La “Peregrinatio Mariae” dell’Unitalsi: un mese insieme alla Vergine

Già da qualche anno l’Unitalsi della sezione diocesana Anagni-Alatri propone l’animazione del mese di maggio, mese “mariano” secondo la tradizione cristiana, nelle varie parrocchie che ne fanno richiesta. Forte la devozione mariana nella nostra gente ed emozionante l’accoglienza e lo stupore che si avverte man mano che l’immagine della Madonna di Lourdes ” pellegrina” raggiunge le varie parrocchie. Anche quest’anno ha raggiunto varie comunità parrocchiali, visitando la maggior parte del territorio diocesano. Dalla comunità Ancda di Fiuggi, dove emozionante è stata l’accoglienza e la preghiera da parte dei ragazzi appartenenti alla struttura e dove si è sperimentato “Maria che va di fretta verso sua cugina Elisabetta” (Papa Francesco) nel donare speranza e fiducia nella ripresa delle attività della vita, a persone che il disagio e la cultura odierna avevano messo a dura prova. Da lì è stata raggiunta la parrocchia di Santa Maria della Mercede, contrada Fiura di Alatri, quindi nella parrocchia di Torre Cajetani e poi Trivigliano. In seguito l’immagine della Vergine ha raggiunto la parrocchia di Regina Pacis di Fiuggi, facendo tappa anche nella casa delle suore di Villa Santa Chiara. Quindi si è andati nella parrocchia di Trevi nel Lazio e poi in quella di Santa Maria Assunta di Piglio ed infine nella parrocchia di Santa Maria Assunta di Acuto per la chiusura del mese mariano. Domenica 1 giugno c’è stato un pomeriggio insieme ai membri dell’Unitalsi ai disabili nel giardino delle suore Adoratrici, animato da giochi e con musica, alla presenza del parroco e assistente spirituale diocesano Unitalsi, don Francesco Frusone. In tutti i luoghi bambini, giovani, anziani, malati e famiglie hanno pregato davanti all’immagine della Madonna affidando a Lei le proprie ansie, gioie e le speranze, pregando insieme per il dono della Pace. Altre sono le attività associative in programma: una uscita comunitaria a Bolsena con visita al miracolo Eucaristico e poi il pellegrinaggio di sottosezione previsto nel mese di ottobre al santuario di Lourdes ed altre proposte in programma. Il Consiglio di Unitalsi e i vari membri ringraziano i parroci e le comunità cristiane per l’accoglienza ricevuta e per aver fatto vivere a tutti il mese mariano appena trascorso nella fraternità e devozione verso la Madonna di Lourdes.
Mese mariano: ad Acuto la chiusura con l’Unitalsi

Si chiude il “mese mariano”, organizzato a livello diocesano dall’Unitalsi e che ha visto la “peregrinatio Mariae” della statua della Madonna di Lourdes toccare decine di parrocchie in altrettanti paesi, ovunque con una straordinaria partecipazione di fedeli. L’appuntamento è per domenica 1 giugno ad Acuto e il programma prevede la celebrazione della Messa alle 11.30, nella chiesa parrocchiale di Santa Maria, presieduta da don Francesco Frusone, parroco di Acuto e assistente spirituale diocesano dell’Unitalsi. A seguire, il pranzo comunitario presso il laghetto di Acuto, accompagnato da giochi e musica, per vivere una domenica all’insegna della fraternità, nello spirito che da sempre contraddistingue l’operato dei volontari Unitalsi.
La Madonna di Lourdes pellegrina in diocesi

La Madonna di Lourdes torna a farsi pellegrina in diverse comunità della nostra diocesi. La Peregrinatio Mariae è stata organizzata dalla sezione Unitalsi della diocesi di Anagni-Alatri e, come potete leggere nello specifico del manifesto, toccherà vari paesi. Previsti momenti di preghiera insieme ai nostri malati, ai piedi di quella Madonna di Lourdes da sempre punto di riferimento e approdo sicuro per tanti fedeli e pellegrini (nelle foto in basso, alcuni momenti del pellegrinaggio diocesano 2024 a Lourdes)
Il vescovo tra i pazienti dell’ospedale di Alatri: «L’amore è la medicina della vita»

