Il vescovo alla marcia di Ac: «Costruiamo la pace ogni giorno»
La preghiera comunitaria guidata dal vescovo e la riflessione offerta ai presenti dallo stesso monsignor Ambrogio Spreafico hanno chiuso nel pomeriggio di sabato 27 gennaio la Marcia della pace, organizzata dall’Azione Cattolica diocesana e ospitata dalla città di Alatri. E proprio piazza Santa Maria Maggiore ha rappresentato il centro dell’iniziativa, che qui è iniziata e qui si è conclusa, sul sagrato della chiesa degli Scolopi, con intervento del vescovo che alle centinaia di bambini festanti ha subito chiesto: «Ma è possibile la pace?», con un coro entuasiasta di “sì” levatosi dalla piazza, colorata di cappellini, bandane e bandiere. «Ma la pace è possibile – ha quindi detto Spreafico – solo se si dialoga. E per dialogare la prima cosa da fare è ascoltare gli altri. Quando parlano mamma e papà, ad esempio, voi bambini dovete stare zitti e ascoltare. Ma anche quando parla un bambino, i genitori, i grandi, hanno il dovere di ascoltare! Oggi invece si ascolta troppo poco e si pensa sempre di avere ragione. Vogliamo la pace, certo, ma poi litighiamo tra noi, oppure non accogliamo l’altro che è in difficoltà, l’amico o con il compagno di a scuola che ha bisogno, quando addirittura non arriviamo ad esercitare la violenza, come purtroppo è successo in questa città di Alatri. Perché la violenza non è solo la guerra che vediamo in televisione. Ma ci riguarda anche da vicino, se solo pensiamo che in Italia ci sono 8 milioni si armi e di queste 6 milioni e mezzo non sono neppure dichiarate, per non parlare poi delle armi che mandiamo in tutto il mondo. Gesù invece ci insegna che si vive disarmati. E allora – ha invitato il vescovo – disarmiamo anche i nostri cuori, i pensieri, i sentimenti, perché la pace cammina e si costruisce anche dentro di noi e attorno a noi. E invece tanti nostri paesi fanno a gara nelle “chiacchiere” sugli altri. Oppure non riusciamo a trattenere il ditino sul cellulare e mettiamo i like se uno insulta un altro. Ma questo non è da cristiani, mentre bisogna ricordare che Gesù ha detto: io sono la pace! Ascoltiamo Gesù e impariamo a costruire rapporti di amicizia, impariamo anche ad essere gentili con gli altri. Siamo qui per costruire la pace, ogni giorno!», ha concluso il vescovo, non prima di aver ricordato a bambini e ragazzi l’importanza del Giorno della Memoria, celebrato sempre il 27 gennaio. La marcia e le iniziative collegate, come detto, sono state ospitate da una accogliente città di Alatri, grazie anche ai luoghi e alle strutture messe a disposizione dal sindaco Maurizio Cianfrocca. Presenti diversi sacerdoti diocesani: il parroco don Walter Martiello, l’assistente unitario dell’Ac don Rosario Vitagliano, don Fabio Tagliaferri, don Roberto Martufi, don Pierluigi Nardi, don Luca Fanfarillo . Dopo l’arrivo dei gruppi e i saluti della presidente diocesana Concetta Coppotelli, del sindaco di Alatri e della responsabile del circolo Legambiente di Anagni (partner di questa edizione) Rita Ambrosino, i partecipanti si sono divisi per gruppi di età e, guidati dagli educatori per l’ACR, dall’equipe e dall’assistente per il settore giovani e con don Fabio per il settore adulti, si è riflettuto insieme sulle seguenti tematiche di pace. Piccolissimi-FACCIAMO ESPLODERE LA PRIMAVERA 6 / 8 anni – SULLE DITA DI UNA MANO 9 / 11 – GUERRA E PACE 12 / 14- È BELLO CIÒ CHE È PACE GIOVANISSIMI e GIOVANI : Pace e comunicazione- Priorità di pace. ADULTI-“ FEDE E PACE”: BEATI GLI OPERATORI DI PACE! Tanti i presenti, comprese alcune religiose, e diverse le parrocchie partecipanti, da Alatri, Anagni, Fiuggi, Acuto, Fumone, Filettino, Mole Bisleti, Tecchiena, Tecchiena Castello, Sgurgola, con alcune iniziative collaterali pure degne di nota, come ad esempio quella presa dalle educatrici di Tecchiena Castello che hanno portato i bambini del catechismo anche in Concattedrale per far loro conoscere il miracolo dell’Ostia incarnata, accolti calorosamente dal parroco don Walter Martiello. La marcia ha quindi percorso le vie del centro storico, per poi fermarsi in preghiera a piazza Regina e in largo Paolo Cittadini “Il Girone”, in ricordo di Emanuele Morganti e di Thomas Bricca, prima di tornare in piazza Santa Maria Maggiore. La