A Fiuggi la veglia per la pace. Il vescovo Ambrogio: «La preghiera ci aiuta»
Si è tenuta lunedì 4 novembre a Fiuggi, presso la chiesa parrocchiale di San Biagio, la Preghiera per la pace e la fine di ogni violenza nelle nostre città, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico e organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio. Un momento di preghiera intenso e raccolto, con monsignor Spreafico che ha poi proclamato il Vangelo delle Beatitudini e offerto ai presenti una riflessione, ricordando innanzitutto il significato del ritrovarsi insieme nella chiesa fiuggina «per chiedere al Signore nella preghiera il dono della pace ovunque c’è la guerra, laddove i popoli soffrono, dove uomini e donne, piccoli e grandi muoiono sotto le macerie della distruzione. Siamo qui perché la preghiera ci aiuta, ha una sua forza, la preghiera ci libera da quei sentimenti di inimicizia che talvolta sono anche nel cuore di ognuno di noi e magari ci allontanano dagli altri, ci riempiono i pensieri, i sentimenti o i giudizi». Quello che ci viene chiesto per incamminarci con decisione sulla strada della pace, ha aggiunto Spreafico, è farci «compagni di quel Dio che ha inviato in mezzo a noi il Figlio perché fosse la testimonianza di pace, di amore, della possibilità di vivere insieme nella nostra diversità come sorelle e fratelli, come amici che si prendono per mano per aiutarsi, per aiutare gli altri, soprattutto chi soffre e ha bisogno». Rifacendosi poi ad alcuni dei passaggi delle Vangelo poco prima annunciato «parole che abbiamo ascoltato tante volte», Spreafico ha rimarcato come «le beatitudini ci aiutano a capire come dobbiamo vivere da cristiani, come con la nostra vita, i nostri pensieri e azioni dobbiamo includere tutti coloro che sono parte dell’amore di Dio, a cominciare dai poveri, da quel “beati i poveri in Spirito perché di essi è il regno dei cieli”, sì, Spirito perché i poveri cercano sempre qualcosa che allievi la loro condizione, quei poveri che tante volte vivono ai margini della vita, della società, del mondo, talvolta anche nelle nostre comunità. E “beati coloro che sono nel pianto perché saranno consolati”: quanta gente oggi piange, ma dobbiamo sempre pensare che il Signore non ci abbandona e noi dobbiamo essere donne e uomini che sanno anche consolare, asciugare le lacrime altri, che sanno fermarsi e si prendono cura di chi soffre; essere capaci di asciugare le lacrime, asciugare le lacrime degli altri diminuisce anche il dolore perché lo si condivide», ha aggiunto il vescovo. Prima della conclusione, sono stati letti tutti i Paesi in guerra e le zone del mondo dove sono in atto dei conflitti, pregando per ognuno. di Igor Traboni. Grazie per la collaborazione a don Francesco Frusone e Fausto Martufi
Preghiera per la Pace
Lunedì 7 ottobre la chiesa di San Biagio a Fiuggi ospiterà la “Preghiera per la Pace”, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico e organizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, che ha così accolto l’invito di Papa Francesco e della Cei. Tutte le info nel manifesto
Supplica all’Assunta per la pace
Siamo tutti invitati a pregare per la pace con questa supplica alla Beata Maria Vergine Assunta in Cielo
Il vescovo alla marcia di Ac: «Costruiamo la pace ogni giorno»
La preghiera comunitaria guidata dal vescovo e la riflessione offerta ai presenti dallo stesso monsignor Ambrogio Spreafico hanno chiuso nel pomeriggio di sabato 27 gennaio la Marcia della pace, organizzata dall’Azione Cattolica diocesana e ospitata dalla città di Alatri. E proprio piazza Santa Maria Maggiore ha rappresentato il centro dell’iniziativa, che qui è iniziata e qui si è conclusa, sul sagrato della chiesa degli Scolopi, con intervento del vescovo che alle centinaia di bambini festanti ha subito chiesto: «Ma è possibile la pace?», con un coro entuasiasta di “sì” levatosi dalla piazza, colorata di cappellini, bandane e bandiere. «Ma la pace è possibile – ha quindi detto Spreafico – solo se si dialoga. E per dialogare la prima cosa da fare è ascoltare gli altri. Quando parlano mamma e papà, ad esempio, voi bambini dovete stare zitti e ascoltare. Ma anche quando parla un bambino, i genitori, i grandi, hanno il dovere di ascoltare! Oggi invece si ascolta troppo poco e si pensa sempre di avere ragione. Vogliamo la pace, certo, ma poi litighiamo tra noi, oppure non accogliamo l’altro che è in difficoltà, l’amico o con il compagno di a scuola che ha bisogno, quando