dalle 9 alle 10.30 e nei festivi dalle 8 alle 12. Nella cappella del Santissimo Sacramento c’è inoltre la possibilità dell’adorazione eucaristica. Saranno questi i giorni di maggiore affluenza al santuario di Vallepietra, anche quest’anno meta incessante di pellegrini e fedeli anche dalle province e dalle regioni circostanti, spesso a piedi dopo giorni e giorni di cammino. Si raccomanda sempre, per motivi di sicurezza, di rispettare le delimitazioni dei passaggi pedonali debitamente indicati. E’ previsto anche un servizio navetta dal parcheggio al santuario, per disabili e persone anziane, le cui modalità di utilizzo sono riportate sui social del Comune di Vallepietra.
La Confraternita di Vallepietra al Giubileo: il culto della Santissima per le strade di Roma e nei cuori del mondo

Anche la Confraternita della Santissima Trinità di Vallepietra ha partecipato, nello scorso fine settimana, al Giubileo delle Confraternite che si è tenuto a Roma, vivendolo nell’accezione più piena del significato, ovvero come un’esperienza di fede e comunione. Lasciamo però che sia Paolo De Santis, Priore della Confraternita, a raccontare quanto avvenuto e vissuto a Roma, ringraziandolo per questo prezioso contributo, pubblicato anche sulle pagine social della Confraternita: «Il 17 maggio 2025 resterà una data impressa nei cuori dei confratelli e delle consorelle della Confraternita della Santissima Trinità. In occasione del Giubileo delle Confraternite, abbiamo avuto l’onore e la responsabilità di rappresentare tutte le compagnie legate al culto della Trinità, partecipando alla solenne processione a Roma. Fin dalle prime ore del mattino, la Capitale è stata invasa da migliaia di confraternite provenienti da ogni parte del mondo: una moltitudine di mantelli colorati, stendardi, simboli sacri, tradizioni e accenti diversi, tutti uniti sotto il segno della fede. Il nostro stendardo ha sfilato con orgoglio lungo le vie romane, portando con sé il cuore del Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, un luogo che per tanti è casa spirituale e simbolo di identità religiosa. È stato sorprendente e commovente constatare quante persone, anche straniere, conoscessero il nostro Santuario. In tantissimi si sono avvicinati per chiedere informazioni, scattare una foto con lo stendardo, condividere un ricordo o semplicemente per ringraziare. L’affetto e la curiosità della gente ci hanno profondamente toccato, confermando quanto il nostro Santuario sia un vero patrimonio immateriale, non solo per Vallepietra, ma per l’intera comunità dei fedeli. Intonare l’inno della Trinità per le strade di Roma, e vedere confraternite di altri Paesi – persino non italiane – unirsi al nostro canto è stato uno dei momenti più toccanti della giornata. Un’emozione che difficilmente potrà essere espressa a parole. Abbiamo camminato con fede e devozione fino al Circo Massimo, luogo in cui i due cortei principali si sono incontrati, dando vita a un mosaico straordinario di culture religiose. Particolarmente suggestiva la presenza delle confraternite spagnole, con le imponenti statue della “Semana Santa”, come la Madonna della Esperanza di Malaga, portata da 270 uomini e pesante oltre cinque tonnellate. Un trionfo di fede popolare che ha lasciato senza parole turisti e pellegrini. La nostra presenza alla processione non è stata solo un momento celebrativo, ma un segno concreto di appartenenza, di testimonianza viva e di apertura verso il mondo. Abbiamo stretto nuove amicizie, conosciuto realtà diverse, condiviso esperienze e ampliato i nostri orizzonti spirituali e culturali. Essere a Roma con il nostro stendardo è stato un onore indescrivibile. Abbiamo sentito il calore della gente, l’attenzione sincera verso il nostro Santuario e la forza della nostra fede condivisa. Sfilare tra migliaia di confraternite, vedere persone commuoversi al nostro passaggio, sentirsi parte di qualcosa di grande… sono emozioni che non dimenticheremo mai. La Trinità ci guida e ci unisce, oggi più che mai. Tornati a casa, portiamo con noi non solo l’orgoglio di aver rappresentato Vallepietra e il suo Santuario, ma soprattutto la consapevolezza di far parte di una Chiesa viva, radicata nella storia e proiettata verso il futuro, unita nella fede e nella speranza.
