L’Azione Cattolica diocesana al cuore della comunità

Sabato 4 e domenica 5 ottobre 2025, presso il Centro Pastorale di Fiuggi, l’Azione Cattolica di Anagni-Alatri si è incontrata nel consueto appuntamento annuale dell’Assemblea Diocesana dal titolo “Al cuore della comunità: abitare il servizio, generare il bene”. Questa è stata l’occasione per vivere dei momenti di formazione e programmazione ma anche di confronto e riflessione sulla vita associativa, alla presenza anche della delegata regionale Caterina Castagnacci. In particolare, la prima giornata è iniziata con i saluti a tutti gli associati da parte della presidente Concetta Coppotelli che, presentando il Vangelo che guiderà l’anno associativo «Signore, è bello per noi essere qui» (Mt 17, 1-9), ricorda, come per i discepoli, quanto è bello per l’A.C. stare e camminare nel mondo insieme con il Signore, vivendo la realtà associativa, sognando, pensando, vivendo insieme per essere parte di un “antidoto straordinario contro la solitudine e la pigrizia”. E ancora, non si deve dimenticare l’importanza di “scendere dal monte” per immergersi con uno sguardo nuovo nella quotidianità. Serve accorgersi che il nostro vivere, pensare e progettare ha bisogno di impregnarsi in quell’esistenza verticale così cara a Pier Giorgio Frassati… «Verso l’Alto». Un dono da scoprire per tutte e tutti noi”. A seguire, i vice-presidenti dei settori hanno presentato i testi annuali suggerendo alle associazioni parrocchiali nuovi spunti ed idee da sviluppare all’interno delle singole realtà. Le attività poi, si sono concentrate su un momento formativo in gruppi di lavoro tematici. I tre gruppi, ciascuno con un simbolo e un focus specifico, hanno approfondito gli svariati aspetti della vita associativa e spirituale dei laici impegnati nella Chiesa e nel territorio. Il primo gruppo “Cacciatori di Speranza, la spiritualità laicale”, guidato da don Bruno Durante e Maria Letizia Fenicchia, ha esplorato il tema della spiritualità laicale. “Una spiritualità che non è al di sopra o separata dall’esistenza, ma che ne custodisce l’interezza permettendo di tenere insieme il vissuto delle persone ed evitando che ci sia una separazione fra le varie dimensioni della vita.” Durante il confronto, i partecipanti hanno condiviso esperienze personali, sottolineando che la spiritualità è innanzitutto ascolto della Parola di Dio, forza interiore e capacità di leggere la propria vita alla luce dello Spirito Santo. Don Bruno ha ricordato, inoltre, che vivere nel mondo e non secondo il mondo significa lasciarsi guidare dallo Spirito in ogni stato di vita, nel lavoro, nella parrocchia e nella diocesi. Lo slogan “Fedeli nel mondo, laici nella Chiesa”, scaturito dalla riflessione, ha sintetizzato l’identità spirituale dell’associato di Azione Cattolica e guardando al futuro sono emerse le proposte su cui lavorare per rafforzarla costantemente ovvero esercizi e weekend spirituali, incontri di discernimento sulla realtà contemporanea e momenti comunitari di fraternità. Il secondo gruppo, “Tessitori di Speranza, il legame associativo”, guidato da Caterina Castagnacci e Marilena Ciprani, ha posto al centro la cura delle relazioni come elemento essenziale della vita associativa. “La cura del legame associativo e le relazioni fraterne sentite come primaria responsabilità, vissuti nell’unitarietà e arricchiti dall’intergenerazionalità, con la consapevolezza che il contributo di tutti è importante a prescindere dall’incarico associativo o dall’esperienza.” Attraverso due domande – “Quando ci siamo sentiti parte viva dell’associazione?” e “Qual è il tessuto comune che ci unisce?” – i partecipanti hanno cercato di riconoscere il filo rosso che lega le singole esperienze personali all’interno dell’Azione Cattolica. Dal confronto sono emersi alcuni elementi condivisi che definiscono il senso di appartenenza e di corresponsabilità: la responsabilità, vissuta nel prendersi cura dei gruppi, nel guidare attività parrocchiali o nel ricoprire ruoli di coordinamento; la cura reciproca, che si manifesta tanto nel sostenere gli altri quanto nell’essere sostenuti nei momenti di difficoltà associativa; la collaborazione, non solo all’interno dell’Azione Cattolica ma anche con altre realtà ecclesiali e sociali, per costruire una comunità viva e accogliente; l’incontro, come momento di apertura e relazione che fa sentire accolti e parte di un progetto più grande; il dono del tempo, che diventa espressione concreta di impegno; la crescita personale, perché vivere nell’associazione significa conoscersi meglio, maturare nella fede e imparare a stare nel mondo con autenticità. Riflettendo sul futuro, il gruppo ha sottolineato l’importanza di continuare a essere testimoni, non solo attraverso i ruoli di responsabilità diretta, ma con la preghiera che sostiene, la presenza che incoraggia e l’impegno nel far crescere i più piccoli: come un filo che attraversa le generazioni, l’Azione Cattolica si rinnova ogni volta che un “semino di un bambino” cresce fino a diventare una “pianta vigorosa di un adulto”. Il terzo gruppo “Seminatori di speranza, il legame con la chiesa e il territorio”, guidato da Raniero Marucci, ha affrontato il tema del rapporto tra fede, comunità e territorio. “La cura per la propria comunità e il proprio territorio, per essere costruttori di alleanze “dentro e fuori” il mondo ecclesiale, e aiutare le associazioni locali a pensare la loro proposta formativa in chiave missionaria.” Essere seminatori di speranza significa restare presenti e attivi nei luoghi della vita quotidiana, con uno sguardo di fiducia e dialogo. La speranza, illuminata dalla fede, non è un semplice ottimismo, ma la certezza che nasce dal Cristo risorto: è la consapevolezza che la parola definitiva sulla nostra vita è l’amore del Padre. Per questo, seminare speranza vuol dire anche costruire sempre di più alleanze dentro e fuori la Chiesa, leggere i bisogni del territorio, sostenere le comunità in difficoltà e partecipare alla vita ecclesiale con spirito missionario. Dunque, le riflessioni emerse in Assemblea mostrano un’Azione Cattolica viva, consapevole e desiderosa di rinnovarsi. “Cacciatori”, “Tessitori” e “Seminatori” di Speranza non sono solo immagini evocative, ma espressioni concrete di un impegno condiviso: custodire la fede dentro la vita concreta, intrecciare relazioni e generare speranza nel mondo vivendo la propria spiritualità come presenza attiva, responsabile e missionaria nella Chiesa e nella società di oggi con il cuore, le mani e la mente sempre rivolti alla speranza. La prima giornata d’incontro si è conclusa con l’arrivo dell’arcivescovo Santo Marcianò il quale, accogliendo con entusiasmo l’invito dell’Azione Cattolica Diocesana, ha condiviso il momento dei Vespri del sabato e successivamente la cena comunitaria. Quest’ultimo

