Un… dolce aiuto per sostenere le Clarisse di Anagni
La comunità monastica delle Clarisse di Anagni continua a sostenersi con la vendita di prodotti artigianali e, tra questi, soprattutto dei dolci preparati dalle monache. Per dar loro una mano, considerate le difficoltà anche economiche in cui si dibattono, è possibile acquistare questi dolci che saranno in vendita anche mercoledì 27 in piazza Cavour, sempre ad Anagni. E’ inoltre possibile ordinare delle pastiere napoletane, scrivendo un messaggio al numero 3791453260 o telefonando allo 0775727670; sarà poi possibile ritirare questi dolci presso il monastero nel giorno del Giovedì Santo, dalle 9 alle 13. La comunità del monastero anagnino di Santa Chiara attualmente è formata da 26 sorelle povere, che professano in semplicità e letizia la regola della Madre Santa Chiara. Le religiose provengono da Italia, Nicaragua, Honduras, El Salvador, Venezuela e Colombia e il monastero da alcuni anni sta conoscendo una discreta fioritura di vocazioni, grazie soprattutto alle giovani che arrivano dai Paesi latino-americani.
Simona e quel dono della comunione fraterna e dell’amicizia
Dal marito Luca Ciocci, a nome delle famiglie Ciocci e Sordi, riceviamo e pubblichiamo questo che non è solo un ringraziamento dopo la scomparsa di una persona cara, ma la testimonianza tangibile di quello che Simona è stata, ovvero una giovane donna che ci lascia il dono, prezioso e da non sprecare, della comunione fraterna e dell’amicizia: lei – come leggerete – diceva di averlo ricevuto, ma in realtà è ciò che di bello ci lascia, tra le tante cose belle della Sua vita. Siamo davvero grati a Luca e alle famiglie Ciocci e Sordi per questo scritto, che ci rende più umani. E soprattutto più in comunione e in amicizia. Proprio come alla cara Simona sarebbe piaciuto. —————————————————————- Ringraziamo quanti hanno espresso in questi giorni affetto e solidarietà alle nostre famiglie, portando su di sé una parte del nostro dolore e consentendoci di rimanere nella pace. E’ stata grande e sentita con animo cristiano la partecipazione alle esequie officiate in Cattedrale venerdì 8 marzo da monsignor Bruno Durante e alla preghiera del Rosario, organizzato la sera precedente dalla comunità parrocchiale nella chiesa dei SS. Filippo e Giacomo in Anagni con il sostegno degli amici dell’Azione Cattolica diocesana. Una cordata di amore e amicizia iniziata già durante il periodo delle cure mediche che Simona stava affrontando con coraggio e speranza da 6 mesi contro una leucemia mieloide acuta che aveva bussato alla porta della sua vita. A seguito delle cure chemioterapiche che avevano portato alla remissione della leucemia si era sottoposta al trapianto di cellule staminali emopoietiche, il più alto grado di cure possibili per questo tipo di malattia, il suo corpo purtroppo ha ceduto all’insorgere di complicazioni cliniche che hanno portato all’estremo saluto mercoledì 6 marzo. Ringraziamo pubblicamente l’unità di Ematologia del Policlinico Umberto I di Roma, i reparti Autotrapianto e Trapianto allogenico per la professionalità e l’assistenza sanitaria che ci hanno offerto. Abbiamo sperimentato “la comunione fraterna e il dono dell’Amicizia” come lei stessa scriveva in uno dei suoi messaggi che inviava alle sue amiche che la sostenevano dall’esterno. La malattia è un’esperienza dura, una realtà difficile da accettare, ci ha fatto toccare con mano la fragilità e la precarietà dell’esistenza umana, ci ha insegnato con sacrificio a guardare tutto con altri occhi: quello che siamo, quello che abbiamo non ci appartiene, ma è un dono. Una verità, quella del dono, che si è espressa con forza anche attraverso azioni che prima non consideravamo: le donazioni di sangue e di midollo osseo, indispensabili per la vita e la salute di tutti. Nel periodo delle cure oltre al supporto medico è stato importante anche il supporto spirituale garantito dai cappellani del Policlinico ed in particolare da don Giuseppe Tavolacci che ha accompagnato Simona e gli altri ammalati con frequenti visite e con la Santa Comunione. Se è vero infatti che i farmaci cercano di curare il corpo, un’altra medicina è necessaria per lo spirito dei pazienti che patiscono