Riapre il santuario della Santissima Trinità, anche come chiesa giubilare

Giovedì 1° maggio riapre ai fedeli il santuario diocesano della Santissima Trinità di Vallepietra, dopo la lunga pausa invernale iniziata il 2 novembre 2024, necessaria -come ogni anno – perché accedere al sacro speco nei mesi più freddi è difficile e pericoloso a causa della strada spesso innevata e di frequente ghiacciata. Questa stagione di fede al santuario di Vallepietra, uno dei pochi in Italia e in tutta Europa dedicato alla Santissima Trinità, si caratterizza per un’importante novità: sarà infatti chiesa giubilare, nell’ambito del Giubileo 2025, così come fortemente voluto e reso noto nei mesi scorsi dal vescovo Ambrogio Spreafico. Lo stesso vescovo Spreafico, impossibilitato a partecipare alla celebrazione per la riapertura per altri impegni pastorali, ha comunque assicurato la sua presenza alla festa della Santissima Trinità, nel mese di giugno. Per quanto riguarda in particolare la giornata del primo maggio, il programma prevede la cerimonia di apertura del Giubileo al santuario alle 9.30, presieduta da monsignor Lorenzo Loppa, vescovo emerito di Anagni-Alatri: a seguire, alle 10.30, la solenne celebrazione eucaristica, concelebrata dal vescovo Loppa con il vicario diocesano generale, monsignor Alberto Ponzi, e da alcuni dei sacerdoti e religiosi che si alterneranno al santuario per tutti i mesi estivi per accogliere i pellegrini, celebrare le Messe e il sacramento della Riconciliazione. Alle 11.45 verrà poi celebrata un’altra Messa. Per tutto il mese di maggio sono poi previste Messe festive alle 9-10.30 e 12, con possibilità di confessarsi nelle stesse mattinate. Il santuario resterà aperto dalle 8 alle 16. A giugno, invece, il santuario resterà aperto ogni giorno fino alle 17 e verrà celebrata anche una Messa feriale, alle 10.30, mentre le Messe festive sono previste ogni ora, dalle 8 alle 12 e al pomeriggio alle 15.30. I confessori saranno a disposizione dei fedeli sia nei giorni feriali che alla domenica. Si raccomanda ai fedeli di seguire sempre le indicazioni per la sicurezza, con i percorsi ben tracciati e con l’area di sicurezza estesa anche alla zona delle attività commerciali oltre la grande chiesa all’aperto. Il rettore mons. Alberto Ponzi, durante la riunione con i capi Compagnie tenutasi il il 27 aprile scorso a Fiuggi, ha dato una serie di comunicazioni, dando dapprima la parola al vicepresidente dell’associazione di Ara Antica che ha presentato il progetto “Restare per Raccontare” condiviso con l’associazione don Salvatore Mercuri e l’Oasi Felice di Vallepietra: il progetto ha lo scopo di far riscoprire i segni del pellegrinaggio a piedi al Santuario. Quest’anno per motivi di sicurezza non sarà possibile dormire al Santuario né nei giorni normali e soprattutto nei giorni della festa della Santissima Trinità e di Sant’Anna. Dal 1° maggio sarà disponibile la navetta per i disabili e le persone in difficoltà e quest’anno il servizio verrà gestito dalla cooperativa del Comune di Vallepietra; si raccomanda di avere pazienza soprattutto nei giorni festivi, il sabato e la domenica in quanto ci può essere maggior afflusso di pellegrini su al santuario. Sono state comunicate le date dei raduni delle Compagnie del 2025: 11 maggio Forcella di Pescosolido; 6 luglio Vallecorsa; 24 agosto Trasacco; 6 settembre Paliano; 13 settembre Rocca Sinibalda.
