Madonna del Monte Piglio

Le prime notizie di questo complesso si hanno a partire dal XIV sec. .
Il documento risale al 1328-1329 e riguarda il pagamento della “decima annuale corrisposta agli esattori della curia romana da “Berardo Tyberii” per l’importo di soldi 5.
La notizia è stata pubblicata nel 1946 tra le “Rationes Decimare”… del Battelli dalla Collana “Studi e Testi” della Biblioteca Apostolica Vaticana pag. 62.
Il Santuario sito a quota mille, tra Piglio e gli Altipiani di Arcinazzo comprendente chiesa ed antico romitorio, è uno dei luoghi più suggestivi dell’intera Ciociaria e costituiva  senza dubbio una tappa importante per i pellegrini diretti a Subiaco e al più celebre Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra.
Fonti posteriori ci parlano infatti di un luogo di ristoro presente nei paragi, “dai fondi manoscritti dell’archivio Colonna”.
Gli Statuti della Terra di Piglio del 1479 iniziano con l’invocazione: “In Dei nomine, et Virginis Mariae de Monte, quae nos custodiat semper, amen”.
Negli atti della visita pastorale di Mons. Filippini Tenderini del 1768 troviamo la narrazione della costruzione della chiesa della Madonna del Monte, realizzata con le elemosine dei devoti del Piglio, che si fa risalire a partire dall’anno 1756.
Nella visita del Vescovo di Anagni Mons. Cirillo Antonimi alla chiesa della Madonna del Monte in data 14 aprile 1779, fu stabilito che nuovo amministratore della chiesa dovesse essere il notaio Carlo Locci.
L’incarico fu da lui svolto fino all’anno 1802. In un Inventario delle prebende delle chiese parrocchiali di S. Maria e S. Lucia, a proposito della Madonna del Monte, troviamo delle notizie redatte intorno al 1820.
Vi leggiamo che i “Signori Canonici l’Officiano nella sua Festa nella Domenica Ottava dall’Ascensione; e si mantiene colle sue entrate; e la custodia di un Romito, che abita nel suo Romitorio unito; ma questo si mantiene “piis elemosinis”.
Giorgio Alessandro Pacetti
 
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