condizioni di isolamento e angoscia a causa della malattia. Simona non è l’unico tralcio buono che ha ricevuto una potatura prematura, troppe sono le morti giovani per malattie simili che si registrano sul nostro territorio. L’incidenza dei tumori è preoccupante. Il contatto con le strutture sanitarie ci ha consentito di conoscere pareri allarmanti da parte dei medici che stanno riscontrando un’impennata dei casi tra i giovani-adulti nati negli anni ’80. La precoce perdita della cara Simona, professionista logopedista stimata, amata dai suoi piccoli pazienti e dalle loro famiglie, donna impegnata nel sociale e nel volontariato cattolico, amica, moglie e figlia possa smuovere le nostre coscienze nei confronti di questi dati allarmanti e ci ponga in maniera maggiormente critica e attiva contro i rischi a cui siamo quotidianamente esposti a causa dell’inquinamento ambientale. Avviamo un cambio di rotta, una conversione integrale, un’ecologia del cuore che ci porti a essere concretamente costruttori di un mondo migliore per noi e per le prossime generazioni. Non rimaniamo indifferenti alla morte dei figli di questa nostra terra! Un ringraziamento infine al clero della chiesa diocesana, alle sorelle Clarisse e Cistercensi, al Gruppo Civico LiberAnagni, all’Amministrazione comunale, all’Associazione Donatori di Sangue Fratres di Anagni, all’Associazione Italiana contro Leucemie-Linfomi e Mielomi AIL di Roma, alla Croce Rossa e al Centro Diurno Arcobaleno del Comune di Piglio, alle colleghe dello Studio Logopedico “Parole in Gioco” di Anagni. Durante le esequie sono state raccolte consistenti offerte che verranno devolute all’AIL per la realizzazione di uno spazio attrezzato, con giochi e arredi a misura di bambino all’interno delle residenze protette che accolgono gratuitamente i malati ematologici e i loro familiari costretti a trasferirsi per ricevere le cure. E’ prevista una Messa in suffragio per Simona lunedì 15 aprile alle ore 18.30 presso la Cattedrale di Anagni. nelle foto, Simona con le colleghe dello studio logopedico “Parole in gioco” di Anagni
La Via Crucis dei giovani e con i giovani
Si terrà venerdì prossimo 15 marzo la tradizionale Via Crucis diocesana dei giovani, con appuntamento ad Anagni, partenza alle 21 da Porta Cerere e quindi con le varie Stazioni che si snoderanno lungo il centro storico (in caso di pioggia si terrà invece nella vicina chiesa di San Giacomo). Organizzata dalla Pastorale giovanile e da quella vocazionale, coordinate rispettivamente da don Luca Fanfarillo e don Pierluigi Nardi, la Via Crucis di quest’anno ha un’importante novità: le riflessioni che accompagneranno i momenti di preghiera delle varie Stazioni, infatti, sono state preparate da alcuni gruppi parrocchiali di giovani di tutta la diocesi, coinvolti in questa ed altre iniziative dalla Consulta giovanile di recente costituzione; ad ogni gruppo è stata affidata una Stazione e quindi il canovaccio che ne verrà fuori sarà anche quello di uno spettro più ampio di riflessioni e sensibilità. La Consulta pastorale giovanile, come detto, è stata nominata di recente dal vescovo Ambrogio Spreafico ed è composta da Lorenza Castagnacci (Forania di Alatri), Carlo Cerasaro (Anagni), Camilla Cuva (Fiuggi), Elisa Finocchio (Anagni), Ilaria Fiorini (Alatri), Ludovica Paris (Fiuggi). Tra le prime iniziative prese e tuttora in corso c’è quella relativa al ciclo di incontri dal titolo “Lampada ai miei passi”, riservati ai giovani dai 19 ai 35 anni. Nei giorni scorsi, venerdì 8, si è tenuto ad Alatri uno di questi incontri, imperniato sul tema “Essere discepoli”. I prossimi incontri si terranno il 19 aprile, con la veglia vocazionale, e il 31 maggio, con luoghi e orari ancora da stabilire e che verranno resi noti attraverso media e social diocesani, ma anche la Via Crucis di Anagni a tutti gli effetti fa parte di questo percorso. di Igor Traboni (nelle foto: il manifesto della Via Crucis e alcuni membri della Consulta giovanile con il vescovo Spreafico e don Luca Fanfarillo)
Cattedrali, abbazie, musei: tutto in una sola app
