Assemblea Ecclesiale 2024, l’omelia del Vescovo Ambrogio

Segue il testo dell’omelia del Vescovo Mons. Ambrosio Spreafico nella celebrazione di chiusura dell’Assemblea Ecclesiale 2024 Abbazia di Casamari – Veroli -Domenica 13 ottobre 2024 Clicca qui per scaricare il pdf Sorelle e fratelli, lo Spirito di Dio ci raduna come un popolo attorno al suo Maestro e Signore, quel Dio che in Gesù Cristo ci ha rivelato l’amore profondo per l’umanità intera, e che noi, come suoi discepoli, siamo chiamati a comunicare con gioia e passione. E’ quanto ci siamo detti in questi giorni nell’Assemblea delle nostre due diocesi, che stanno condividendo la gioia di lavorare insieme in questo tempo difficile, in cui tanti io, individuali o di gruppo, preferiscono l’isolamento nei loro confini, umani o geografici che siano, fino ad arrivare alla contrappostone e all’eliminazione dell’altro, come avviene nella violenza e nelle guerre.Noi siamo il popolo dei discepoli di Gesù, parte di un popolo universale, “segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano”, come dice il Concilio. Se non siamo questo, se non siamo seme di unità, di amicizia, di inclusione, di dialogo con tutti, semplicemente non siamo discepoli di Gesù di Nazareth, ma appartenenti a chiesuole, gruppi, associazioni, che si fanno le loro cose e rischiano di crescere senza portare frutto. La nostra assemblea esprime con semplicità e umiltà la ricchezza di questo popolo nella diversità di ognuno, ma anche nella sua forza di amore e di passione per il Vangelo, generatrice di sogni e di visioni per il mondo.Siamo guidati e nutriti da quella Parola di Dio, “viva ed efficace, più tagliente di ogni spada a doppio taglio, … che discerne i sentimenti e i pensieri del cuore”. Per questo siamo qui. Lasciamoci scrutare dalla Parola di Dio, perché produca in noi sapienza del vivere e umanità. Il mondo ha bisogno di umanità, saggezza, amicizia, gentilezza, amore. Ma, se ascoltiamo solo noi stessi, non andremo molto oltre. A volte siamo scontati, troppo sicuri; ripetiamo noi stessi, imponiamo i nostri schemi aprendoci con fatica al nuovo, o pensando di essere già noi il nuovo. Come ascolteremo gli altri, le loro domande, il bisogno dei poveri, la solitudine degli anziani e le incertezze dei piccoli e dei giovani, le attese e le speranze di pace del mondo?Il Vangelo ci ha parlato dell’incontro di Gesù con un “tale”. In quel tale ci potrebbe essere ciascuno di noi, ma anche ogni donna e ogni uomo. Ha una domanda dentro, una domanda di vita. Era ricco, ma non gli bastava per essere felice, realizzare se stesso. “Maestro buono, che cosa devo fare per avere la vita eterna?” Gesù risponde in modo sorprendente: “Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo”. Pensate quante volte ci sentiamo buoni, a posto con Dio e con gli altri. E che dovrei fare di meglio e di più? Ma Gesù sa che non basta sentirsi buoni e fare il proprio dovere, come quel tale. Così Gesù “fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: “Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!” Sorelle e fratelli, Gesù ci ama, sa chi siamo meglio di noi, conosce il nostro desiderio di vita piena e di felicità. Per questo ci indica una risposta, una proposta di vita per tutti. Sì, ti manca qualcosa di essenziale. Va’, vendi quello che hai, lascia quello che credi il tuo tesoro, vivi la solidarietà con i poveri e avrai un tesoro nel cielo. “Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza”, aveva detto parlando alle folle (Mt 6,24). La parola di Gesù è un ammonimento e un invito prezioso per la vita di ognuno di noi, non solo dei consacrati e consacrate o dei sacerdoti. Gesù propone ad ogni discepolo un tesoro, che non è possibile comprare, come i beni che possediamo, né si ottiene con un benessere che lascia insoddisfatti. Questo tesoro è innanzitutto nel cielo. Ma il suo possesso comincia già fin da oggi. Infatti, Gesù aggiunse: “Poi vieni e seguimi”. Seguire Gesù è anche separarsi da qualcosa di nostro. Lo aveva chiesto già Dio ad Abramo, che si separò dalla sua terra e divenne benedizione per tutti. Noi a fatica sappiamo separarci da ciò che abbiamo, anzi molti vivono per possedere, spendono energie e sostanze solo per il loro interesse. Tanti arraffano beni a dispetto dei poveri. La vita dei poveri, la miseria di molti, non li tocca, non li muove a compassione. E noi? Come ci collochiamo? Quante volte abbiamo risposto all’invito spesso ripetuto di metterci al servizio dei poveri e dei deboli; non ho tempo, ho da fare, ho molti impegni… Ricordatevi che quel tale se ne andò triste, perché possedeva molti beni. I beni non sono garanzia di felicità, sebbene molti lo credano.Cari amici, lasciamoci guidare dalla Parola di Dio. Costruiamo insieme, con tutti, un mondo fraterno, includendo nel nostro amore i deboli, i soli, i poveri, gli insoddisfatti, gli abbandonati, e otterremo un “tesoro nel cielo”, ma “già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi, insieme a persecuzioni, e la vita eterna nel tempo che verrà”. Gesù non nasconde le difficoltà, ma sa che vale la pena accogliere il tesoro di amore che ci viene proposto e affidato. Lo sapremo oggi fare nostro? Solo chi accoglie questo tesoro, potrà essere seminatore di fraternità, di pace, essere una donna e un uomo di dialogo, che sa ascoltare e parlare, prendendosi cura della vita degli altri. Il mondo soffre per la guerra e per la violenza, ma soffre anche per la mancanza di pensiero e di visioni. Il Signore cerca profeti che sappiano indicare vie di pace, immaginare la pace costruendola con la pazienza dell’amore ogni giorno. Dialogo e amore vanno insieme. Tu, ognuno di noi, può esserne responsabile. Alcuni

