Si celebra domenica 20 giugno la GIORNATA MONDIALE DEL RIFUGIATO. Purtroppo, a motivo dell’emergenza sanitaria, non è stato possibile organizzare in diocesi la Festa dei popoli, a cura dell’Ufficio migrazioni della diocesi di Anagni-Alatri (nella foto, un momento della Festa tenutasi ad Anagni nel 2019). Di seguito vi proponiamo comunque una riflessione dell’arcivescovo Gian Carlo Perego, presidente della Fondazione Migrantes:
La Giornata mondiale del rifugiato quest’anno riporta alla nostra attenzione il cammino di 80 milioni di persone, di cui 50 milioni di sfollati interni in diversi Paesi a causa delle guerre e dei
conflitti in atto e dei disastri ambientali, 26 milioni di rifugiati e oltre 4 milioni di richiedenti asilo.
E’ un popolo in cammino che lascia un Paese, una casa e non trova sempre una casa e un Paese ad accoglierlo. Davanti ai nostri occhi, quasi ogni giorno, vengono ripresentati i volti, le storie, le
sofferenze e i drammi di chi cerca di attraversare il Mediterraneo, il Mare nostrum che sembra che l’Europa ignori, come dimostrano le morti sempre più numerose – oltre 700 dall’inizio del 2021 – i
respingimenti continui, le omissioni di soccorso, ma soprattutto gli abbandoni di persone al di là del Mediterraneo, in Libia: fratelli tutti, tutte sorelle abbandonate al loro destino.
Una strage sotto gli occhi di tutti, ma che sembra interessi solo a pochi. Una passione che dalla Libia arriva anche alle porte di casa nostra in Bosnia che non può essere dimenticata in questa
giornata dove affermiamo un diritto, il diritto d’asilo, che però di fatto è ancora negato. In questo giorno si alza forte il grido per una nuova operazione europea di soccorso in mare che abbia ancora
una volta l’Italia come protagonista e per un nuovo sistema di accoglienza europeo. Al tempo stesso, è urgente ripensare gli accordi con la Turchia e la Libia, perché il diritto d’asilo sia al centro e, attraverso i corridoi umanitari, possa estendersi anche alle persone più fragili e deboli. Uno scatto di umanità e di solidarietà sarebbe un segno di un’Europa che riparte e si rinnova dopo la pandemia proprio a partire dalla tutela dei richiedenti asilo e rifugiati.
+ Gian Carlo Perego, arcivescovo
Presidente della Fondazione Migrantes e della CEMi