L’amore muove anche “la notte prima degli esami”: 180 maturandi riuniti ad Anagni

Muovendo dalla famosa e tradizionale canzone di Antonello Venditti, circa 180 maturandi hanno riflettuto, nella “notte prima degli esami”, su come intendere l’AMORE proprio nel loro passaggio dall’età adolescenziale all’età adulta. L’evento è stato voluto dalla Diocesi di Anagni-Alatri e se ne è fatto promotore l’Ufficio catechistico diocesano in collaborazione con le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, l’Azione Cattolica diocesana, l’Oratorio – circolo Centro giovanile Piergiorgio Frassati di Anagni e un gruppo di docenti degli istituti superiori di Anagni e Fiuggi. L’evento è stato patrocinato dal Comune di Anagni. È stata una serata, quella del 17 giugno, di intensa condivisione oltre che di riflessione e preghiera. Dopo un momento di accoglienza, i giovani hanno potuto condividere il proprio stato d’animo esprimendo le proprie paure e speranze per quello che sarà il loro prossimo futuro. Nel momento di preghiera i maturandi hanno potuto riflettere su come è da intendersi il vero amore, nell’ottica della “caritas” cristiana, e per questo ci sono venuti in aiuto Paolo di Tarso, con il bellissimo “Inno alla Carità”, e il poverello di Assisi, San Francesco, con la “Preghiera semplice”. La serata si è conclusa con l’agape fraterna nella quale abbiamo condiviso le vivande portate da ciascun partecipante. In questo spazio di convivialità c’è stata tanta condivisione sentita, che si è fatta supporto necessario per i nostri giovani maturandi. E allora, la domanda sorge spontanea: Perché la Chiesa ha voluto radunare i maturandi proprio la “notte prima degli esami”? Perché la Chiesa è MADRE! A cura di: Don Gianluigi Corriere, responsabile dell’Ufficio catechistico Sr. Cleopatra Subiaco, ASC

Azione Cattolica: nella Chiesa e nella società “Ieri, oggi, domani”