Tra il vescovo Santo e i giovani è subito feeling!

Il feeling tra l’arcivescovo Santo Marcianò e i giovani è nato subito, in maniera spontanea, naturale, con quel moto di simpatia connaturato nei ragazzi quando si sentono accolti e voluti bene, ma al contempo proprio degli adulti che non fanno del finto “giovanilismo”, fine a sé stesso, ma che le braccia le spalancano davvero, per accogliere, per incontrare, per dialogare. Così ha fatto il vescovo Santo nei primi incontri con i giovani – lui che con i ragazzi ha già avuto diverse esperienze pastorali, sia da vescovo in Calabria che con i giovani militari durante l’Ordinariato – e così hanno risposto i “nostri” ragazzi. Il primo abbraccio c’è stato il 21 settembre, giorno dell’ingresso ufficiale del vescovo Santo in diocesi, ad Anagni. E qui va riavvolto il nastro della cronaca: i giovani hanno atteso per un’ora sotto un sole settembrino che nulla aveva da invidiare a quello dell’ultimo ferragosto; pazienti sì, ma anche festosamente “indisciplinati” da un angolo all’altro di piazza Cavour per salutare gli amici che magari non vedevano da tempo o i vecchi compagni di scuola. E hanno colorato la piazza con le loro magliette: da quelle della Pastorale giovanile diocesana, una delle quali è stata donata anche a papa Leone durante il Giubileo dei giovani a Tor Vergata, a quelle dell’Azione Cattolica, da quelle degli “Amici di Madre Claudia” a quelle dell’Istituto scolastico Bonifacio VIII. E hanno avuto un concitato gran daffare anche per srotolare gli striscioni di benvenuto e sistemarli nei punti strategici, anche in alto, sotto il mega schermo della diretta tv di Tele Universo, perché tutti potessero vederli. Così i giovani hanno accolto l’arcivescovo Santo Marcianò, richiamando a gran voce, e anche con alcuni slogan tipici di Ac, l’attenzione del nuovo vescovo, che subito dopo il saluto alle autorità li ha raggiunti, a braccia aperte, salutandoli con gioia e scambiando due battute con don Luca Fanfarillo, responsabile della Pastorale giovanile diocesana, e alcuni degli educatori laici presenti. Ma la festa dei giovani non si è fermata qui, perché hanno voluto “scortare”, festanti e gioiosi, l’arcivescovo Marcianò anche verso il Municipio, fermandosi con lui per delle foto-ricordo sotto la scalinata, e poi ancora verso la Cattedrale. E nel corso dell’omelia, come già accaduto nella celebrazione eucaristica per l’ingresso nella diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino, monsignor Santo Marcianò ha rivolto un pensiero particolare proprio ai ragazzi, a quelli di oggi sicuramente, ma anche a questi che saranno gli adulti e la Chiesa di domani: «Voi, miei giovani, saprete stupirci, come avete fatto nel Giubileo, e sarete artefici del mondo che assieme sogniamo. La Chiesa propone un umanesimo integrale e solidale, all’altezza del disegno di amore di Dio . Un programma meraviglioso: vogliamo provare a svolgerlo assieme? È difficile – ha chiosato l’arcivescovo – ma la Parola di Dio ci offre un altro binomio: fedeli in cose di poco conto – fedeli in cose importanti. Basta iniziare dal poco, con umiltà verso Dio e i fratelli». Domenica 28 settembre, giorno dell’ingresso ad Alatri, le scene di entusiasmo si sono ripetute, con striscioni  e battimani ad accogliere il vescovo Santo, prima che questi salisse sulla mula. E il presule ancora una volta a salutarli da vicino, abbracciandone alcuni, chiedendo il nome ad altri. E l’apoteosi dell’entusiasmo è arrivata quando il vescovo, saluto sul palchetto per il benvenuto ufficiale da parte del Comune, ha perfettamente mimato il gesto del cuoricino con le mani, per dire che porta tutti indistintamente nel cuore, ma scegliendo proprio «il cuoricino come fanno i giovani», ha detto, perché i giovani li porta tutti nel cuore. E più di qualcuno, anche tra i grandi, si è davvero commosso. Ad Alatri c’è stata la piccola variante… meteorologica della pioggia, che ha poi accompagnato il corteo fino in Concattedrale; ma neppure questo ha scoraggiato i ragazzi della Pastorale giovanile e dell’Azione Cattolica, che hanno scortato il Vescovo e la mula fino a Civita, per poi assistere alla Messa, proprio dal retro dell’altare, con il vescovo che durante la celebrazione si è girato proprio verso di loro, al momento dello scambio del segno della pace, ad esempio. E poi, anche durante questa omelia, le parole del vescovo, come a disegnare un programma di cammino pastorale, insieme: «Giovani, interrogatevi su quello che il Signore vuole da voi, non abbiate paura di ascoltare la voce del Signore. Non abbiate paura! Giovani, la Chiesa ha bisogno di voi, il mondo ha bisogno di voi!». di Igor Traboni