Spreafico alla Santissima: «La Trinità ci fa vivere da amici». L’annuncio: il Santuario sarà chiesa giubilare

Con il pellegrinaggio partito di buon mattino dal paese di Vallepietra e guidato dal vescovo Ambrogio Spreafico, domenica 16 febbraio al santuario della Santissima Trinità è stata celebrata la Festa dell’apparizione, nell’unico giorno di apertura invernale del sacro speco, che infatti ha accolto i tanti fedeli con un suggestivo manto bianco di neve. Monsignor Spreafico ha quindi celebrato Messa nella chiesa al coperto del santuario, salutando subito i presenti «dopo aver camminato verso questo luogo per incontrarci con la Trinità che ci accoglie, siamo tanti da luoghi, parrocchie e diocesi diverse, ma siamo un popolo, perché i cristiani da qualunque luogo provengono, italiani o no di origine, sono un popolo, ed è bello essere popolo in un mondo come il nostro dove questo è diventata una cosa molto difficile». Nel corso dell’omelia, il vescovo ha poi fatto riferimento al Vangelo del giorno, a quel ritrovarsi di Gesù «in mezzo a tanta gente che veniva da tante parti, non tutti credenti ma diversi tra loro, e stavano attorno a Gesù perché aveva parole che aiutavano a vivere, perché il Vangelo è vita e tante volte si vive male proprio perché non ascoltiamo il Vangelo, perché se ascoltassimo la Parola di Dio, questa ti entra nel cuore e ti fa vivere secondo quella bontà che dovrebbe caratterizzare la nostra vita. Immaginiamoci di essere in quel luogo sul lago di Galilea: chi c’era attorno a Gesù? Poveri, gente che aveva fame, che non aveva il necessario, che aveva dei dolori, che piangeva, anche persone odiate dagli altri. E quanto odio c’è oggi nella vita, troppo odio, anche sugli smartphone: aiutate i vostri figli e nipoti – ha detto Spreafico rivolgendosi proprio ai genitori e ai nonni presenti – a non odiare mai nessuno, a non condividere un insulto con gli altri, perché l’insulto è odio e di odio ce ne è già abbastanza nelle guerre, nella sottomissione degli altri… no, non ne abbiamo bisogno». Ma attorno a Gesù, ha aggiunto il vescovo di Anagni-Alatri, c’era anche gente ricca, che stava bene, soddisfatta di se. Ecco, Gesù sa chi siamo noi, sa i nostri dolori, le fatiche della vita, che qualche volta anche noi piangiamo perché abbiamo qualcosa dentro ma non possiamo dirlo a nessuno perché oggi nessuno ascolta, tutti abbiamo fretta; ma se ci ascoltassimo di più riusciremmo ad aiutare un altro, un anziano che non ha nessuno. E Gesù conosce anche i nostri desideri, le attese. Il Giubileo che celebriamo ha come titolo “Essere pellegrini di speranza” e lo abbiamo fatto anche noi salendo fino a qui, perché c’è bisogno di speranza. Gesù dice “beati i poveri perché vostro è il regno dei cieli, beati voi che avete fame, voi che piangete, beati boi quando vi odieranno, vi insulteranno: rallegratevi ed esultate”. Ma ognuno di noi potrebbe dire: come è possibile questo? E’ possibile perché beati sono coloro che si fidano di Dio e quindi hanno non quella felicità che passa in un giorno, ma che anche nel dolore, nella povertà, nella fatica della vita ti fa avere speranza perché sai che Gesù ti rende beato. E poi dice “guai a voi ricchi, che ora siete sazi” ma quel guai non è una maledizione, perché Gesù ci dice; stai attento quando ti accontenti della tua ricchezza, perché la ricchezza non rende felici, stai attento quando prendi in giro gli altri perché quella non è la felicità, quando sei sazio, hai tutto e magari vuoi di più perché quello non ti darà felicità. Gesù non vuole metterci addosso dei pesi ma vuole liberarci dalla tristezza, dalle cose che ci fanno chiudere in noi stessi, dall’insoddisfazione che ci fa sempre lamentare di tutto e degli altri. Vuole dirci: io ti tendo la mano». Spreafico ha poi ricordato che, alla partenza