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Il vescovo al 50° di don Pierino: «Esempio di umiltà per tutti noi»

18 Settembre 2024

Il vescovo al 50° di don Pierino: «Esempio di umiltà per tutti noi»

Visibilmente commosso, con una lacrima neppure tanto furtiva venuta giù al momento di ringraziare i tanti presenti, con la voce rotta dall’emozione: così don Pierino Giacomi ha vissuto, domenica 15 settembre a Fiuggi, nella chiesa di San Pietro, la celebrazione dei 50 anni di sacerdozio, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico. Attorniato da tanti amici sacerdoti sull’altare, dai familiari in prima fila sui banchi e da tanti fedeli e amici di questi anni di ministero pressoché interamente trascorsi a Fiuggi, con una cerimonia allietata da un bel coro e con il saluto dell’amministrazione di Fiuggi e della confraternita, don Pierino è stato piacevolmente travolto da tanto affetto.

Il vescovo Spreafico nell’omelia ha voluto sottolineare alcuni tratti salienti del ministero di don Giacomi, riprendendo anche le parole pronunciate dal festeggiato nell’intervista rilasciata a Lazio Sette e che trovate anche su questo sito internet della diocesi, ad iniziare dall’inciso programmatico di quel suo essere sacerdote per sempre: «Servire il Signore è stata la gioia più grande della mia vita. E il mio desiderio più profondo è che tutti coloro che mi sono stati affidati possano raggiungere la gloria di Dio».

Questa, ha quindi sottolineato il vescovo «è una testimonianza preziosa anche per noi, che viviamo in un mondo in cui si fa piuttosto quello che ci piace, molto meno quello che serve! Ma il servizio non è un’umiliazione. Anzi, esso nasce dalla saggezza di chi sa capire il bisogno degli altri, le loro domande e attese, a cominciare dai piccoli e dai poveri, e cerca di prendersene cura, di aiutare. Tu – ha aggiunto Spreafico sempre rivolto a don Pierino – ti sei fatto conquistare dall’amore di Gesù, come dovrebbe essere per tutti noi, soprattutto noi sacerdoti. Hai riconosciuto in Lui il Cristo, il Salvatore e il Maestro, colui che si è abbassato e umiliato fino a divenire uno di noi, e alla morte di croce. Sì, chi si pone al servizio è anzitutto umile». Il vescovo di Anagni-Alatri ha quindi posto l’accento proprio sull’umiltà «virtù così poco praticata nel mondo, pieno di prepotenti e di violenti che vogliono sottomettere gli altri con arroganza, senza vergogna, senza considerazione dell’umanità degli altri. Anche le nostre città, e non solo i Paesi in guerra, sono spesso teatro di prepotenze e violenze. Mai schierarsi dalla parte degli arroganti che vogliono sempre aver ragione, ma non perché siamo migliori, ma solo perché siamo discepoli  di chi ha dato la vita per noi».

Monsignor Spreafico ha quindi ringraziato don Pierino Giacomi per i lunghi anni a servizio di varie realtà della diocesi, in particolare per l’impegno con i giovani: «Quanto bisogno c’è di ascoltare i giovani, di aiutarli, esserne amici, liberarli dalla schiavitù del cellulare. La vita è incontro, relazione, parola, non è chat». Il ringraziamento finale al festeggiato è stato esteso ai familiari, alle suore che lo accolgono, ai sacerdoti amici: «Con te vogliamo continuare a vivere il nostro ministero e dire a tutti la gioia di essere al servizio di Gesù. Il mondo ha bisogno di noi, ma noi dobbiamo capire come dire al mondo che in Gesù troveremo la risposta».

Al termine della celebrazione, don Pierino ha quindi preso la parola, esprimendo «la mia profonda gratitudine per tutte le grazie e i beni ricevuti in questi anni. Prima di tutto ringrazio Dio per il dono della vita e del sacerdozio e per avermi sostenuto con la sua grazia in ogni momento». Tra i vari ringraziamenti, don Giacomi ne ha riservato uno anche per i vescovi succedutisi nella diocesi di Anagni prima e in quella di Anagni-Alatri dopo: Enrico Romolo Compagnone, Vittorio Ottaviani, Umberto Florenzani (che lo ha ordinato nel 1974), Luigi Belloli, Francesco Lambiasi, Lorenzo Loppa e l’attuale Ambrogio Spreafico. E poi ancora: per tutto il presbiterio «con cui ho condiviso tante esperienze e momenti di fraternità», religiosi e religiose e i tanti laici che lo hanno aiutato nel periodo della malattia. E poi, tutti a far festa anche con un momento conviviale; una festa, come ha ricordato il parroco don Antonio Castagnacci, per organizzare la quale sono bastati pochi giorni, perché tutti si sono mobilitati alla grande nel segno dell’affetto verso don Pierino.

di Igor Traboni

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