Ogni anno l’Azione Cattolica diocesana di Anagni-Alatri si ritrova insieme ad Adulti, Giovani e Acr  per condividere una giornata di formazione e di festa e così è stato anche per il 2 giugno scorso. L’incontro del 2025 si è svolto ad Acuto: tanti i partecipanti, arrivati da Anagni, Alatri, Fiuggi, Tecchiena, Mole, Filettino, Sgurgola, Piglio e ovviamente dalla stessa Acuto. Il Consiglio diocesano  di Azione Cattolica ha scelto come tema “AC: ieri, oggi, domani. Pellegrini di speranza” ed  è stato molto stimolante per tutti. Dopo gli arrivi, i saluti e una buona colazione seguita dal saluto della presidente, Concetta Coppotelli, c’è stato il benvenuto anche da parte dell’amministrazione comunale di Acuto; quindi l’assistente unitario, don Rosario Vitagliano, dopo la preghiera, ha dato avvio alla giornata. Con gioia abbiamo accolto Lorenzo Mugnaini responsabile MSAC Toscana, invitato per l’occasione per un momento di formazione sul Movimento Studenti di Azione cattolica con i giovani. I Giovani e i Giovanissimi , accompagnati dai Vice presidenti dei settori, si sono soffermati nei vari stand per scoprire la storia dell’Azione Cattolica, partendo dai fondatori, Acquaderni e Fani, dal suo patrono San Francesco, dal logo, da Pier Giorgio Frassati, che sarà a breve proclamato Santo, fino ai nostri giorni con la figura dell’attuale Presidente nazionale. I giovanissimi hanno fatto conoscenza del MSAC, il movimento studenti di AC , proprio attraverso Lorenzo Mugnaini. Il settore Adulti ha lavorato su tre stand informativi e conoscitivi, animati da altrettanti gruppi di soci, focalizzando l’attenzione su tre momenti importanti per la storia dell’Azione cattolica, appunto “ Ieri, oggi e domani. Pellegrini di speranza.” Il primo stand  “Ieri”, ovvero il momento fondativo, l’intuizione di due giovani, Mario Fani e Giovanni Acquaderni che dettero vita al primo nucleo della “Società della Gioventù Cattolica Italiana” che molti anni dopo prenderà il nome di Azione Cattolica. Il motto che sostiene il loro impegno “preghiera, sacrificio, azione” è valido ancora oggi. Nel percorso dello stand è stato ripercorso il momento storico in cui l’AC nasceva, operava e si apriva alla speranza di un impegno di servizio alla Chiesa e alla società. Il secondo stand “l’oggi”, ha messo in evidenza dopo anni di collateralismo, la scelta religiosa, definita poi nel nuovo Statuto del 1969 nel quale si organizza la vita associativa in giovani e adulti. Il nuovo Statuto vide la luce negli anni della Presidenza nazionale di Vittorio Bachelet. Papa Giovanni XXIII prima e  successivamente Paolo VI affidarono a Vittorio Bachelet  la missione  di guidare il rinnovamento dell’Azione cattolica per attuare il Concilio. Egli dedicò molte delle sue energie a democratizzare la vita dell’associazione, a promuovere una nuova corresponsabilità dei laici e ad accompagnare la riforma liturgica. Il terzo stand “ Domani” ha proposto le figure di alcuni Santi e Beati, testimoni di Ac: la famiglia Beltrame Quattrocchi, proclamata Beata da Giovanni Paolo II  il 21 ottobre 2001 in occasione della Giornata della Famiglia, e Gianna Beretta Molla proclamata santa da Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.  La loro è stata una “santità della porta accanto”, del fare le cose ordinarie di ogni giorno in modo straordinario. Tutti siamo chiamati alla Santità, ognuno nel suo ambito. A proposito dei coniugi Beltrame Quattrocchi, la loro testimonianza, ha affermato San Giovanni Paolo II, è una singolare conferma che “il cammino di santità compiuto insieme, come coppia, è possibile, è bello, è straordinariamente fecondo ed è fondamentale per il bene della famiglia, della Chiesa e della società.” La Messa è stata poi concelebrata dal nostro assistente unitario don Rosario Vitagliano e dal parroco di Acuto, don Francesco Frusone. A seguire, la condivisione del pranzo al sacco in pineta. Subito dopo gli Adulti, accompagnati da suor Gabriella Grossi, hanno visitato i luoghi di Santa Maria de Mattias  ed ascoltato dalla sua voce i punti qualificanti dell’opera della Fondatrice.  I giovani/giovanissimi sono rimasti in pineta tra giochi e momenti di festa. Al termine, dopo aver lasciato tutto in ordine, i saluti, le foto, i ringraziamenti,  il dono di un piccolo sandalo, gadget della giornata e gli inviti ai campi estivi. A proposito di questi ultimi, ricordiamo che ne sono previsti tre: ACR dal 6 al 12 luglio, Adulti dal 26 al 30 luglio, Giovani dal 24 al 30 agosto, con  tutte le info utili nella locandina qui sotto. Vi aspettiamo! A cura della Presidenza diocesana di Ac

Filettino a “La lunga notte delle chiese”

