“La preghiera per la pace” a “La notte dell’anello” di Torre Cajetani

“La preghiera dei popoli per la pace”, che il parroco di Torre Cajetani, don Rosario Vitagliano, guiderà alle ore 21 di sabato 31 agosto, sarà uno degli appuntamenti della settima edizione de “La Notte dell’Anello”, la manifestazione organizzata dall’Associazione culturale “Radici” di Alatri, in collaborazione con “Turris in Fabula” e il blog “Storicamente Torre” e che si terrà per l’appunto il 31 agosto a Torre Cajetani, presso il Castello Teofilatto. «La pace della “terra di mezzo” – fanno sapere gli organizzatori della kermesse culturale – che poi in fondo è il tema centrale del Signore degli Anelli ed è ciò che vogliamo anche che divampi da Torre, riprendendo anche l’invito del vescovo Ambrogio a pregare incessantemente per la pace. È un momento particolare e suggestivo che abbiamo voluto fortemente per fare nostro l’impegno per la pace». Ma diamo un’occhiata complessiva al programma, con il castello di Torre Cajetani che, con la sua imponente torre e l’atmosfera storica, è la location perfetta per questo evento. Ricorda le fortezze della Terra di Mezzo, offrendo ai partecipanti un’esperienza immersiva nel mondo fantastico di Tolkien. L’evento inizierà alle 17 con giochi a tema “Il Signore degli Anelli” per i più piccoli, seguiti da tre conferenze. Alle 17:30 Marco Sarandrea, Biagio Cacciola e Luigi Vacana parleranno dell’uso delle piante medicinali sia nel mondo di Tolkien che nel nostro. Alle 18:15, Pietro Teofilatto, Daniele Baldassarre, Ennio Quatrana, Gabriele Paris e Valentina Cardinale confronteranno le fortezze medievali della Ciociaria con quelle descritte ne “Il Signore degli Anelli”, esplorando l’influenza delle architetture medievali sull’immaginario tolkieniano. Dopo una pausa per la cena, la conferenza principale vedrà studiosi come Saverio Simonelli, Sir Percival, Paolo Gulisano, Angelo Astrei e Francesco Severa discutere il tema dell’umiltà nelle opere di Tolkien. Un aspetto che sarà analizzato nei suoi molteplici aspetti, con un focus sulla sua rilevanza contemporanea. L’intrattenimento musicale sarà curato da Luca Santucci e dal Quartetto Syrinx, che con le loro melodie medievali trasporteranno i partecipanti direttamente nelle atmosfere del libro. Alle ore 21, come detto, il parroco di Torre Cajetani don Rosario Vitagliano presiederà la preghiera dei popoli per la pace. “La Notte dell’Anello” è un appuntamento imperdibile per gli appassionati di Tolkien. Oltre a scoprire nuovi aspetti dell’autore, i partecipanti potranno riflettere sulla sua attualità, dimostrata dai numerosi adattamenti cinematografici e serie tv. Con l’uscita imminente della seconda stagione de “Gli Anelli del Potere”, l’evento offrirà un’occasione unica per approfondire la conoscenza di un autore che continua a influenzare la cultura popolare e a ispirare nuove generazioni di lettori.

Torre Cajetani ha ricordato fra’ Marcello, morto in odore di santità

La comunità di Torre Cajetani ha reso omaggio alla memoria di fra’ Marcello da Torre, un religioso originario del paese, insigne predicatore e morto in odore di santità nel 1609, con una Messa in suffragio celebrata dal parroco don Rosario Vitagliano nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta. “La morte di fra Marcello  – come scrive lo storico locale Gabriele Paris in una dettagliata pubblicazione – suscitò interesse nelle cronache Francescane e non solo del suo tempo. Un errore di trascrizione nella prima edizione degli Annali lo indicò originario di Torre in Sabina. Nonostante ciò, la devozione e la narrazione popolare dei torrigiani rimasero inalterate. Nei resoconti dell’epoca, fra Marcello è descritto come un autentico ‘penitente cristiano’, una figura straordinaria, esemplare nella virtù e dotata di grande eloquenza. Nel corso degli anni, gli abitanti di Torre fecero frequenti pellegrinaggi alla sua tomba a Priverno. Intorno alla metà del XVII secolo il suo corpo fu traslato nella chiesa locale, mantenendo intatta la fervente devozione dei compaesani; anche dopo la sua morte, si narrarono numerose grazie e miracoli attribuiti a lui. Con il passare del tempo, la venerazione andò progressivamente affievolendosi, finché nel 1872 l’Arciprete di Torre Don Serafino Dell’Uomo eseguì una prima ricognizione delle sue spoglie, ravvivando l’interesse. Nel 1946, su impulso di Giulio Cesare Gerlini, l’urna venne trasferita nel reliquiario della chiesa, contribuendo a rinvigorire la devozione grazie alle sue ricerche storiche e fotografiche. Nel luglio 1972, in occasione del centenario della prima ricognizione, fu eseguito un nuovo controllo sulle spoglie e l’urna fu spostata a destra dell’entrata della chiesa, dove precedentemente si ergeva l’altare delle Anime Purganti5. Infine, nel 2019, con i lavori di restauro della chiesa, l’urna fu collocata nella sua attuale sistemazione. Un’iscrizione sotto l’urna commemora questa storia, testimonianza di una devozione che ha attraversato i secoli”. Diversi i miracoli ricondotti a questo religioso, sia in vita che dopo la morte. Il nome preciso di fra’ Marcello, invece, non è stato ancora individuato. Nel 1664 il dottor Felice De Luca scrisse una biografia sul frate, ma ad oggi non è mai stata rinvenuta. In paese, inoltre, già nel 1900 non c’erano più suoi discendenti diretti, per cui non è stato possibile attingere ad altre fonti. Al religioso è stata dedicata anche questa poesia, scritta  da Maria Pia Fagiolo: FRA MARCELLINO (dalla Torre) Si partito dalla Tore pe’ i a fatte cappuccino – predicatore pe’ convertì la gente a nóstro Signore. Di sacrifici ni si fatti tanti, ca’ tinaristi sta’ tra gli Santi. Stai sulo in “odore di Santità” e pe’ ‘sta causa tèta pregà pe’ ottené le grazie ca ce vóto… pe’ diventà Santo te tinimota ‘nvocà vidi ‘n po’, se ‘nu miraculo iu po’ fa’. Nù ricurdamoce perciò quanno passimo denanze a fra Marcellino de di’ ‘n’orazione pi ‘stu Capuccino e de ghiedece de facce ca grazia che ghiedimo accusì, iu fao Beato e doppo Santo e pe’ la Tore sarà ‘n’atro vanto. Maruma me diceva che ‘nu scalino della chiesa, all’entrata laterale o alloco vicino, era iu cuscino de fra Marcellino. È vero o no, nu’ lu saccio ma lo vóglio raccuntà, è ’na tradizzione da tramandà. Ti prighimo fra Marcellino De prutegge i torriciani Che da oggi te pregheno tanto pure se nu’ t’ao fatto Santo.