marcia della pace attraversa città e paesi italiani da quasi mezzo secolo, come ci ricorda la presidenza dell’Ac diocesana: l’educazione alla Pace entra a far parte del percorso formativo dell’ACR dopo l’incontro nazionale con papa Paolo VI del 20 maggio 1978 il cui slogan “La pace nascerà: parola di ragazzi”. Pochi giorni prima del giorno fissato, si verificano a Roma alcuni fatti di violenza terroristica. Il cardinale vicario Ugo Poletti decide dunque di cogliere l’occasione per lanciare un appello alla città per vincere la violenza invitando “tutti i cittadini di buona volontà” a partecipare alla manifestazione. Lo slogan scelto dall’ACR per la prima Carovana di pace è: Per la pace tutti in campo. La Carovana della pace o marcia, diviene così un appuntamento fisso per l’AC della diocesi di Roma e man mano si allarga a tutte le altre diocesi italiane. Così, nel mese di gennaio di ogni anno, si inizia a preparare questa manifestazione: i gruppi ACR delle parrocchie si confrontano su come portare pace nel mondo che li circonda e preparano un messaggio da offrire durante la messa e da scambiarsi con le altre parrocchie; colorano poi striscioni, cartelloni bandiere e costruiscono strumenti per “farsi sentire” durante il percorso. Nasce l’idea di una manifestazione che, a chiusura del percorso di riflessione dei gruppi parrocchiali, porti i bambini a testimoniare davanti alla città il loro desiderio di pace e il loro impegno personale.
Diversità, novità, armonia in Azione…Cattolica
14 gennaio 2024: primo appuntamento dell’anno per i soci adulti di Azione Cattolica della nostra diocesi, con la sorpresa della presenza di un paio di giovani desiderosi di fare anche questa esperienza. Un incontro partecipato, non perché ci siano stati grandissimi numeri, che a noi di AC interessano poco, ma perché ricco di presenza in termini di attenzione, coinvolgimento e condivisione. Ospiti dell’AC di Subiaco, che ha accolto i nostri adulti con la tipica familiarità che si respira in AC: sentirsi a casa, in casa di ‘altri’, è un dono immenso e una ricchezza da custodire. Una ricca colazione e i saluti dei due presidenti diocesani presenti, Concetta Coppotelli per la nostra diocesi e Gianluigi Sbaraglia per la diocesi di Tivoli, hanno dato inizio all’incontro curato dai vice presidenti Giusy Secondino e Marcello Ambrogi. Per rompere il ghiaccio, un simpatico gioco di conoscenza, ha introdotto il tema dell’incontro, che ha visto protagonista la parola DIVERSITÁ, palesando come questa parole nella lingua italiana faccia pensare a qualcosa di negativo o a qualcosa o qualcuno di diverso, estraneo, quasi lontano dalla normalità; a differenza di altre lingue, nelle quali, la parola diversità riporta, non al diverso, ma al differente, e dunque ad una accezione positiva del termine, che apre alla NOVITÀ di cui l’altro è ricco. Una novità che va accolta, esattamente come vogliamo venga accolta la nostra. E questo ce lo dice anche la Parola di Dio che, con il brano biblico della prima lettera ai Corinzi (cap. 12, 1-31), commentata dall’assistente diocesano don Rosario Vitagliano, ha aiutato a comprendere che tutti siamo unici, irripetibili e indispensabili, proprio per la nostra diversità. Come le tessere di un mosaico che, prese singolarmente, dicono poco ma insieme creano il capolavoro. E se c’è tutto questo, c’è ARMONIA, proprio come dice Papa Francesco: “Se ci sembra che lo Spirito Santo crei disordine, portando diversità dei carismi, dei doni, tutto ciò, sotto l’azione di Dio è una grande ricchezza, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che non significa uniformità, ma armonia.” «Dunque – concludono i vice adulti prima di partecipare alla Messa nella bellissima Cattedrale di Subiaco – tre parole vi lasciamo: DIVERSITÀ, NOVITÀ, ARMONIA, perché crediamo che questa sia la nostra missione di cristiani e come membri dell’Azione Cattolica». Dopo il pranzo e un momento di condivisione su quanto meditato in mattinata, l’incontro è proseguito con la visita al Monastero, prima di San Benedetto e Sacro Speco e poi di Santa Scolastica, per rientrare in serata, alla volta di casa stanchi, ma con la ricchezza di una giornata vissuta tra fede, cultura e tanta amicizia. A cura della Presidenza diocesana