Sabato 4 e domenica 5 ottobre 2025, presso il Centro Pastorale di Fiuggi, l’Azione Cattolica di Anagni-Alatri si è incontrata nel consueto appuntamento annuale dell’Assemblea Diocesana dal titolo “Al cuore della comunità: abitare il servizio, generare il bene”. Questa è stata l’occasione per vivere dei momenti di formazione e programmazione ma anche di confronto e riflessione sulla vita associativa, alla presenza anche della delegata regionale Caterina Castagnacci.
In particolare, la prima giornata è iniziata con i saluti a tutti gli associati da parte della presidente Concetta Coppotelli che, presentando il Vangelo che guiderà l’anno associativo «Signore, è bello per noi essere qui» (Mt 17, 1-9), ricorda, come per i discepoli, quanto è bello per l’A.C. stare e camminare nel mondo insieme con il Signore, vivendo la realtà associativa, sognando, pensando, vivendo insieme per essere parte di un “antidoto straordinario contro la solitudine e la pigrizia”. E ancora, non si deve dimenticare l’importanza di “scendere dal monte” per immergersi con uno sguardo nuovo nella quotidianità. Serve accorgersi che il nostro vivere, pensare e progettare ha bisogno di impregnarsi in quell’esistenza verticale così cara a Pier Giorgio Frassati… «Verso l’Alto». Un dono da scoprire per tutte e tutti noi”.
A seguire, i vice-presidenti dei settori hanno presentato i testi annuali suggerendo alle associazioni parrocchiali nuovi spunti ed idee da sviluppare all’interno delle singole realtà.
Le attività poi, si sono concentrate su un momento formativo in gruppi di lavoro tematici. I tre gruppi, ciascuno con un simbolo e un focus specifico, hanno approfondito gli svariati aspetti della vita associativa e spirituale dei laici impegnati nella Chiesa e nel territorio.
Il primo gruppo “Cacciatori di Speranza, la spiritualità laicale”, guidato da don Bruno Durante e Maria Letizia Fenicchia, ha esplorato il tema della spiritualità laicale. “Una spiritualità che non è al di sopra o separata dall’esistenza, ma che ne custodisce l’interezza permettendo di tenere insieme il vissuto delle persone ed evitando che ci sia una separazione fra le varie dimensioni della vita.”
Durante il confronto, i partecipanti hanno condiviso esperienze personali, sottolineando che la spiritualità è innanzitutto ascolto della Parola di Dio, forza interiore e capacità di leggere la propria vita alla luce dello Spirito Santo. Don Bruno ha ricordato, inoltre, che vivere nel mondo e non secondo il mondo significa lasciarsi guidare dallo Spirito in ogni stato di vita, nel lavoro, nella parrocchia e nella diocesi. Lo slogan “Fedeli nel mondo, laici nella Chiesa”, scaturito dalla riflessione, ha sintetizzato l’identità spirituale dell’associato di Azione Cattolica e guardando al futuro sono emerse le proposte su cui lavorare per rafforzarla costantemente ovvero esercizi e weekend spirituali, incontri di discernimento sulla realtà contemporanea e momenti comunitari di fraternità.
Il secondo gruppo, “Tessitori di Speranza, il legame associativo”, guidato da Caterina Castagnacci e Marilena Ciprani, ha posto al centro la cura delle relazioni come elemento essenziale della vita associativa. “La cura del legame associativo e le relazioni fraterne sentite come primaria responsabilità, vissuti nell’unitarietà e arricchiti dall’intergenerazionalità, con la consapevolezza che il contributo di tutti è importante a prescindere dall’incarico associativo o dall’esperienza.”
Attraverso due domande – “Quando ci siamo sentiti parte viva dell’associazione?” e “Qual è il tessuto comune che ci unisce?” – i partecipanti hanno cercato di riconoscere il filo rosso che lega le singole esperienze personali all’interno dell’Azione Cattolica. Dal confronto sono emersi alcuni elementi condivisi che definiscono il senso di appartenenza e di corresponsabilità: la responsabilità, vissuta nel prendersi cura dei gruppi, nel guidare attività parrocchiali o nel ricoprire ruoli di coordinamento; la cura reciproca, che si manifesta tanto nel sostenere gli altri quanto nell’essere sostenuti nei momenti di difficoltà associativa; la collaborazione, non solo all’interno dell’Azione Cattolica ma anche con altre realtà ecclesiali e sociali, per costruire una comunità viva e accogliente; l’incontro, come momento di apertura e relazione che fa sentire accolti e parte di un progetto più grande; il dono del tempo, che diventa espressione concreta di impegno; la crescita personale, perché vivere nell’associazione significa conoscersi meglio, maturare nella fede e imparare a stare nel mondo con autenticità. Riflettendo sul futuro, il gruppo ha sottolineato l’importanza di continuare a essere testimoni, non solo attraverso i ruoli di responsabilità diretta, ma con la preghiera che sostiene, la presenza che incoraggia e l’impegno nel far crescere i più piccoli: come un filo che attraversa le generazioni, l’Azione Cattolica si rinnova ogni volta che un “semino di un bambino” cresce fino a diventare una “pianta vigorosa di un adulto”.
