Quando raccontava della “sua” Africa, don Giuseppe Ghirelli spesso faceva riferimento anche alla presenza delle suore di Madre Teresa di Calcutta in quel lembo di Etiopia e di come aiutava pure loro, così dedite in particolare ai malati psichiatrici. E’ per questo che nell’inaugurazione del centro specialistico neuropsichiatrico a Robe, avvenuta nei giorni scorsi, c’è anche il segno e il sogno di don Ghirelli, per tutti semplicemente don Peppe, il sacerdote di Anagni scomparso nell’agosto del 2022 all’età di 68 anni e che per sei anni è stato fidei donum in Etiopia. Anche una volta rientrato in Italia, con la cura delle parrocchie del centro storico di Alatri affidatagli dal vescovo Loppa e con i primi sentori della malattia che poi lo avrebbe vinto, don Peppe conservava nel cuore un animo missionario e non perdeva occasione per ricordare i bisogni dell’Africa.

E un doveroso ma soprattutto sentito omaggio a don Ghirelli è stato portato dalla delegazione della Conferenza episcopale italiana, guidata da monsignor Rocco Pennacchio, arcivescovo di Fermo e presidente del Comitato per gli interventi caritativi a favore del Terzo Mondo, che ha fatto visita a diverse realtà etiopiche, prima dell’inaugurazione dell’ospedale di Robe. L’ultima tappa, proprio prima di arrivare a Robe, è stata infatti Adaba, dove è attiva la struttura scolastica voluta da don Peppe che, grazie ai fondi dell’8xmille e alla generosità di tanti fedeli italiani e ciociari in particolare, aveva riorganizzato gli ambienti in maniera funzionale, così da dotarli di una biblioteca, di un laboratorio di informatica e di altri laboratori di fisica e chimica; accanto a questa struttura, sorge anche una “casa famiglia” che accoglie e segue fino all’adolescenza e all’autonomia diversi bambini particolarmente svantaggiati. Ed era questo uno degli altri obiettivi di don Ghirelli: far crescere nel migliore dei modi (con l’istruzione, con cure sanitarie e ambienti appropriati) le nuove generazioni e affidare loro le chiavi del futuro di quel Paese africano.

Per tornare all’ospedale di Robe, la struttura conta 40 posti letto, ambulatori, reparti e sale per la riabilitazione e già da alcune settimane accoglie anche i pazienti più gravi della missione delle sorelle di Madre Teresa di Calcutta che, nella vicina cittadina di Gobe, assistono da anni circa 250 malati psichiatrici e neurologici, grazie anche al sostegno portato per tanti anni proprio da don Peppe. 

Igor Traboni

 

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