Assemblea diocesana di Azione Cattolica

Il 4 e 5 ottobre, presso il Centro pastorale di Fiuggi, si svolgerà l’assemblea diocesana di Azione Cattolica sul tema “Al cuore della comunità: abitare il servizio, generare il bene”. Nella locandina tutte le info sul programma.

Pre-posizioni semplici: il racconto del campo scuola di Azione Cattolica

Dal 24 al 30 agosto 2025 si è tenuto a Monte San Giovanni Campano il campo-scuola dell’Azione Cattolica della diocesi di Anagni-Alatri. Hanno partecipato 46 ragazzi delle scuole superiori. provenienti da Anagni, Alatri, Piglio, Fiuggi e Fumone supportati dai responsabili diocesani del settore giovani AC, dagli educatori, dalla collaborazione ormai consolidata di Suor Cleopatra Subiaco e da don Walter Martiello.    Il tema trattato: “Pre-posizioni semplici”.  Ci piace pensare a noi come “preposizioni”, come elementi costitutivi della comunità e della società che possono influenzarne il significato e la struttura. Ognuno e ognuna di noi è, in fondo, una preposizione semplice, una connessione tra le persone e nei luoghi che abitiamo. Nel periodo del Giubileo dal tema “Pellegrini di speranza” è anche possibilità di vivere una specie di allenamento per recuperare la connessione con gli altri e con il mondo e per coltivare la capacità di avere sguardi ampi sulla vita. Questo nostro essere preposizioni semplici ci esorta e ci sprona ad assumere posture nuove e stili rinnovati. Non possiamo essere ‘’cittadini del quotidiano’’ se non traduciamo in scelte concrete quei bisogni di cambiamento che percepiamo continuamente attorno e dentro di noi. Siamo chiamati, allora, a non fare rivoluzioni ma a vivere, da giovani, per posizioni semplici. Ad accompagnarci in questo viaggio, ancora una volta in mare aperto, ci sarà, oltre all’apostolo Pietro, anche Ulisse. Ripercorrendo le sue avventure, attraverso cinque particolari incontri, proveremo a riconoscere alcune connessioni fondamentali per la nostra vita. Come le preposizioni non possono essere pensate sole, sganciate dalle altre parti che compongono una frase, così anche noi non possiamo immaginarci isolati e sconnessi: scopriremo e/o rinnoveremo la bellezza del sentirci parte di una comunità più grande. Il cristiano, nei luoghi dove abita e si relazione, deve poter avere la funzione delle preposizioni all’interno di una frase, connettere e aiutare a esprimere il significato della stessa, così il cristiano è chiamato ad essere il legame di comunione, accoglienza e solidarietà tra individui, radicato nella fede nel Cristo risorto. I giovani sono stati aiutati a riflettere su se stessi e su come vivono la propria fede attraverso diverse attività e cinque parole chiave: 1-spazi abitati da … zone di conforto e spazi di fraternità; Obiettivo del giorno Riflettere su quali sono le nostre zone di comfort e se l’altro può accedervi. Riscopriamo insieme la fraternità come una chiave possibile per vivere nei propri spazi sicuri o per uscire dai propri confini. 2-veri con …  nudità tra verità e vulnerabilità; Obiettivo del giorno Facciamo i conti con la nostra nudità. Esploriamo cosa significhi realmente “mettersi a nudo” e accogliere la vulnerabilità dell’altro senza giudicare. Affrontiamo la vergogna e apriamoci senza paura alla verità di chi siamo. 3-fatti per … compartecipazione nella storia della salvezza; Obiettivo del giorno Proviamo a non ridurre la fede a un’attesa passiva di salvezza, ma adoperiamoci perché qualcosa di bello come un miracolo possa compiersi a partire dal nostro coinvolgimento. 4-affidati a … la fede oltre il dubbio e la rottura; Obiettivo del giorno Ripercorriamo il nostro personale percorso di fede, ricostruiamolo passo passo. Domandiamoci come cambia nel tempo il nostro rapporto con il Signore, anche attraverso i momenti di rottura e di dubbio. 5-responsabili di … lo stile e l’impegno per la Chiesa e il mondo. Obiettivo del giorno Facciamo della responsabilità uno stile di vita nei confronti di quanto e di chi ci viene affidato. Interroghiamoci su cosa significhi essere laici e laiche impegnati nella Chiesa e nel mondo. Significativi sono stati i momenti di preghiera come la Celebrazione della CROCE e l’Eucarestia nei quali abbiamo meditato sul “mistero pasquale”. La grande gita a prato di Campoli e il torneo hanno reso il campo-scuola gioioso. I falò,il Midbar e i canti sotto le stelle con finale “quante stelle” storico canto AC da generazioni,  come sempre, hanno creato un’atmosfera suggestiva e rassicurante. Vi salutiamo con le parole di un giovane partecipante e chiudiamo con una preghiera: “Mi dispiace rubarvi questi cinque minuti, ma sentivo che fosse giusto condividere con voi un momento del genere. Sinceramente, all’inizio ero scettico, sia l’anno scorso che quest’anno. Credevo che fosse solo un modo per perdere tempo, una cosa come un’altra. Alla fine, però, mi sono ricreduto. Non penso sia normale, o perlomeno non pensavo, ricevere questo tipo di affetto da persone che vedo una volta l’anno, o addirittura nemmeno quella. Il punto è che il mondo gira, va avanti e indietro, e bisogna stargli dietro… però, quando arriva questa settimana, il mio mondo si ferma…” Ecco, avete appena letto una parte di una lettera scritta da un ragazzo del campo. Con queste poche parole possiamo capire come il campo possa portare a porre delle riflessioni, domande nei ragazzi e anche negli educatori. Si è lavorato con i ragazzi sulle loro fragilità, sull’essere vulnerabili alle parole altrui. Quale è il loro posto nel quale sono al sicuro? La loro Confort zone? Di questo ne abbiamo parlato apertamente con loro, di come ne tengono cura e di come questa li faccia stare bene ma di prestare attenzione nel non farla diventare una “scusa” per non aprire gli occhi su nuove possibilità che la vita gli mette davanti. Ci sono stati vari momenti di confronto veramente molto profondi, avendo a volte toccato dei loro punti molto delicati, ma dando sempre loro il modo di avere qualcuno con cui confrontarsi e dialogare. Questo lo si è fatto soprattutto per abituarli ad aprirsi e non tenersi tutto dentro. Nelle varie attività abbiamo, noi educatori, voluto lasciare che i ragazzi si mettessero in dialogo tra di loro per farli esprimere liberamente. Durante la settimana si sono svolte attività e serate dedicate al tema del campo, mettendo in gioco le loro abilità. Concludiamo questa fantastica esperienza con una preghiera per i nostri ragazzi: “Ti prego Signore per chi non riesce a credere più nell’ umanità, per chi fatica a sentirsi forte, per chi non ha più speranza, per chi si sente inadatto, per chi ti ha già incontrato, per chi non ha ancora una