del pellegrinaggio a piedi, è stato recitato il salmo “Alzo gli occhi verso i monti, da dove mi verrà l’aiuto? L’aiuto viene dal Signore”, per sottolineare come «salendo verso il santuario abbiamo alzato gli occhi perché volevamo arrivare dove la Trinità ci parla, ci raduna, ci benedice, ci aiuta, ci fa vivere. Noi oggi abbiamo bisogno di vivere il bene e di fare il bene, perché c’è troppo male, guerre, odio, disprezzo degli altri, ma noi cristiani non possiamo accettare di vivere così, dobbiamo resistere al male, ribellarci all’odio. Chi allontana il cuore dal Signore non riesce a fare il bene, no porterà frutti buoni, sarà come albero nel deserto. Gli egoisti non si accorgono che la loro vita non porta frutti, non si accorgono che non solo vivono male gli altri ma anche se stessi. L’uomo e la donna che confidano nel Signore, che fanno il bene ascoltano Gesù e la Trinità: saranno come un albero piantato lungo i corsi d’acqua, che cresce, fa ombra, dà frutti. E questa deve essere la nostra vita: fare il bene, essere benedetti da Dio e poter benedire gli altri. Essere qui ci deve dare speranza per essere gente buona, perché oggi c’è bisogno di persone che guardano agli altri con simpatia, affetto, senza giudicare tutti, perché anche in chi ha fatto il male c’è l’immagine di Dio. La Trinità è questo: amore che si comunica, che rende fratelli e sorelle e amici: il mondo ha bisogno di amicizia». IL SANTUARIO CHIESA GIUBILARE Il vescovo Spreafico, nel ringraziare il rettore monsignor Alberto Ponzi per la cura del santuario, ha quindi annunciato che «questa sarà una delle chiese giubilari della diocesi di Anagni-Alatri e per tutti quelli che verranno dal primo maggio in poi . Qui potrete anche ottenere l’indulgenza plenaria, cioè il perdono: abbiamo tutti bisogno di esser perdonati perché nessuno di noi è giusto. E allora impariamo anche noi a perdonare gli altri perché ci fa bene, e chiediamo a Gesù: tendici la mano e aiutaci a prenderla. Perché se andiamo con Lui andiamo sicuri, faremo il bene e saremo felici». Nel ringraziare il vescovo Spreafico «autentico pellegrino» don Alberto Ponzi ha quindi preso brevemente la parola per ringraziare anche «tutti quelli che si sono
Festa dell’Apparizione: pellegrinaggio a piedi alla Santissima, guidato dal vescovo Ambrogio

In occasione della Festa della Apparizione della Trinità, domenica 16 febbraio torna il tradizionale pellegrinaggio a piedi al santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, nell’unico giorno della pausa invernale in cui il sacro speco sarà aperto (la riapertura ufficiale ai fedeli ci sarà invece il 1° maggio). Come lo scorso anno, sarà il vescovo Ambrogio Spreafico a guidare il pellegrinaggio a piedi. Il ritrovo è previsto per le 7 in piazza Italia, al centro di Vallepietra proprio davanti alla chiesa parrocchiale, con la benedizione e l’inizio del pellegrinaggio; alle 10.30 la celebrazione eucaristica al santuario, presieduta da monsignor Spreafico. Nel pomeriggio, il programma delle celebrazioni proseguirà nella chiesa parrocchiale di Vallepietra, con la recita del Rosario alle 16 e alle 16.30 la Messa, presieduta dal rettore del santuario, vicario generale della diocesi e parroco di Vallepietra, monsignor Alberto Ponzi. Seguirà la processione per le strade del paese con il quadro della Trinità. (nella foto, un momento del pellegrinaggio 2024, sempre con la guida del vescovo Ambrogio Spreafico, qui impegnato nell’ascesa)
«Una bella stagione di fede» al santuario di Vallepietra: il bilancio dopo la chiusura per la pausa invernale