Assemblea Ecclesiale 2024, intervento del vescovo Ambrogio: “Vivere da cristiani in un cambiamento d’epoca”

Segue il testo completo del Vescovo Mons. Ambrosio Spreafico dal titolo “Vivere da Cristiani in un cambiamento d’epoca“Clicca qui per scaricare il pdf Non vorrei aggiungere molte cose a quanto già ascoltato dal prof. Pasquale Bua. Vorrei solooffrivi alcuni spunti che arricchiscono quanto da lui detto. Il cambiamento d’epoca in cui siamoesige che anche noi cambiamo. Spesso viviamo come se fossimo in un antico palazzo che ha le suecrepe e rischia di crollare, senza che nessuno cerchi di pensare a metterci mano. Si continua facendole stesse cose, come se niente fosse. Così ripetiamo concetti, verità, schemi, devozioni, pratichereligiose, facendo fatica a capire che quello che abbiamo detto fino a ieri oggi forse solo pochi locapiscono, e soprattutto pochi lo credono utile per la loro vita; quindi, ciò che diciamo e facciamorischia di essere inefficace, di non provocare la necessaria crescita umana e spirituale, di non dareinizio a un cambiamento, perché di questo ha bisogno il mondo. Mi chiedo ad esempio:nell’itinerario di iniziazione cristiana quanto entri nell’umanità di coloro che noi incontriamo ognisettimana per quattro anni tanto da incidere sulle loro parole, pensieri, abitudini, scelte? O cilimitiamo a credere che basta insegnare la dottrina per preparare una persona a incontrarsi con ilSignore Gesù ed essere rivestito della sua umanità? Certo, abbiamo bisogno di formazione, dipreparazione. Questo è indubbio. Ma poi bisogna essere capaci di far diventare la nostrapreparazione capace di suscitare negli altri, pensieri, sentimenti, parole, atteggiamenti, che sianoinformati dall’incontro con il Signore Gesù attraverso di noi. Questa è la domanda: quanto la Paroladi Dio è diventata l’alfabeto della nostra umanità che parla attraverso di noi?La Parola di Dio, che leggiamo e ascoltiamo, dovrebbe infatti diventare parte della nostraumanità, aiutarci a rileggere la storia, gli avvenimenti, a immaginare il futuro per generare speranza,visioni, sogni, capaci di guidare le donne e gli uomini verso un futuro dove si possa vivere insiemein modo fraterno e pacifico. Non possiamo accettare il dominio della violenza né l’assuefazione allaguerra considerata ormai un fatto normale. Siamo chiamati a costruire con pazienza e saggezza unmondo fraterno, di cui le nostre comunità dovrebbero essere un modello, da condividere senzaescludere nessuno, senza giudicare, senza sentirci migliori, difendendo noi stessi con paura. Ilmondo non è pieno di nemici, ma semplicemente abitato da donne e uomini bisognosi di ascolto edi amore. Il Giubileo della speranza, che condivideremo con tutta la Chiesa a partire dal Natale diquesto anno, dovrebbe essere la porta di speranza che ci fa sussultare, che ci risveglia a un di più divita, di gioia, di amore, da diffondere attorno a noi per la crescita di un’umanità ferita dalla violenzae dalla guerra, ma anche da tanto bisogno di pace e di salvezza. Il Signore Gesù, Parola eterna delPadre, ce ne renda testimoni. Ascoltare, vedere, ripetere, imitare, servire, comunicare Vorrei suggerire alcuni atteggiamenti che ci possono aiutare nel nostro essere discepoli di Gesùnella realtà in cui siamo, comunicando la gioia e la speranza della vita cristiana. Li riassumo inalcuni verbi: dovremmo riscoprire l’immediatezza e l’entusiasmo di quei primi testimoni della fede? C’èanche un altro momento della vita cristiana in cui la ripetizione è essenziale. “Fate questo inmemoria di me”; nella Santa Messa noi ripetiamo le parole ed i gesti dell’ultima cena, maanche, nell’arco del calendario liturgico, sentiamo il bisogno di proclamare e di ascoltare lestesse pagine della Bibbia. Certo, la liturgia non è una ripetizione stanca e scontata diformule, da subire distratti o frettolosi. Essa esprime il cuore stesso della nostra fede: “Ognivolta che mangiamo di questo pane e beviamo a questo calice, annunciamo la tua morte oSignore, proclamiamo la tua Resurrezione, nell’attesa della tua venuta”. Ripetere, in questocaso, non è solo celebrare un evento lontano nella storia, ma rendere attuale e viva lapresenza di Dio, che cammina con noi. Per questo occorre celebrarla con cura e con gioia,trovare bravi lettori, ministranti, scegliere canti a cui l’assemblea possa unirsi. La vita cristiana è vita che deve essere portatrice di umanità compassionevole, gentile, capace diascoltare, di accogliere, di prendersi cura di tutti senza escludere nessuno. Dialogo e amore vanno dipari passo. Solo così si potrà costruire un mondo fraterno a pacifico. Benevolenza non significatuttavia restare in silenzio davanti al male, anzi significa vivere l’autorevolezza di Gesù che seppediscutere e contrastare il male facendo il bene e indicandone la via. In una società di tante solitudinie inimicizie, la Chiesa e le nostre comunità sono custodi, pur con i nostri limiti e il nostro peccato,di un tesoro di comunione e di unità di cui dobbiamo essere consapevoli. L’unità e la comunione delnostro popolo, che si manifesta in modo visibile attorno alla mensa della Parola e del pane di vitaeterna nella celebrazione della Liturgia Eucaristica della domenica, sia il segno di ciò che siamo edobbiamo essere nella vita di ogni giorno. Da lì traiamo forza e speranza, vigore e amore. Da lìpossiamo mostrare al mondo, con umiltà e spirito di servizio, che si può vivere da sorelle e fratellinella diversità di ognuno. Iddio onnipotente e misericordioso ci renda sempre tali e ci mantenganell’unità di amore attorno al suo Figlio unigenito, nostro Signore e Maestro. Fiuggi 5 ottobre 2024Ambrogio Spreafico

L’invito dei nostri ragazzi all’incontro con il Vescovo

Si terrà venerdì 11 ottobre, presso la chiesa parrocchiale di Tecchiena Castello, con inizio alle 20.30, l’incontro interdiocesano dei giovani con il vescovo Ambrogio. Un momento di preghiera, riflessione, comunione, condivisione, organizzato dalle Pastorali giovanile e vocazionale della diocesi di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino. Si tratta di un appuntamento che vedrà i giovani protagonisti e pienamente inserito nelle due “trappe” dell’assemblea interdiocesana, ovvero quella di sabato 5 ottobre a Fiuggi e di domenica 13 ottobre a Casamari. Ecco, in questo breve video, come i ragazzi della nostra Pastorale giovanile e vocazionale invitano tutti i coetanei a partecipare all’incontro…

Assemblea Ecclesiale 2024

Nel mese di ottobre è in programma l’annuale assemblea ecclesiale
per la prima volta, sarà interdiocesana assieme alla diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino unita “in persona episcopi” a quella di Anagni-Alatri dal novembre 2022.