Azione Cattolica diocesana “verso l’Alto” con Pier Giorgio e Carlo

Nel cuore del Giubileo della Speranza, la canonizzazione congiunta dei beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis rappresenta un segno profetico, un invito forte e chiaro rivolto alla coscienza del nostro tempo. Due giovani, due laici, due storie diverse ma convergenti, che parlano al presente con la forza di una santità incarnata, concreta, profondamente radicata nell’amore per Dio e per l’umanità. «La canonizzazione di Pier Giorgio rappresenta un momento significativo per tutta l’AC e la sua figura è un esempio per generazioni di laici giovani e adulti impegnati nella Chiesa e nel mondo» Come ha ricordato Papa Leone XIV: «La sua vita, semplice e luminosa, ci ricorda che, come nessuno nasce campione, così nessuno nasce santo». Per l’Azione Cattolica Italiana – di cui fu membro e testimone eloquente – è un momento di grazia e di gratitudine profonda. L’Azione Cattolica Diocesana domenica 7 Settembre 2025 si è avviata verso Roma per condividere in Piazza S.Pietro, la gioia della canonizzazione dei beati Pier Giorgio Frassati e Carlo Acutis. Due pullman, uno per i giovani e uno per gli adulti, sono partiti di buon mattino, attraversando i paesi della diocesi (Alatri, Trevi Nel Lazio, Fiuggi, Piglio, Anagni con l’aggiunta di alcuni adulti e giovani di Palestrina) per radunare circa 90 partecipanti Arrivati in Via della Conciliazione 1, l’AC Nazionale ci ha consegnato i cappellini e le bandiere ci ha rifornito di bottigliette d’acqua, dopodche con gioia e entusiasmo ci siamo avviati verso la piazza, alle 7,30 eravamo tutti seduti in attesa della celebrazione. Tra le 80mila presenze anche i nostri giovani con il loro entusiasmo, cantando e sventolando le bandiere e esponendo lo striscione dell’AC Diocesana. Le frasi più significative dei due giovani laici venivano riportate sui tantissimi cartelloni e striscioni che riempivano la piazza. Pier Giorgio Frassati “Vivere, non vivacchiare”, Carlo Acutis “Tutti nasciamo come originali”. All’improvviso una bellissima sorpresa, sul sagrato è apparso Papa Leone XIV per un saluto e un ringraziamento rivolto ai tantissimi presenti, il suo saluto si è levato come un abbraccio universale. “Oggi è una festa bellissima per tutta l’Italia, per tutta la Chiesa, per tutto il mondo!”.  Poco dopo è iniziata la solenne celebrazione, concelebrata, tra gli altri, dal cardinale Roberto Repole, arcivescovo di Torino; monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano; monsignor Claudio Giuliodori, assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana; monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e Foligno. Tra i presenti, anche presidente della Repubblica Italiana Sergio Mattarella. Un boato di applausi ha inondato la Piazza al momento della proclamazione dei due Santi. Leone XIV nell’omelia, rivolto in particolare ai giovani, ha richiamato la loro testimonianza di vita vissuta, il loro “essere innamorati di Gesù” e la loro incessante volontà di “donare tutto per Lui”. Un amore coltivato attraverso “mezzi semplici, alla portata di tutti”, per vivere autenticamente la “santità della porta accanto”. “Cosa devo fare perché nulla vada perduto?” Il Papa evoca una domanda della Prima Lettura, tratta dal Libro della Sapienza e proclamata da Michele Acutis, fratello di Carlo. Cosa devo fare perché nulla vada perduto? La risposta è la richiesta di un dono più grande: la Sapienza di Dio, per conoscere e aderire ai suoi progetti Chiamati a “buttarci” Leone XIV si è soffermato poi sul Vangelo, dove viene delineato un altro progetto radicale, “a cui aderire fino in fondo”. Quello indicato da Gesù: E quanti altri santi e sante potremmo ricordare! A volte noi li raffiguriamo come grandi personaggi, dimenticando che per loro tutto è cominciato quando, ancora giovani, hanno risposto “sì” a Dio e si sono donati a Lui pienamente, senza tenere nulla per sé. “Frassati Impresa Trasporti” In questa cornice, Leone XIV ripercorre le vite di Frassati e Acutis. Del primo sottolinea l’impegno nella scuola, nei gruppi ecclesiali – Azione Cattolica, Conferenze di San Vincenzo, FUCI (Federazione universitaria cattolica italiana) e Terz’Ordine domenicano. La sua fede si esprime nella preghiera, nell’amicizia e nella carità. “Frassati Impresa Trasporti” è il soprannome affettuoso con cui gli amici lo chiamano, vedendolo portare aiuti ai poveri per le strade di Torino. La sua testimonianza è “una luce per la spiritualità laicale ”Per lui la fede non è stata una devozione privata: spinto dalla forza del Vangelo e dall’appartenenza alle associazioni ecclesiali, si è impegnato generosamente nella società, ha dato il suo contributo alla vita politica, si è speso con ardore al servizio dei poveri Preghiera, sport, studio e carità Di Carlo, il Papa ricorda l’incontro con Gesù attraverso la famiglia – menziona Michele, Francesca, la sorella, e i genitori, Andrea e Antonia, tutti presenti in basilica – e la scuola, ma “soprattutto nei Sacramenti celebrati nella comunità parrocchiale. È cresciuto, così, integrando naturalmente nelle sue giornate di bambino e di ragazzo preghiera, sport, studio e carità “Non sciupare la vita” I nuovi santi diventano così un “invito”, rivolto specialmente ai giovani, “a non sciupare la vita, ma a orientarla verso l’alto e a farne un capolavoro”. Diceva Pier Giorgio: Se avrai Dio per centro di ogni tua azione, allora arriverai fino alla fine E Carlo: Non io, ma Dio San PierGiorgio Frassati e San Carlo Acutis invitano a non sciupare la vita ma a orientarla verso l’alto. Un “bivio della vita” si apre davanti a ogni giovane: il rischio più grande è lasciarsi sfuggire il tempo. Ma c’è “un’avventura” che chiama, invitando a gettarsi “senza esitazioni”, a spogliarsi di sé, delle “cose”, delle “idee” che ci tengono prigionieri. Basta alzare lo sguardo verso il cielo, assaporare ogni respiro della propria esistenza e camminare “incontro al Signore, nella festa eterna del Cielo”. Un grazie speciale al nostro Vescovo uscente S.E. Ambrogio Spreafico che ha sostenuto insieme all’Azione Cattolica Diocesana questa iniziativa, permettendo ai ragazzi e alle famiglie di aderire con una quota minima. A cura dell’Azione Cattolica Diocesi Anagni-Alatri

