«Perdoniamo e chiediamo perdono»: a Fiuggi lo storico messaggio di riconciliazione polacco-tedesca

Nell’Anno giubilare ricorre il 60° anniversario del famoso scambio di lettere tra i vescovi polacchi e tedeschi, considerato la pietra miliare della riconciliazione tra i due popoli. In occasione di questo anniversario, una delegazione ufficiale di Breslavia, composta dal sindaco Jacek Sutryk, dal vicesindaco, da un rappresentante del Consiglio comunale e dal direttore del Centro “Memoria e Futuro”, che ricopre anche la carica di delegato del Presidente di Breslavia per l’Anno della Riconciliazione, ha fatto visita a Fiuggi, nella casa delle Suore di Santa Elisabetta – “Villino S. Giovanni”, fondata nel 1925. È proprio lì che, nell’ottobre 1965, l’arcivescovo di Breslavia Bolesław Kominek scrisse in tedesco il Messaggio dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi, contenente la storica frase: “Perdoniamo e chiediamo perdono”. Durante la visita ufficiale, il sindaco di Breslavia ha ricordato l’importanza di quella lettera e il contributo della città nel mantenere viva la memoria storica e nel trasmettere un patrimonio che, ancora oggi, rimane fonte di ispirazione per costruire il dialogo e la riconciliazione. L’incontro è stato anche l’occasione per consegnare alle suore il materiale raccolto dagli storici, tra cui una copia dell’originale del Messaggio dei vescovi polacchi ai vescovi tedeschi del 18 novembre 1965, scritto in tedesco, e la risposta dei vescovi tedeschi del 5 dicembre 1965, redatta in polacco. Questo documento, uno dei più importanti che la Polonia abbia dato all’Europa e al mondo – come ha ricordato nella sua relazione lo storico Wojciech Kucharski – è stato redatto anche grazie alla silenziosa assistenza e al sostegno delle suore, che all’epoca ospitarono i partecipanti polacchi al Concilio Vaticano II e prestarono loro aiuto. La visita è stata anche l’occasione per la Superiora Provinciale della Provincia italiana, Sr. Alice Wudzinska, di ricordare le testimonianze delle suore e della popolazione locale sugli incontri con il cardinale Stefan Wyszyński, ospite della casa, e di prendere visione delle dediche commemorative riportate nei Libri degli ospiti di quel periodo. La parte ufficiale dell’incontro si è conclusa con l’affissione di una targa commemorativa, che sarà solennemente consacrata nell’anniversario dell’invio della lettera. La lettera, inviata dai vescovi polacchi ai vescovi tedeschi poco prima della conclusione del Concilio Vaticano II nel 1965, è diventata uno degli eventi più significativi e di vasta portata nella storia postbellica polacco-tedesca. Scrivendo: “Perdoniamo e chiediamo perdono”, i firmatari – tra cui i cardinali Karol Wojtyła e Stefan Wyszyński – hanno fatto riferimento sia ai crimini tedeschi commessi contro il popolo polacco, sia all’ondata postbellica di trasferimenti forzati che ha colpito milioni di tedeschi. Il difficile processo di riconciliazione fu il frutto della preghiera di tutto il popolo e della Grande Novena sotto il patrocinio della Madonna di Częstochowa, condotta negli anni 1957-1965, che preparò la Chiesa in Polonia alla celebrazione del Millenario del Battesimo della Polonia. Come scrissero i vescovi polacchi nel loro Messaggio: «Se voi, vescovi tedeschi e Padri del Concilio, tenderete le mani in segno di fratellanza, solo allora potremo celebrare con la coscienza tranquilla il nostro Millennio nel modo più cristiano possibile». Il messaggio era anche il frutto del Concilio Vaticano II che stava volgendo al termine, un evento che ha mostrato la Chiesa come una comunità riunita grazie al potere del battesimo. Il battesimo dà origine a un organismo ecclesiale vivente – il Corpo di Cristo – la cui unità è opera di Dio stesso, come ricorda san Paolo: «Dio ha riconciliato con sé il mondo in Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione» (cfr. 2 Cor 5,18). Da qui l’ispirazione a tendere le mani in segno di pace: il comune radicamento nel battesimo e la consapevolezza pastorale della missione di riconciliazione affidata da Cristo agli apostoli nella potenza dello Spirito Santo. Una riconciliazione che ha una triplice dimensione: con Dio, con se stessi e con il prossimo. Una riconciliazione che – come hanno scritto con speranza nella loro risposta i vescovi tedeschi – sarà duratura: «Con fraterno rispetto accogliamo le mani tese. Dio della Pace, per intercessione della Regina Pacis, fa’ che lo spettro dell’odio non separi mai più le nostre mani». di don Damian Szewczyk
