Un grande silenzio nella preghiera comunitaria. E poi quelle preghiere personali scritte su tanti bigliettini, lasciati ai piedi dell’altare, accanto alle dieci candele accese da altrettanti ragazzi a nome delle centinaia di coetanei presenti. E infine lo sciamare fuori dalla chiesa, a ritrovare vecchie amicizie o ad allacciarne di nuove, dandosi appuntamento sugli autobus che ad agosto porteranno i ragazzi alla Gmg di Lisbona. Sono questi, volendo semplificare al massimo, i primi e immediati flash dell’incontro di Quaresima tra il vescovo Ambrogio Spreafico e i giovani delle diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e Anagni-Alatri, tenutosi nella serata di venerdì 31 marzo nella chiesa di san Paolo a Frosinone, anche come preparazione alla Gmg in Portogallo. Arrivati dalla stessa Frosinone, ma anche da Ceccano, Vallecorsa, Alatri, Anagni, Fumone, Piglio e altri paesi delle due diocesi (accompagnati da una dozzina di sacerdoti in grande amicizia e comunione tra loro, come gli stessi hanno sottolineato), i giovani hanno dapprima ascoltato un brano del Vangelo e quindi la riflessione del vescovo Ambrogio Spreafico, il quale ha tenuto subito a sottolineare la bellezza di una serata impreziosita proprio dallo stare insieme: «Siamo insieme e questo è molto importante, perché oggi c’è la tendenza a isolarsi,  a stare distanti, a chattare ma sempre a distanza, chiusi in una cameretta, senza vedere il viso dell’altro – ha aggiunto il presule calamitando oltremodo l’attenzione dei ragazzi sempre sensibili a questo tema – Ma la vita è incontro, è ascoltarsi: quando si parla con una persona è tutto diverso, perché puoi vedere il viso dell’interlocutore e coglierne la gioia, i desideri, i problemi, le sofferenze. Oggi siamo in tanti mondi di “io” individuali: il nostro, quello di un gruppo, di un paese, di un continente. Tutti mondi che talvolta non fanno altro che farsi la guerra. E poi facciamo fatica ad accogliere chi scappa perché non sa come vivere. Ma il mondo si cambia insieme agli altri, a partire da quell’altro da noi».

Spreafico si è quindi poi brevemente soffermato sulla lettura precedente dal Vangelo di Luca e sulla figura di Maria, una giovane che si mete in cammino per andare da Elisabetta, una anziana, per dirle della gioia appena ricevuta «e questo dovrebbe esserci di insegnamento a vivere con chi è più debole, più fragile, come ad esempio gli anziani nelle Rsa, mollati lì dopo una vita, dopo che ci hanno fatto crescere. In questa Settimana Santa alziamo gli occhi verso la Croce di Gesù e guardiamo le tante croci nel mondo: così capiremo anche noi stessi, ridimensioneremo le nostre fatiche, le tristezze di un giorno».

Il vescovo delle due diocesi ha avuto infine un pensiero anche per la Gmg «un evento molto bello e anche attraverso questo ci proponiamo quel vivere insieme che tante volte manca nelle nostre vite».

A proposito di Gmg, le due diocesi stanno lavorando insieme, con le rispettive pastorali vocazionali (contattando le quali ci si può ancora iscrivere) nel preparare il viaggio: partenza il 1° agosto e ritorno il 9, in autobus, con tappe all’andata ad Avignone e Madrid e al ritorno a Barcellona e Genova.

Tornando alla serata, dopo la riflessione del vescovo Spreafico, è stato esposto il Santissimo, al centro anche dell’intenso momento della preghiera comunitaria – accompagnata in maniera eccellente dalle voci e dalle note del coro Santa Maria De Mattias di Vallecorsa – e di quella personale, seguita da una intenzione particolare per la guarigione di papa Francesco. Gli altri due momenti forti della serata, cui accennavamo all’inizio, hanno visto le dieci candele accese, simbolicamente a rappresentare tutti i presenti ma anche gli altri giovani delle due diocesi, mentre successivamente in un grande cubo di vetro, sempre e non a caso sistemato ai piedi dell’altare, i giovani hanno deposto i bigliettini con le preghiere personali.

Igor Traboni

 

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