Con la Messa celebrata nella mattinata del 2 novembre, il santuario della Santissima Trinità di Vallepietra ha chiuso i battenti per la pausa invernale, consueta con l’avvicinarsi dell’inverno e di tante settimane in cui, soprattutto a causa della neve e del ghiaccio, è difficile se non impossibile raggiungere gli oltre mille metri di altezza del sacro speco. Il santuario della Santissima riaprirà come sempre il primo maggio del nuovo anno. Ma intanto è tempo di bilanci per questa ennesima stagione di fede vissuta all’ombra della Santissima Trinità e lo facciamo con monsignor Alberto Ponzi, rettore del santuario, vicario generale della diocesi di Anagni-Alatri e parroco di Vallepietra. «E’ stata una stagione difficile ma comunque bella, importante», esordisce don Ponzi, con un chiaro riferimento all’incidente occorso ad un giovane pellegrino della provincia di Roma, colpito il 25 maggio scorso da un masso staccatosi dalla montagna sovrastante; a seguito di questo incidente, per motivi di sicurezza, tutta l’area del santuario è stata chiusa per circa due mesi «ma poi – riprende il rettore – abbiamo potuto riaprire, grazie soprattutto al Comune di Vallepietra, che ha realizzato a tempo di record un camminamento tale da “ingabbiare” tutto il tratto che porta alla cona dove è conservato l’affresco della Santissima». I pellegrini sono stati quindi invitati a rispettare tutte le regole di sicurezza che sono state ulteriormente predisposte, compreso il divieto di celebrare Messe nella grande chiesa all’aperto. I lavori di messa in sicurezza comunque proseguiranno, grazie anche ad un cospicuo finanziamento concesso dalla Regione Lazio e, tra le varie ipotesi, c’è anche quella di realizzare una copertura proprio per la chiesa all’aperto, estendendola anche alla successiva area dove insistono anche attività commerciali ambulanti. Ma torniamo all’aspetto della fede: «Dopo la riapertura del santuario, c’è stato un afflusso di pellegrini molto intenso soprattutto nei mesi di settembre e ottobre, grazie anche alle belle giornate. La nostra stima è superiore alle 150mila presenze. Anche verso i giorni di chiusura c’è stato un afflusso notevole, come ad esempio nell’ultima domenica di apertura, con i raduni delle “compagnie” e l’arrivo di circa 800 pellegrini, così come per la Messa conclusiva del 2 novembre. La devozione verso la Santissima Trinità – aggiunge don Alberto Ponzi – non conosce ostacoli di sorta ed è sempre molto forte nella nostra gente, così come nei tanti pellegrini che arrivano anche dalle province e dalle regioni limitrofe. E’ un qualcosa di bello che si rinnova anno dopo anno, grazie anche allo straordinario operato delle compagnie». C’è un altro aspetto che il cronista, salito diverse volte al santuario, non ha potuto non cogliere e che lo stesso don Ponzi rimarca e sottolinea: il notevole afflusso di giovani, che magari nelle chiese e nelle parrocchie si vedono sempre di meno, ma che per la Santissima Trinità hanno un’affezione continua: «E’ vero, molti di loro fanno parte delle compagnie e sono tra i primi ad animarle. Tanti poi vengono e mi dicono: non sono potuto venire quando c’era il pellegrinaggio della compagnia o della parrocchia, ma appena ho potuto eccomi qui. Poi ci sono tanti gruppi di ragazzi che vengono anche loro in segno di devozione autentica, e non solo per una scampagnata nei boschi circostanti». Il segno di fede autentica che la Santissima ridesta, come ha avuto modo di sottolineare anche il vescovo Ambrogio Spreafico quando ha celebrato al santuario, lo si riscontra pure nell’accostarsi di continuo al sacramento della Riconciliazione, grazie ai numerosi sacerdoti che ogni giorno, e non solo alla domenica, hanno prestato questo servizio negli appositi spazi al coperto, Insomma, una stagione di fede intensa ed “esaltante”, nella migliore accezione del termine. Ricordiamo infine che è già disponibile il calendario 2025 del santuario, che si può ricevere anche a casa (info sul sito internet e sui social del santuario di Vallepietra).