In occasione della Giornata del malato, mercoledì 12 febbraio il vescovo Ambrogio Spreafico ha presieduto la Messa nella cappella dell’ospedale di Alatri, concelebrata dal cappellano ospedaliero, don Alessandro Tannous, e dal diacono Giovanni Straccamore, alla presenza di numerosi pazienti, dei loro familiari, di medici, paramedici e amministrativi del nosocomio, di alcuni malati seguiti dall’Unitalsi, con la presidente di sezione Paola Pietrobono, e di alcuni ospiti della cooperativa “Ia ia oh” di Fiuggi, con il responsabile Piergiorgio Ballini, e con il servizio all’altare delle suore ospedaliere della Misericordia. Nel corso dell’omelia, monsignor Spreafico si è subito riallacciato alla Madonna di Lourdes, la cui statua è presente nella cappella dell’ospedale, per ricordare quel “pentitevi” che disse a Bernadette: «Ma noi siamo in un mondo in cui non si pente più nessuno, ognuno invece urla per avere ragione sull’altro, e ci fosse una volta che chiede scusa, mai uno che dice “mi dispiace, ho sbagliato”, in un mondo in cui tutti si credono giusti. Però quel “pentitevi” non è una punizione, ma è un modo di vivere di uomini e donne che con saggezza sanno che sono peccatori come tutti, perché ognuno di noi uomo è fragile e talvolta non segue quello che il Signore ci dice e che ci aiuta a vivere, ma segue piuttosto se stesso. Ma quando uno si crede chissà chi, allora la vita non funziona». E qui il vescovo di Anagni-Alatri si è ricollegato al Giubileo, ricordandone anche le origini anagnine con la Bolla del primo di questi eventi emanata da papa Bonifacio VIII nel 1300: «Il Giubileo è un grande dono, una grazia, perché anzitutto è perdono. E quando una persona lo riceve, anzitutto deve avere la coscienza che ne ha bisogno, quel riconoscere che senza il Signore, senza gli altri, non viviamo bene insieme. Ma oggi c’è troppa prepotenza e poi si litiga e ci lamentiamo sempre degli altri. Il problema resta il cuore, il modo in cui uno vede gli altri: questo oggi ci impedisce di essere amici». Non a caso, ha rimarcato Spreafico, la Messa inizia con la richiesta di perdono «e i peccatori, se riconoscono di essere tali, possono cambiare e contribuire a costruire un mondo migliore, più umano, meno guerrigliero. Anche noi possiamo fare molto, e ce lo spiega Maria, giovane donna che fece l’unica cosa giusta da fare: ascoltò Dio che le parlava». Il vescovo si è quindi rifatto al brano del Vangelo di Giovanni annunciato poco prima, sulle nozze di Cana: «Quando finisce il vino, Maria si rivolge a Gesù e sa che esaudirà la preghiera, e allora dice ai servi: qualunque cosa vi dice fatela. E allora noi chi siamo? Siamo i servi, dobbiamo ascoltare quello che ci dice Gesù, perché se tu lo ascolti avviene il miracolo, quello che hai devi portarlo davanti a Gesù, come quegli invitati portarono le anfore piene di acqua. Questo vuol dire che ognuno di noi comunque ha qualcosa, magari solo un’anfora piena di acqua, ma se tu le cose che hai le condividi, quelle si trasformano, ed ecco il miracolo. Condividere, anche se sembra poco: anche se è poco, una parola a una persona che ha bisogno, un sorriso a uno che ha sempre la faccia triste, una carezza a un anziano che sta male, una visita a un bisognoso, un gesto di solidarietà verso una povera famiglia o chi vive per strada, guardare con simpatia uno straniero o un immigrato senza giudicarlo. E’ qui che avviene il miracolo. Noi abbiamo bisogno di rendere la vita di tutti bella, dobbiamo essere buoni, gentili, prenderci cura degli altri, aiutare chi soffre. Siamo chiamati a dare quel poco che ognuno di noi ha agli altri e questo renderà la vita di ognuno più umana». Monsignor Spreafico ha quindi concluso ricordando che «la medicina della vita, oltre a quella che cura i malanni, è anzitutto la condivisione dell’amore: una medicina che guarisce l’anima e il cuore, perché tutti possano vivere come fratelli e sorelle». Al termine, dopo un pensiero di ulteriore vicinanza e affetto ai malati e ai loro parenti e a quanti lavorano in ospedale, è stata impartita l’unzione degli infermi. Igor Traboni