Immaginate, con un semplice clic sul telefonino, di percorrere oltre 200 km toccando ben 16 attrazioni turistiche del Lazio meridionale, con una guida d’eccezione che resti accanto a voi per 8 ore filate, descrivendo minuziosamente ogni località. Fuori da ogni immaginazione, tutto questo è ora possibile con l’audioguida digitale “Le gemme nascoste del Lazio”, la cui app è stata presentata nel pomeriggio di giovedì 29 febbraio presso la pinacoteca del MuCA, il Museo della Cattedrale di Anagni. Il progetto è stato promosso dal Monastero di Sant’Erasmo-Albergo diffuso di Veroli, in partnership con lo stesso museo anagnino, e il tour digitale tocca i comuni di Picinisco, Arpino, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Collepardo, Veroli, Alatri, Anagni insieme ai monumenti storici e religiosi come l’Abbazia di Casamari, la Certosa di Trisulti, Palazzo Bonifacio VIII ad Anagni e la Basilica di Sant’Erasmo a Veroli, vere e proprie gemme, per l’appunto, della provincia di Frosinone. L’itinerario digitale, in 5 lingue, è stato realizzato da Smart Guide, grazie ai fondi del progetto Digitour, che unisce le piccole e medie imprese del settore turistico con fornitori di soluzioni innovative, digitali e intelligenti e nuove tecnologie. Il coordinamento è stato curato da Longarone Fiere, partner di Venetian Cluster, ente che coordina ed affianca il partenariato produttivo pubblico e privato multidisciplinare e tutti i soggetti interessati nella realizzazione e promozione di progetti d’innovazione e trasferimento. L’app è già scaricabile, con i contenuti che si avvalgono anche dell’intelligenza artificiale, ha un servizio di geolocalizzazione e suggerisce contenuti simili per il visitatore-turista. Nel fornire questi dati preliminari, Pietro Di Alessandri, del Monastero Sant’Erasmo di Veroli, ha inoltre sottolineato come «questa è una app ma non solo, perché racchiude anche una grande visione e una strategia di crescita del turismo e del territorio tutto che accomuna il Monastero di Sant’Erasmo, nato grazie ad una intuizione della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e fortemente sostenuto dal vescovo Ambrogio Spreafico, e il museo della Cattedrale di Anagni. La scelta dei 16 comuni che compongono il tour non è casuale, perché si va da Picinisco e dunque dalla Valle di Comino, a località notoriamente celebrate come Anagni e Veroli, toccando però anche realtà finora poco conosciute, come Monte San Giovanni Campano, che ora stanno investendo molto sul turismo di qualità. Questa visione comunitaria che unisce i nostri enti, senza dimenticare la connessione con la cooperativa Diaconia di Frosinone e la cooperativa agricola Monte Nebo, può e deve rappresentare anche un’opportunità per il territorio di farsi conoscere e dare una sana iniezione all’economia locale, dai ristoranti ai bar alle botteghe artigiane. Il proposito è anche quella di allargare questa intuizione ad altri partner e sviluppare idee già messe in campo, come ad esempio il binomio turismo-lavoro che a Sant’Erasmo sta portando le convention di grandi aziende», ha concluso Di Alessandri, non senza aver prima ringraziato don Marcello Coretti, del Capitolo della Basilica Cattedrale di Anagni, e Claudia Coladarci, curatrice e conservatrice del MuCA, per la continua disponibilità. Alla presentazione sono intervenute anche, in collegamento video, Maria Valentina Vanceo, project manager di Venetian Cluster, e Claudie Marikova, della Smart Guide, direttamente da Praga dove ha sede la società, ma in un buon italiano per gli studi compiuti alla Cattolica di Milano e con un simpatico bagaglio turistico fatto di visite in autostop nei fine settimana e ora tradotto anche nei dettagli di questa app. Un saluto è stato portato anche dal diacono Massimiliano Floridi, direttore del MuCA, che ha rimarcato il filo comune che, con qualche eccezione, lega questa audioguida, ovvero i beni ecclesiastici e il periodo del Medioevo. Dal canto suo Patrizia Viglianti, assessore del Comune di Veroli, ha sottolineato la necessitò di continuare a fare rete sul territorio «perché solo uniti possiamo andare oltre i nostri confini». di Igor Traboni (articolo pubblicato su Avvenire Lazio Sette di domenica 3 marzo 2024) Nella foto, da sinistra: Claudia Coladarci, Pietro Di Alessandri, Patrizia Viglianti, Massimiliano Floridi