I giovani pellegrini alla Santissima. Con la gioia di arrivare alla “meta” dell’amicizia con Gesù

Dal paese di Vallepietra, con la partenza fissata di buon mattino, fino al santuario della Santissima Trinità, per un’ascensione che ha unito la gioia dello stare insieme al desiderio di arrivare alla meta, sia pure anche con fatica, perché in alcuni tratti le due ore circa di salita presentano delle asperità. Ma alla fine, come detto, ecco la meta: in questo caso il sacro speco sotto la montagna, ideale rappresentazione dell’arrivare al Signore, senza tante zavorre, perché in montagna – come dovrebbe accadere nella vita – si va solo con l’essenziale. Ecco un po’ il senso ed il significato del pellegrinaggio che venerdì 6 settembre è stato compiuto da un gruppo di giovani e da alcuni adulti e organizzato dalla Pastorale giovanile e da quella vocazionale della diocesi, con i responsabili don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi che lo hanno guidato. Provenienti soprattutto dall’unità pastorale delle “parrocchie in comunione con Maria”, da Collelavena e da Tecchiena Castello, una volta giunti al santuario i pellegrini hanno partecipato alla Messa, molti di loro si sono accostati al sacramento della Riconciliazione (i confessori sono sempre a disposizione al santuario) e quindi un pranzo al sacco come ulteriore momento di convivialità e amicizia, prima di ridiscendere a Vallepietra, sempre a piedi e ancora per immergersi nel grande significato spirituale di ogni pellegrinaggio, che non può certo terminare una volta “arrivati”. Concetti bene espressi da don Luca Fanfarillo nel corso dell’omelia: «Il pellegrinaggio rappresenta un po’ la nostra vita. Durante il percorso si incontrano mille difficoltà, si fatica, ma quando si arriva alla meta la gioia è grande, specialmente se Gesù cammina accanto a noi». di Igor Traboni
Il Vescovo alla Santissima: «Anche noi possiamo essere “grandi” perché servi nell’amore»

Anche il vescovo Ambrogio Spreafico tra i primi pellegrini a tornare al santuario diocesano della Santissima Trinità di Vallepietra, dopo l’esecuzione dei lavori di messa in sicurezza a seguito del ferimento nel maggio scorso di un giovane fedele colpito da un masso staccatosi dalla montagna. Il vescovo ha celebrato Messa giovedì 25 luglio, a 24 ore dalla riapertura del luogo sacro, nel giorno della festa liturgica di San Giacomo e alla vigilia di quella di Sant’Anna, particolarmente venerata dai fedeli che salgono alla Santissima.«Siamo molto contenti di essere tornati qui – ha detto Spreafico all’inizio della Messa – e ringraziamo il Signore che ci aiuta a ritrovare il senso della comunità attorno all’altare della mensa eucaristica».Nel corso dell’omelia, il vescovo di Anagni-Alatri, prendendo spunto dal Vangelo del giorno, ha ricordato come «oggi ci sono tanti dominatori nel mondo, da quelli che conosciamo ai piccoli prepotenti che magari sfruttano gli altri con la piaga del caporalato e ce ne accorgiamo solo quando ci sono fatti di cronaca, che assoggettano i giovani con lo spaccio di droga. E qualche volta anche nelle nostre comunità possono esserci delle persone che pensano di avere dei piccoli poteri. Ma non è questa la vita dei discepoli di Gesù, che ci ricorda invece che chi vuole essere grande deve farsi servo. Ecco, Gesù ci dice che bisogna essere “grandi” ma per realizzarci nell’umanità, non per essere prepotenti. Servo è colui che ascolta il Figlio di Dio che ci vuole far crescere nella nostra umanità, come sorelle e fratelli». E invece, ha aggiunto Spreafico, il mondo sembra andare in tutt’altra direzione: «Oggi c’è poco rispetto degli altri, siamo sempre lì pronti a giudicare, a parlar male, a scrivere male degli altri. Ma il vero servo è colui che si accorge del bisogno dell’altro e si mette a disposizione, senza pretendere niente. E’ colui che lava i piedi come ha fatto Gesù, chinatosi su di noi e che tutti ci conosce per nome, sa delle nostre fatiche, dei dolori, ma anche delle