Il mini-campo adulti di Azione Cattolica per riflettere sull’importanza dei laici nella Chiesa

Nella splendida cornice delle montagne del Matese a 1429 mt di altezza e alle pendici del monte Miletto (2050 mt) da sabato 26 luglio a martedì 29 luglio, si è svolto il mini-campo adulti di Azione Cattolica per ritrovarci insieme per un breve periodo di riposo, preghiera e condivisione. Guidati da don Agostino Santucci e dalle parole del cap. 31 della Lumen Gentium, si è cercato di approfondire l’importanza del ruolo dei laici nella Chiesa di oggi; la CHIAMATA, la SCELTA, la SANTITA’: momenti della vita del laico su cui è necessario confrontarsi instancabilmente, proprio come si impegna a fare il settore adulti dell’Azione Cattolica diocesana, guidato dai vice-presidenti attualmente in carica, Giusy Secondino e Marcello Ambrogi. Non sono mancati, per gli adulti partecipanti, i momenti di gioco, attraverso i quali gli argomenti trattati hanno trovato concreto riscontro nella riscoperta delle vocazioni personali, nella prima giornata, anche attraverso un “gioco dell’oca” <sui generis>. Nel secondo giorno si è cercato di arrivare alla consapevolezza che, a seguito di una chiamata, è necessario fare una scelta e rispondere, e alimentare la scelta giorno dopo giorno, per portare buoni frutti di testimonianza, sempre e solo illuminati dallo Spirito di Dio. Per arrivare a ciò, è stato realizzato un grande albero, dove le radici erano i valori, i rami le scelte, i frutti ciò che Dio ha operato in noi con la sua grazia. Nel terzo giorno, con una mega caccia al tesoro, i partecipanti hanno cercato materialmente e riscoperto quelle virtù necessarie al laico per tendere alla santità, cui siamo chiamati, in virtù del Battesimo, rendendoci sacerdoti, re e profeti, come ricordato da don Agostino: siamo nel mondo ma non siamo del mondo. La Messa al mattino, i Vespri, la Compieta, i continui confronti sui brani biblici che anticipavano ogni attività di gioco, hanno arricchito di preghiera le giornate del campo. Non sono mancate le passeggiate e le visite ai borghi circostanti, come Sepino e San Massimo, purtroppo disturbate dal maltempo. La visita al Santuario di Castelpetroso, piccola Lourdes italiana, di ritorno verso casa, con visita al luogo dell’apparizione di Maria Santissima a due pastorelle e alla sorgente d’acqua benedetta, ha dato conclusione al campo adulti 2025. Tante cose, tante emozioni e l’augurio che questa esperienza possa ripetersi e soprattutto stimolare una maggiore partecipazione, perché in tanti possano sperimentare la bellezza dello stare insieme nel nome del Signore Gesù. A cura de: I vice-presidenti diocesani Azione Cattolica Anagni Alatri

Tecchiena Castello: conferito il mandato a 4 Ministri straordinari della Comunione

