Ha chiuso i battenti domenica 27 marzo, nella chiesa degli Scolopi ad Alatri, la mostra internazionale sui miracoli eucaristici, ideata e organizzata dal beato Carlo Acutis: un vero e proprio evento per la città e l’intera diocesi, con circa mille visitatori da tutta la provincia di Frosinone, da quelle del Lazio e perfino da altre regioni, con alcune scolaresche da Napoli e Caserta. E tanti sono stati proprio gli studenti, accompagnati dai docenti di religione, che hanno visitato la mostra e la cappellina del miracolo eucaristico in Concattedrale, con l’allestimento straordinario della pergamena papale del 1228, a certificazione dell’avvenuto miracolo eucaristico di Alatri. Studenti che in gran numero hanno partecipato anche al concorso multimediale, organizzato nell’ambito della stessa mostra. Per trarre un bilancio di queste due settimane, abbiamo chiesto un commento a don Giuseppe Ghirelli e a Gabriele Ritarossi, rispettivamente parroco del centro storico di Alatri e presidente dell’Associazione culturale Radici, ovvero le due realtà che hanno fattivamente concorso ad organizzare la mostra e gli eventi paralleli, sotto gli auspici del vescovo Lorenzo Loppa e assieme al servizio pastorale giovanile e all’ufficio comunicazioni sociali della diocesi, con il patrocinio del Comune e la qualificata presenza dei volontari di Chiese aperte. «C’è stata davvero una grande partecipazione – sottolinea subito don Ghirelli – con tanta gente di Alatri, dei centri limitrofi e anche da fuori regione, richiamati dalla figura di Acutis e dal miracolo eucaristico che conserviamo nella Concattedrale. Grazie a Radici, che ha ottenuto la presenza della mostra, e poi ai vari uffici diocesani, al Comune e ai volontari, siamo riusciti a coinvolgere anche tanti giovani. Il mio auspicio è che un movimento del genere non finisca qui, ma prosegua tenendo conto che la città di Alatri dovrebbe “investire” non solo sull’Acropoli e i tanti monumenti, ma proprio mettendo in evidenza il miracolo eucaristico, con una collaborazione ed un coordinamento ad esempio con il museo civico. E ovviamente mi aspetto tanti frutti spirituali da queste due settimane, perché il miracolo di Alatri ci dice che Gesù si rende carne anche in quella situazione in cui quella ragazza trafugò l’ostia; Gesù non disdegna di farsi presente come carne viva all’interno di ogni vicenda umana. E’ lì a dirci: io ci sono, anche nelle angosce e nei problemi».

«La mostra sui miracoli eucaristici – afferma dal canto suo Gabriele Ritarossi – è stata una splendida avventura.  È nata con l’idea di poter offrire non solo un appuntamento importante a livello culturale, che è il campo nel quale la nostra attività associativa si misura e sul quale cerchiamo sempre di offrire punti di vista su vari temi che trovano nella radici cristiane la propria origine e nella diffusione del patrimonio della tradizione uno dei punti di maggiore interesse, ma anche e soprattutto il desiderio di approfondire insieme al beato Carlo Acutis l’eucarestia come fonte della vita cristiana. La mostra è stata l’occasione per unire la piazza e il campanile, lo spazio dentro il quale conoscere le radici della nostra gente e quelle della fede cattolica, la porta di accesso sia alla profonda tradizione cristiana della città di Alatri quanto dentro la profondità dei misteri delle fede. La mostra ha, infine, consentito di seminare nel percorso culturale che stiamo offrendo quei semi buoni della  genuina tradizione cristiana, capace di ricordarci che solo un pane condiviso ci sazia e che dentro ogni storia si nasconde un segno del buon Dio capace di trasformare ogni cosa, anche un ostia in carne viva».

A proposito degli eventi collaterali alla mostra, negli ultimi dieci giorni se ne sono susseguiti tre in particolare: l’incontro con padre Carlos Aciacio, rettore del santuario della Spogliazione di Assisi dove è sepolto Acutis; il convegno storico sul miracolo di Alatri, con Remo Costantini e Pietro Antonucci; l’incontro a cuore aperto, ieri pomeriggio, con le monache di clausura del monastero benedettino di Alatri.

di Igor Traboni  (da Avvenire – Lazio Sette)

(nella foto, i bambini del catechismo della parrocchia di Tecchiena Castello, con gli educatori: uno die tanti gruppi che ha visitato la mostra).

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