Per tre giorni, da martedì 28 a giovedì 30 ottobre, le reliquie di Santa Bernadette hanno sostato a Fiuggi, nella chiesa Regina Pacis, esposte alla venerazione di centinaia di fedeli che hanno partecipato ai momenti di preghiera comunitari e personali, organizzati dall’Unitalsi diocesana e dai frati francescani della parrocchia. Nel pomeriggio di mercoledì 29, la celebrazione eucaristica è stata presieduta dall’arcivescovo Santo Marcianò, accolto dal parroco padre Enzo e dai confratelli padre Ercolano e padre Paolino, dal presidente dell’Unitalsi, Paola Pietrobono, dall’ex presidente, Pier Giorgio Ballini, che tanto si è adoperato per questo evento, dal presidente della sezione di Frosinone, Francesco Santoro, dai militari dell’Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, in una chiesa gremita e alla presenza anche di decine di malati assistiti dai volontari Unitalsi, sia della sezione di Anagni-Alatri che di Frosinone, con numerosi bambini dediti al servizio all’altare e con i quali il presule si è intrattenuto scherzosamente prima della Messa, ma anche chiamandoli in causa durante la celebrazione stessa, suscitando un moto di simpatia e di applausi spontanei da parte dei fedeli.
Nel corso dell’omelia, monsignor Marcianò ha detto tra l’altro: «E’ un dono poter venerare le reliquie di un santo, così come è un dono la vita. Nessuno di noi può dire di essersela donata, perché la vita è dono, per chi crede in Dio. Bernadette visse in un periodo in cui in Francia imperava il razionalismo, il pensare che solo la ragione può dare soluzione ai problemi dell’uomo. Il razionalismo impediva di andare oltre e in quel tempo era difficile rispondere così come abbiamo fatto noi qui, riconoscendo che la vita è dono di Dio. I credenti, pur usando la ragione – ragione e fede camminano insieme, sono come due sorelle che si prendono per mano – hanno la ragione illuminata che ci aiuta a comprendere che la fede è dono, a dare un senso alla nostra vita. Solo la fede illuminata dalla ragione ci può far comprendere il senso della vita e così possiamo parlare di vita eterna, perché nel cuore di Dio noi siamo da sempre». E Bernadette, ha poi rimarcato il presule, fa esperienza della bellezza di Maria, tanto da desiderare poi di morire, pur di poter rivedere la Madre che le era apparsa; inoltre, incontrando Maria quella piccola pastorella «fa esperienza dell’eterno e dell’eternità. Bernadette fa esperienza di Cristo, ed ecco che il messaggio di Lourdes è “cristologico” perché Bernadette ci indica Maria come colei che ci rimanda a Cristo. Maria è madre nostra; la maternità di Maria consiste nel consegnare a noi figli il suo figlio Gesù, tutto. Ecco perché è mamma: chiamatela mamma, madre», ha esortato monsignor Marcianò.
E un altro invito, il vescovo lo ha rivolto ai genitori presenti: «Parlate di Dio ai vostri figli, non parlate loro solo di cellulari, della danza, della scuola, degli sport. Se non parlate voi di Dio, nessuno lo farà; anzi, gli diranno il contrario, li inciteranno a non credere in Dio, perché questa è la cultura che si insinua nella mente, nel cuore, nelle fibre dei giovani di oggi». Dopo la Messa, Marcianò ha abbracciato e salutato uno ad uno i malati presenti.
di Igor Traboni