Con una cerimonia tanto semplice quanto sentita, a quattro donne della parrocchia di Maria Santissima Regina di Tecchiena Castello, è stato conferito – nella mattinata di domenica 10 agosto – il mandato di Ministri straordinari della Comunione. Il parroco, don Giorgio Tagliaferri, ha consegnato ad Annalisa, Gabriella, Luisa e Sonia  una teca dorata nella quale custodiranno le Ostie consacrate che porteranno ai malati della parrocchia che ne faranno richiesta. Ci sono sempre più persone, come ha rimarcato lo stesso don Giorgio, che alla domenica ascoltano la Messa dalla tv «ma poi esprimono il desiderio di poter fare la Comunione. A questi Ministri viene quindi affidato un compito così importante, da intendersi come servizio». Il parroco ha quindi sottolineato come l’Eucarestia rappresenti «il pane di vita, la forza della vita». La consegna del mandato è stata significativamente inserita al centro della Messa domenicale, dopo la proclamazione del Vangelo e l’omelia, proprio come segno di coinvolgimento di tutta la comunità, che non a caso ha voluto poi tributare un generoso applauso alle quattro parrocchiane. Quello di Tecchiena Castello è «un piccolo gregge», come recita anche il Vangelo odierno, ma impegnato in tante opere e azioni pastorali. Annalisa, Gabriella, Luisa e Sonia,  insieme all’altra parrocchiana Rossana che compie questo servizio già da anni, porteranno quindi la comunione ai malati, soprattutto anziani che non riescono più a deambulare, ma anche a quelle persone colpite da malattie temporanee che impediscono loro di andare a Messa. Resta da dire che la comunità di Tecchiena Castello sta per vivere il momento forse più importante dell’anno, con la festa patronale della Madonna del Rosario: una settimana di condivisione fraterna, nel radicamento di una fede operosa, e che si esprime anche in vari momenti di gioia, musicali e gastronomici (come potete leggere nella locandina), con tante persone, anche giovani, che sacrificano giornate intere e non di rado perfino le ferie, per donare qualcosa di “bello” alla comunità e alle persone che solitamente arrivano anche dalle altre parrocchie della zona. (Igor Traboni)

L’Azione Cattolica diocesana saluta il vescovo Spreafico e l’arcivescovo Marcianò

L’Azione Cattolica della diocesi di Anagni-Alatri ha rivolto due indirizzi di saluto al vescovo Ambrogio Spreafico, che sta per lasciare la diocesi, e all’arcivescovo Santo Marcianò, che sta per fare il suo ingresso. Di seguito li pubblichiamo integralmente: Eccellenza Reverendissima,ma con affetto, carissimo don Ambrogio,vogliamo riprendere le parole che ci ha donato durante la celebrazione dei suoi cinquant’anni di sacerdozio: «La Paroladi Dio ci guida sempre a riscoprire il senso della grazia e della benevolenza di Dio, che tutto può cambiare anche neitempi difficili, come era quello di Israele esiliato a cui si rivolge il profeta: “Non pensate più alle cose passate, non pensatepiù alle cose antiche! Ecco, io faccio una cosa nuova: proprio ora germoglia; non ve ne accorgete?” Sorelle e fratelli, avolte siamo ancorati al passato e tristi nel presente, un po’ senza futuro. La Parola di Dio ci risveglia a una speranza vera,umana, gioiosa, vivibile. Se ascolti il Signore che ti parla, tutto può cambiare, perché è anzitutto Dio che ti cambia, tirinnova, ti offre una nuova strada su cui camminare, quella del bene, della giustizia, della pace, della cura degli altri, dicui il mondo ha estremamente bisogno in questo tempo di tante guerre, di troppo odio, rivalità, di io che camminano