Anagni: l’omelia del vescovo Ambrogio per la festa di San Magno
San Magno (Anagni 2024)Sapienza 3,1-9; Giacomo 1,2-4.12; Matteo 10,28-33 Sorelle e fratelli, ogni anno ci ritroviamo per celebrare la festa del patrono di questa nostracittà, San Magno, vescovo e martire. Ci potremmo chiedere: perché trovarsi qui insiemeattorno all’altare per ascoltare la Parola di Dio e ricevere il pane di vita eterna, l’Eucaristia?Non basterebbe limitarci a quelle manifestazioni tradizionali a cui partecipano sempre in tantie che pur hanno il loro valore? Cari amici, dovremmo ricordare sempre che se si perdel’origine e il senso delle nostre feste, alla fine non resterà nulla di duraturo e di vero. Questovale anche nelle memorie che conserviamo della storia. Se celebri una donna o un uomo, manon conosci il valore di quanto hanno detto e fatto, a che serve? La memoria, se non aiuta acapire il mondo in cui siamo e a cambiarlo, come ha fatto nel suo tempo la persona che siricorda, rimane qualcosa di superficiale e anche inutile.Noi siamo in un mondo dallo sguardo corto, con scarsa visione del futuro, un mondo chepensa ad arraffare il più possibile quello che trova oggi. Così si pensa spesso al propriointeresse o a quello dei propri sodali, mentre poco si investe sul bene di tutti, e soprattuttopoco si ragiona con uno sguardo lungo. Così il mondo si popola di egoismi, di solitudini, diaffaristi, di violenza e di guerre. I santi, in modi diversi, hanno scelto di essere custodi e servidel bene. Ascoltatori non di sé stessi, ma del Vangelo, hanno lottato per il bene, hanno diffusoamore, hanno difeso i poveri, si sono opposti alle ingiustizie. Erano certi che Dio li avrebbesostenuti, accompagnati, e si sono affidati a lui. Come abbiamo ascoltato nel Vangelo,sapevano che per il Signore la loro vita era preziosa. Sì, sorelle e fratelli, anche noi siamopreziosi agli occhi di Dio. Lui conta su di noi, su ognuno di noi. Sa che, pur nella fatica e nellepaure della nostra vita, tutti desideriamo il bene, vorremmo vivere insieme in pace. Lasolidarietà che molti cercano di vivere anche in questa città e in questa terra, benedetta dauna lunga storia di fede e di una cultura radicata nella fede è un segno di questo desiderio. Labellezza della nostra cattedrale ne è un esempio fra tanti. Essa custodisce una lunga storia difede, che è diventata cultura anche in tempi difficili e che oggi ci deve guidare a cercaresempre il bene.San Magno, vescovo e martire, vorrebbe che tutti fossimo donne e uomini che si prendonocura degli altri, che sanno comunicare lo spirito del Vangelo con la parola, l’esempio, l’amoreper tutti, a partire da chi soffre ed è escluso. Tutti hanno bisogno di amore! Ma non aspettiamosempre di riceverlo, non pretendiamo che siano gli altri a darcelo. Vuoi essere felice? Impara a dare amore, attenzione, impara a prenderti cura di qualcuno, un anziano, una persona che habisogno di essere semplicemente ascoltata, considerata, un ragazzo o un giovane che nonparla con nessuno, perché sta solo sui social e si isola, e molti altri che stanno attorno a te. Noisiamo qui per questo. Nessuno è al centro, nessuno pretende; solo il Signore è il centro, e perquesto noi possiamo essere sorelle e fratelli, parte di un popolo, una comunità che si trova congli altri, senza prepotenza, con amicizia. Durante la Santa Messa ascoltiamo, preghiamo,cantiamo (sempre una preziosa corale la vostra!), ci scambiamo il segno della pace, cinutriamo del pane dell’Eucaristia, il cibo che nutre il nostro animo. Tutti e ciascuno nella suaparticolarità è amato da Dio. Questa dovrebbe essere la nostra vita ogni giorno, comel’Eucaristia che celebriamo. Certo, sarebbe necessario esserci almeno la Domenica, il giornodel Signore, così da vivere lo spirito che qui ricevi attorno al Signore con i fratelli e le sorelle,con questo popolo con cui condividi la tua vita. È questo amore generato dalla fede che creauna cultura umana e fraterna.Poi cammineremo insieme con lo stesso passo, per le vie di questa bella città, tempopermettendo. San Magno ci accompagna, e pensiamo che con il suo passaggio entri in ognicasa e possa essere di benedizione e aiuto per tutti per renderci custodi dell’amore e dellapace dono di Dio. Quanto bisogno abbiamo di pace in un mondo bellicoso, poco capace disognare e costruire la pace, rassegnato alla guerra come se fosse parte normale della storia,mentre è solo frutto di chi cede alla forza del male e a quell’odio che quando si insinua nelcuore ne diventa padrone. “Beato l’uomo che resite alla tentazione”, abbiamo ascoltato nellalettera di Giacomo. Ognuno ha tanti sentimenti, pulsioni, passioni dentro di sé. A volte si cedee si diventa aggressivi, prepotenti, violenti. Anche la nostra città e questa terra non è esenteda parole e gesti di violenza. Non possiamo condividerli e non possiamo sempre stare aguardare, come se non riguardassero anche noi. Come non possiamo far finta di nientedavanti allo scempio di questo territorio non solo del passato, ma di oggi. Penso ad esempio aquanti incendi stanno distruggendo un patrimonio che ci vorranno anni per ricostruirlo. Sivergognino coloro che lo provocano e ricordatevi che l’omertà e il silenzio sono complicità! Eche dire della piaga del caporalato, che percorre il nostro Paese da nord a sud e che risvegliala nostra coscienza solo quando muore qualcuno? Non possiamo accettare tutto questo!Sorelle e fratelli, San Magno risvegli in noi il desiderio del bene, la scelta per la pace e laconvivenza pacifica e fraterna. San Magno non era nato qui, ma qui portò lo spirito fraterno ebenefico della parola di Gesù. La sua memoria sia di aiuto e di sostegno per tutti noi, proteggai piccoli e i giovani dalle false illusioni, sorregga gli anziani e i malati nella fragilità, sia seme disaggezza per chiunque ha una responsabilità nella società e nella Chiesa, ci renda segno diquella famiglia umana di fratelli e sorelle, di cui il mondo ha bisogno. Custodiamo la suamemoria come una testimonianza preziosa per la nostra vita e come un segno dell’amore diDio per noi, per questa terra e per questa bella città. Amen!