Il terzo gruppo “Seminatori di speranza, il legame con la chiesa e il territorio”, guidato da Raniero Marucci, ha affrontato il tema del rapporto tra fede, comunità e territorio. “La cura per la propria comunità e il proprio territorio, per essere costruttori di alleanze “dentro e fuori” il mondo ecclesiale, e aiutare le associazioni locali a pensare la loro proposta formativa in chiave missionaria.”
Essere seminatori di speranza significa restare presenti e attivi nei luoghi della vita quotidiana, con uno sguardo di fiducia e dialogo. La speranza, illuminata dalla fede, non è un semplice ottimismo, ma la certezza che nasce dal Cristo risorto: è la consapevolezza che la parola definitiva sulla nostra vita è l’amore del Padre. Per questo, seminare speranza vuol dire anche costruire sempre di più alleanze dentro e fuori la Chiesa, leggere i bisogni del territorio, sostenere le comunità in difficoltà e partecipare alla vita ecclesiale con spirito missionario.
Dunque, le riflessioni emerse in Assemblea mostrano un’Azione Cattolica viva, consapevole e desiderosa di rinnovarsi. “Cacciatori”, “Tessitori” e “Seminatori” di Speranza non sono solo immagini evocative, ma espressioni concrete di un impegno condiviso: custodire la fede dentro la vita concreta, intrecciare relazioni e generare speranza nel mondo vivendo la propria spiritualità come presenza attiva, responsabile e missionaria nella Chiesa e nella società di oggi con il cuore, le mani e la mente sempre rivolti alla speranza.
La prima giornata d’incontro si è conclusa con l’arrivo dell’arcivescovo Santo Marcianò il quale, accogliendo con entusiasmo l’invito dell’Azione Cattolica Diocesana, ha condiviso il momento dei Vespri del sabato e successivamente la cena comunitaria. Quest’ultimo momento caratterizzato da una tavola imbandita con le pietanze che ognuno ha portato in condivisione ha testimoniato come questi gesti semplici e famigliari diventano segni di amicizia, fraternità e comunione autentica facendo vivere concretamente l’esperienza dei discepoli e pensare «Signore, è bello per noi essere qui».
La seconda giornata di Assemblea diocesana dal titolo “Al cuore della comunità: abitare il servizio, generare il bene” si è avviata con un momento di meditazione presieduto dall’Assistente unitario don Rosario Vitagliano sul Vangelo della Trasfigurazione (Mt 17, 1-9) il quale ha invitato i presenti a riflettere sull’importanza di mettersi in ascolto del Signore e di ciò che Lui vuole da ciascuno in particolare e dall’A.C. in generale. Infatti, soltanto chiedendosi “Gesù cosa chiede oggi a noi cristiani ed all’associazione in questo tempo che stiamo vivendo” possiamo trovare la chiave per affrontare il domani dell’A.C. ed il ruolo di ciascun membro in essa?
La seconda giornata è proseguita con la programmazione annuale per settori dove sono state condivise le priorità programmatiche ed il piano operativo da sviluppare nell’anno per far crescere, mediante il contributo e la partecipazione delle singole realtà parrocchiali, la realtà associativa diocesana.
Prima della conclusione dell’attività Ennio Latini, in qualità di referente diocesano, ha aggiornato i presenti sullo stato di avanzamento del processo sinodale in atto ricordando i punti salienti di questa fase di rinnovamento della Chiesa Cattolica che incoraggia il “camminare insieme”. Il Sinodo è Assemblea ecclesiale indetta e/o presieduta dal Papa /Vescovi, per consultarsi in materia di Fede, di Cura Pastorale “. La Sinodalità è la disponibilita all’ascolto; è la fiducia di pensare che tutti possono offrire un contributo alla vita e alla missione della Chiesa. Far crescere uno spirito di servizio reciproco e di corresponsabilità per promuovere il passaggio dall’IO al NOI di tutto il popolo di Dio, ascoltando lo Spirito Santo e la Parola di Dio.
Le varie tappe in questi quattro anni:
La fase Narrativa; I cantieri di Betania; La Fase Sapienziale; La Fase Profetica.
Dopo l’Assemblea del 31 marzo 3 aprile 2025, la CEI ha inviato il testo di bozza “Lievito di pace e di speranza”che saranno poi oggetto di discussione ed approvazione nell’Assemblea Nazionale del 25 ottobre 2025. Se l’ascolto è il metodo del processo sinodale e il discernimento è il suo scopo, allora la partecipazione è il suo percorso.
Due pomeriggi di intenso lavoro, incentrati sull’analisi, il confronto e buoni propositi per il futuro della realtà associativa diocesana. Dove la forza dello stare insieme ha rinnovato l’entusiasmo di vivere il carisma dell’A.C., condividendo il mandato di “scendere dalla montagna” per essere “Cacciatori”, “Tessitori” e “Seminatori” di Speranza nel mondo e per il mondo.
A cura dell’Azione Cattolica Diocesana