senzagli altri, con la testa bassa, oppure pronti a giudicare e a condannare, tanto per sentirsi migliori. Gesù sa quanto è facilevivere per sé stessi, ma conosce anche la nostra fragilità, il nostro peccato, il bisogno di amore e di salvezza.E allora corriamo come pellegrini di Speranza, in una vita ripiena della presenza di Dio perché il Vangelo sia luce inquesto tempo buio, pieno di paure e di solitudini, di pessimismo e di tristezza! Sì, non c’è tempo da perdere attorno a séstessi. Il mondo ha bisogno di questa speranza che viene dalla luce di Dio, che irradia perdono e amore, fraternità e pace.”L’Azione Cattolica della Diocesi di Anagni-Alatri a nome della Presidenza, del Consiglio Diocesano e di tutti gli associati,vuole farle arrivare un abbraccio fraterno, grati al Signore per il tempo che ha vissuto nella nostra Chiesa Diocesana.senza mai farci mancare la sua paterna vicinanza all’associazione. Un grazie sincero e riconoscente dall’associazionetutta!L’accompagneremo innanzitutto con la preghiera, grati per il suo ministero pastorale nella nostra diocesi e l’affidiamo aMaria donna forte e modello di ogni virtù in questo nuovo tempo che si troverà a vivere. La Presidente Concetta Coppotelli, l’assistente don Rosario Vitagliano, la Presidenza e il Consiglio Diocesano AzioneCattolica Anagni-Alatri e tutti i soci Eccellenza Reverendissima,vogliamo iniziare il nostro saluto, con le parole del Santo Padre Leone XIV!«La pace sia con tutti voi!»«Questa è la pace del Cristo Risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio,Dio che ci ama tutti incondizionatamente».L’Azione Cattolica della Diocesi di Anagni-Alatri si rallegra della sua nomina e formulando i migliori auguri legarantiamo la piena collaborazione al suo ministero, assicurandogli la preghiera.Si apre un nuovo cammino pastorale per la nostra chiesa diocesana, e come sempre, continueremo a camminare accantoal nostro Vescovo per seguire insieme l’unico Maestro e Pastore, Gesù, Signore della vita e della storia! Su questastrada, nella corresponsabilità, cercheremo di essere insieme artigiani di pace, cercatori di un infinito che intercetta ilimiti per farne possibilità, costruttori infaticabili di speranza!Insieme a tutta la Chiesa abbiamo salutato con profonda gratitudine Papa Francesco e accolto con gioia Papa Leone XIVe sentiamo rivolto a noi il suo invito “a costruire ponti, con il dialogo, con l’incontro, unendoci tutti per essere un solopopolo sempre in pace”. L’Azione Cattolica, in quanto associazione ecclesiale, si pone in stretta relazione con il nuovovescovo, offrendo il proprio sostegno e collaborando attivamente nella vita della diocesi. Il Papa ci dice è che la veraappartenenza ecclesiale si misura nella capacità di amare, di costruire ponti, di mettersi a servizio.Le consegniamo le nostre esperienze di evangelizzazione rivolte ai ragazzi, ai giovani, alle famiglie e agli adulti comeopportunità di crescita e formazione di un laicato responsabile, all’altezza dei tempi e capace di relazioni ecclesialiautentiche e mature.A Lei chiediamo di sostenerci, favorendo la costante verifica del modo di pensare la Chiesa e le vocazioni in essa,aiutandoci a costruire relazioni “familiari” tra presbiteri, diaconi e laici. La accompagneremo innanzitutto con la nostrapreghiera perché trovi comunità ospitali e generose.Grazie per il generoso Sì! L’attendiamo in Diocesi. La Presidente Concetta Coppotelli, l’assistente don Rosario Vitagliano, la Presidenza e il Consiglio Diocesano AzioneCattolica Anagni-Alatri e tutti i soci.