addirittura non arriviamo ad esercitare la violenza, come purtroppo è successo in questa città di Alatri. Perché la violenza non è solo la guerra che vediamo in televisione. Ma ci riguarda anche da vicino, se solo pensiamo che in Italia ci sono 8 milioni si armi e di queste 6 milioni e mezzo non sono neppure dichiarate, per non parlare poi delle armi che mandiamo in tutto il mondo. Gesù invece ci insegna che si vive disarmati. E allora – ha invitato il vescovo – disarmiamo anche i nostri cuori, i pensieri, i sentimenti, perché la pace cammina e si costruisce anche dentro di noi e attorno a noi. E invece tanti nostri paesi fanno a gara nelle “chiacchiere” sugli altri. Oppure non riusciamo a trattenere il ditino sul cellulare e mettiamo i like se uno insulta un altro. Ma questo non è da cristiani, mentre bisogna ricordare che Gesù ha detto: io sono la pace! Ascoltiamo Gesù e impariamo a costruire rapporti di amicizia, impariamo anche ad essere gentili con gli altri. Siamo qui per costruire la pace, ogni giorno!», ha concluso il vescovo, non prima di aver ricordato a bambini e ragazzi l’importanza del Giorno della Memoria, celebrato sempre il 27 gennaio. La marcia e le iniziative collegate, come detto, sono state ospitate da una accogliente città di Alatri, grazie anche ai luoghi e alle strutture messe a disposizione dal sindaco Maurizio Cianfrocca. Presenti diversi sacerdoti diocesani: il parroco don Walter Martiello, l’assistente unitario dell’Ac don Rosario Vitagliano, don Fabio Tagliaferri, don Roberto Martufi, don Pierluigi Nardi, don Luca Fanfarillo . Dopo l’arrivo dei gruppi e i saluti della presidente diocesana Concetta Coppotelli, del sindaco di Alatri e della responsabile del circolo Legambiente di Anagni (partner di questa edizione) Rita Ambrosino, i partecipanti si sono divisi per gruppi di età e, guidati dagli educatori per l’ACR, dall’equipe e dall’assistente per il settore giovani e con don Fabio per il settore adulti, si è riflettuto insieme sulle seguenti tematiche di pace. Piccolissimi-FACCIAMO ESPLODERE LA PRIMAVERA 6 / 8 anni – SULLE DITA DI UNA MANO 9 / 11 – GUERRA E PACE 12 / 14- È BELLO CIÒ CHE È PACE GIOVANISSIMI e GIOVANI : Pace e comunicazione- Priorità di pace. ADULTI-“ FEDE E PACE”: BEATI GLI OPERATORI DI PACE! Tanti i presenti, comprese alcune religiose, e diverse le parrocchie partecipanti, da Alatri, Anagni, Fiuggi, Acuto, Fumone, Filettino, Mole Bisleti, Tecchiena, Tecchiena Castello, Sgurgola, con alcune iniziative collaterali pure degne di nota, come ad esempio quella presa dalle educatrici di Tecchiena Castello che hanno portato i bambini del catechismo anche in Concattedrale per far loro conoscere il miracolo dell’Ostia incarnata, accolti calorosamente dal parroco don Walter Martiello. La marcia ha quindi percorso le vie del centro storico, per poi fermarsi in preghiera a piazza Regina e in largo Paolo Cittadini “Il Girone”, in ricordo di Emanuele Morganti e di Thomas Bricca, prima di tornare in piazza Santa Maria Maggiore. La marcia della pace attraversa città e paesi italiani da quasi mezzo secolo, come ci ricorda la presidenza dell’Ac diocesana: l’educazione alla Pace entra a far parte del percorso formativo dell’ACR dopo l’incontro nazionale con papa Paolo VI del 20 maggio 1978 il cui slogan “La pace nascerà: parola di ragazzi”. Pochi giorni prima del giorno fissato, si verificano a Roma alcuni fatti di violenza terroristica. Il cardinale vicario Ugo Poletti decide dunque di cogliere l’occasione per lanciare un appello alla città per vincere la violenza invitando “tutti i cittadini di buona volontà” a partecipare alla manifestazione. Lo slogan scelto dall’ACR per la prima Carovana di pace è: Per la pace tutti in campo. La Carovana della pace o marcia, diviene così un appuntamento fisso per l’AC della diocesi di Roma e man mano si allarga a tutte le altre diocesi italiane. Così, nel mese di gennaio di ogni anno, si inizia a preparare questa manifestazione: i gruppi ACR delle parrocchie si confrontano su come portare pace nel mondo che li circonda e preparano un messaggio da offrire durante la messa e da scambiarsi con le altre parrocchie; colorano poi striscioni, cartelloni bandiere e costruiscono strumenti per “farsi sentire” durante il percorso. Nasce l’idea di una manifestazione che, a chiusura del percorso di riflessione dei gruppi parrocchiali, porti i bambini a testimoniare davanti alla città il loro desiderio di pace e il loro impegno personale.