attese, delle speranze. Gesù ci dice che la nostra grandezza è quella di metterci a servizio e questo può renderci felici», ha aggiunto il vescovo, ricordando quindi la figura del buon samaritano «che ebbe compassione e si fermò, anche se aveva da fare. Invece noi oggi abbiamo sempre fretta, abbiamo sempre qualcosa da fare. Ma se vedete una persona triste, sola, fermatevi: questo guarisce anche il nostro egoismo e ci aiuta a farci “grandi” perché servi».Il vescovo Spreafico è quindi tornato sulla riapertura del santuario della Santissima Trinità, ringraziando tutti colori che si sono adoperati per la messa in sicurezza come ha fatto poi anche il rettore monsignor Alberto Ponzi, rivolgendo un invito ai fedeli: «E’ bello essere qui, passare davanti alla bella immagine della Santissima Trinità che ci guarda negli occhi, ma facciamoci davvero guardare, usciamo da quella cappellina diversi, perché in quegli occhi c’è lo sguardo di Dio che ci dice: anche tu devi cambiare, puoi farti servo e per questo grande, un uomo vero che realizza se stesso nell’amore e nella condivisione». Il vescovo ha poi tratteggiato la figura di sant’Anna, rifacendosi alla sua tenera maternità: «Ci ha donato la madre del figlio di Dio e noi tutti, anche noi uomini, dobbiamo imparare ad essere un po’ madri, ad amare come amano le madri, perché l’amore è pazienza e se invece fai il prepotente non ottieni niente. Sant’Anna ci protegga perché anche noi possiamo essere “madri” di tanti e possiamo aiutare i nostri giovani a costruire un mondo più fraterno». Al termine della celebrazione il vescovo ha quindi ricordato il suo recente breve viaggio a Gerusalemme, sottolineando il dolore e la sofferenza incontrati e invitando tutti a pregare per la pace «magari al mattino appena svegli: un segno di croce e una preghiera per la pace: Sant’Anna, che veniva proprio da quella terra, ne sarebbe contenta». La Messa è stata celebrata nella chiesa sotterranea al coperto, stante il divieto, sempre per quei motivi di sicurezza che tutti i fedeli sono tenuti a rispettare, di sostare in alcune aree all’aperto del santuario. di Igor Traboni
Il 24 luglio riapre il santuario della Santissima. Il 25 luglio la Messa del Vescovo

Mercoledì 24 luglio il santuario diocesano della Santissima Trinità di Vallepietra riapre ai fedeli, dopo l’esecuzione dei lavori (nella foto) per la messa in sicurezza, a seguito dell’incidente del 25 maggio scorso, quando un sasso staccatosi dalla montagna sovrastante colpì al capo un giovane pellegrino di Olevano Romano, le cui condizioni sono poi comunque andate progressivamente migliorando. Il giorno successivo, giovedì 25, al santuario salirà il vescovo Ambrogio Spreafico, per celebrare Messa alle 17, nel giorno della ricorrenza di sant’Anna, la madre di Maria la cui devozione popolare è fortemente legata per l’appunto anche a quella della Santissima.La notizia della riapertura, tanto attesa dai fedeli non solo della Ciociaria, ma anche delle province e regioni limitrofe, è stata comunicata ufficialmente dal rettore del santuario, monsignor Alberto Ponzi, con questa nota: “Carissimi pellegrini, siamo qui a comunicarvi che mercoledì 24 luglio riaprirà il nostro amato santuario. Chiedo a voi pellegrini e devoti di adeguarvi alle indicazioni che vi saranno date all’arrivo al santuario. L’ ingresso al santuario sarà possibile solo attraverso un camminamento coperto, realizzato a partire dal candelabro fino all’ ingresso del tunnel che porta alla chiesa San Giovanni Paolo II. Tutto questo è stato possibile grazie allo sforzo del santuario e del comune di Vallepietra, per permettere ai pellegrini di tornare a visitare e venerare l’immagine della Santissima Trinità”.Per mettere in sicurezza l’area del santuario, infatti, sono stati eseguiti dei lavori di somma urgenza, così illustrati dal comune di Vallepietra, in un’altra nota ufficiale del neo sindaco Daniele Mioni in cui si legge tra l’altro: “Nei primi 30 giorni di mandato ci siamo occupati