Canonizzazione di Frassati e Acutis: l’Ac diocesana organizza un pellegrinaggio

Si avvicina il 7 settembre – giornata che si preannuncia straordinaria per la Chiesa universale e non solo per quella italiana – e la canonizzazione di Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati, due giovani particolarmente amati dai loro coetanei. Per partecipare a questo evento in piazza San Pietro, l’Azione Cattolica della diocesi di Anagni-Alatri ha organizzato un pellegrinaggio in treno a Roma. Nel manifesto trovate tutte le indicazioni utili per partecipare e i numeri di telefono per iscrivervi o avere altre informazioni

Un Meeting di bellezza a Trevi nel Lazio

Torna a Trevi nel Lazio il Meeting estivo, organizzato dai ragazzi dell’associazione Juvenilia, anche in collaborazione con la parrocchia, guidata da don Pierluigi Nardi. Tanto affascinante e stimolante quanto provocatorio il titolo scelto per quest’anno, ovvero: “La bellezza salverà il mondo, ma il mondo salverà la bellezza?”. Dopo l’appuntamento del 27 luglio, con “Trevi experience”, alla scoperta delle bellezze del territorio trebano, dall’1 all’8 agosto il Grest per i ragazzi del paese, in collaborazione con la parrocchia di Santa Maria Assunta e sul tema “La vera bellezza si trova nel cuore. La Bella e la Bestia”. Il 9 agosto, in piazza del Mercato, il professor Riccardo Moratti terrà una conferenza su “La bellezza del Paradiso”. Il 10 agosto, notte di san Lorenzo al castello Caetani, con poesie degli innamorati e concerto per violino e violoncello. Il 12 agosto spazio ai bambini, con un cinema sotto le stelle dedicato a loro. Il 16 agosto una gara podistica dedicata a Pietro eremita, santo del paese, che si svolgerà tra le bellezze del centro storico di Trevi. Il 18 agosto l’anfiteatro comunale si animerà per la serata finale del Grest. Il 19 agosto lo scrittore ed educatore Eraldo Affinati terrà una conferenza sul tema “La bellezza dei grandi educatori. Testa, cuore e mani”. Il 20 concerto di Chiara Cami. Il 22 si terrà il caratteristico palio gastronomico degli antichi rioni. Il 23, alle 18.30 nella chiesa parrocchiale, concerto per organo sul tema “Spiritualità ed invenzione”, dialogo tra sacro e profano nella musica dal ‘500 ad oggi. Il 24 agosto rappresentazione teatrale a cura della Compagnia della Misericordia, sodalizio che, insieme al Comune, ha pure contribuito all’organizzazione di questo ricco programma del Meeting.

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