esclusivamente sul progetto di messa in sicurezza del Santuario, abbiamo presentato e ci siamo fatti approvare un progetto in regione in tempi record, grazie al tempestivo intervento del consigliere regionale Flavio Cera e dell’assessore al bilancio Giancarlo Righini. Nel frattempo che si compirà la gara per i lavori regionali, abbiamo però pensato di abbreviare ulteriormente i tempi creando un progetto-specchio di quello presentato in Regione, questa volta affittando le strutture”.Ed ecco dunque realizzato questo camminamento coperto che consentirà ai fedeli e ai visitatori di raggiungere il santuario in sicurezza. Il percorso obbligato così delineato, ci tiene a sottolineare don Alberto Ponzi, va assolutamente rispettato e non si può uscire o deviare dallo stesso, per motivi di sicurezza. Tornando al giorno di riapertura, verrà celebrata come da consuetudine nei feriali una Messa al mattino, alle 10.30. Il giorno dopo, giovedì 25, ci saranno Messe ogni ora al mattino, dalle 8 alle 12, mentre quella pomeridiana è prevista per le 17, celebrata per l’appunto dal vescovo Spreafico, cui però quest’anno non seguirà la processione. Come sempre, saranno disponibili dei sacerdoti per le confessioni.Eventuali variazioni di orario, per motivi logistici, verranno comunicate attraverso i social della diocesi e del santuario. di Igor Traboni
Il santuario della Santissima presto in sicurezza con un percorso protetto

Si va verso una soluzione, tanto provvisoria quanto ritenuta efficace, per riaprire al più presto l’area delle celebrazioni del santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, il cui accesso è stato interdetto dai vigili del fuoco dopo che un masso, straccatosi dalla parete rocciosa sovrastante, ha colpito al capo un giovane pellegrino di Olevano Romano, le cui condizioni sono comunque fortunatamente in deciso miglioramento. In attesa che partano i lavori per la sistemazione della parete rocciosa, così come deciso e stanziato dalla Regione Lazio, lunedì scorso si è riunito il tavolo tecnico (nella foto) del Comune di Vallepietra, ossia una commissione consiliare permanente, presieduta dal sindaco Flavio De Santis, che sioccupa per l’appunto delle varie questioni riguardanti il santuario e delle attività produttive del paese. La commissione, come già preannunciato, ha esaminato la possibilità di dar vita ad un “camminamento” provvisorio, una sorta di corridoio-percorso per far accedere i pellegrini in sicurezza all’area sacra prospicente il santuario e la chiesa all’aperto. E’ stato così deciso che non verranno realizzate opere né manufatti, ma l’intenzione è quella di procedere con l’installazione di una sorta di grandi “ombrelli parasassi”, con tanto di intelaiatura in ferro e in acciaio, capaci ovviamente di resistere anche alle folate di vento, con una inclinazione tale da permettere lo scivolamenti dei sassi che dovessero continuare a cadere, con dei pannelli in vetro antisfondamento anche per consentire di guardare comunque all’esterno. Si tratta di pannelli che misurano 3 metri per 2, che sono stati già installati in varie zone paesaggistiche e di interesse turistico in tutta Italia e che presentano una morfologia simile a quella della montagna di Vallepietra. Visto che si tratta per l’appunto solo di acquistare e di installare questi pannelli, la spesarientra nei parametri della somma urgenza e dunque non ci sarà tempo da perdere con gare d’appalto. Ci saranno anche degli appositi pannelli informativi per segnalare ai pellegrini e ai visitatori che nonsi potrà uscire da questo corridoio proprio per non incorrere negli eventuali rischidi altre cadute di massi e sassi. A proposito di tempi, tutto lascia pensare che si possa terminare l’installazione per metà luglio e quindi riaprire ai fedeli per la festa di Sant’Anna, ma da questo punto di vista dal municipio vallepietrano sono in stretto contatto con il rettore del santuario, don Alberto Ponzi, per valutare al meglio il tutto. di Igor Traboni