La diocesi di Anagni-Alatri sarà rappresentata dal paese di Filettino alla prossima edizione de “La lunga notte delle chiese”, ovvero la notte bianca dei luoghi di culto in cui si fondono musica, arte, cultura, in chiave di riflessione e spiritualità e che si svolgerà venerdì 6 giugno. Filettino sarà presente con la manifestazione dal titolo “Le antiche confraternite e l’abbraccio della carità”, incentrata su visite guidate alle chiese di Santa Maria Assunta e di San Giovanni, che resteranno aperte al pubblico dalle 19 e per tutta la notte. Una buona occasione per salire dunque fino a Filettino, il paese più alto del Lazio, posto a 1.063 metri sul livello del mare e che vanta un ricco patrimonio storico-artistico-religioso, comprese per l’appunto le due chiese che ospiteranno la notte bianca. Il tutto immerso in un panorama di rara bellezza naturalistica, ai piedi dei Monti Ernici, che ne fanno méta privilegiata da turisti e vacanzieri sia in estate che in inverno, grazie anche alla località sciistica di Campo Staffi. Non è la prima volta che Filettino ospita questa kermesse, grazie alla parrocchia di Santa Maria Assunta, in collaborazione con la Pro Loco, con Maria Carmela Tardiola, Rita Nardecchia e il Coro Monte Viglio. Nello specifico, ecco il programma delle iniziative a Filettino: alle 19, nella chiesa di Santa Maria Assunta si parlerà de “La Confraternita del Santissimo Sacramento e la Confraternita del Rosario”; alle 21, nella chiesa di San Giovanni, incontro su “La Confraternita del Suffragio, la Confraternita dell’Orazione e Morte, la Confraternita di Sant’Antonio”, con introduzione del parroco don Pierluigi Nardi, interventi a cura di Maria Carmela Tardiola e Rita Nardecchia e partecipazione del coro Monte Viglio, diretto da Giuseppina Antonucci. Durante questi eventi verranno esposte e illustrate al pubblico le antiche pergamene della Confraternita del Santissimo Sacramento, risalenti al XVI secolo. ”La lunga notte delle chiese”, giunta quest’anno alla decima edizione, è un evento organizzato dall’associazione BellunoLaNotte.com con la collaborazione delle diocesi partecipanti. L’idea nasce nel 2016 dal progetto già attuato e di successo della “Lange Nacht der Kirchen” che si svolge in Austria e in Alto Adige già da parecchi anni, coinvolgendo centinaia di chiese contemporaneamente. Per un giorno nella splendida cornice delle chiese, di tutta Italia (l’anno scorso hanno partecipato circa 150 diocesi, con più di 220 location diverse, tra chiese, monasteri e musei) vengono così organizzate diverse iniziative e programmi culturali: musica, visite guidate, mostre, teatro, letture, momenti di riflessione e tanto altro. La collaborazione, come detto, è con le diocesi italiane, i loro Uffici alla Cultura, all’arte sacra, le pastorali Giovanili e le varie confessioni religiose, trattandosi di un evento ecumenico. E’ dunque un’occasione per tutti di partecipare ad un evento suggestivo ed eccezionale, di grande coinvolgimento, perché in questa occasione sarà possibile visitare i luoghi sacri di tante città e paesi in una veste sicuramente originale. Moltissimi sono gli eventi proposti durante la “Lunga Notte delle chiese, che sono sempre gratuiti e a ingresso libero, aperti a tutti.

“Se l’amore è amore!”: ad Anagni una super serata per i maturandi

Una super serata per i giovani studenti maturandi si svolgerà ad Anagni martedì 17 giugno (oratorio Pier Giorgio Frassati, ore 19), organizzata dall’Ufficio catechistico diocesano, dalle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, dall’oratorio Pier Giorgio Frassati, dall’Azione Cattolica diocesana e con il patrocinio del Comune di Anagni.  “Notte prima degli esami – Se l’amore è amore!” è il titolo della kermesse, ripreso dalla nota canzone di Antonello Venditti, resa ancor più famosa dall’omonimo film, una pellicola che ha 19 anni e quindi coetanea dei nostri giovani maturandi. Un po’ tutti abbiamo cantato quella canzone, con il motivo che poi continua significativamente così: “Ma quanti amici ho intorno…”. Una serata, dunque, anche nel segno dell’amicizia tra giovani, con il programma che prenderà il via alle 19 con gli arrivi dei partecipanti. Alle 20 un momento di preghiera e benedizione delle due penne, che ogni partecipante dovrà portare e che serviranno poi per compiti scritti della maturità; a seguire, un’agape condivisa e un bel momento musicale.

Azione Cattolica: tante le iniziative per l’estate 2025

Un ricco e variegato programma di iniziative per la prossima estate è stato varato dall’Azione Cattolica diocesana, suddiviso per settori. Gli adulti di Ac si ritroveranno così dal 26 al 29 per il campo che avrà luogo a Campitello Matese, in Molise. Il campo dell’Azione Cattolica ragazzi si terrà invece dal 6 al 12 luglio presso la ex grancia sant’Angelo di Monte Corneto a Monte San Giovanni Campano (Frosinone). Per quanto concerne i giovani, il campo si terrà dal 25 al 31 agosto a Monte San Giovanni; il “Percorso Pier Giorgio Frassati” è stato invece fissato per il 6 luglio, sul Monte Viglio, a Filettino; il 5 e 6 settembre si terrà la “notte del passaggio” e il 12 settembre la “notte sotto le stelle”, con luoghi da definire e che verranno comunicati successivamente, insieme a tutte le info per formalizzare le iscrizioni alle varie iniziative, anche attraverso questo sito oltre che sui social della diocesi e dell’Azione Cattolica diocesana.

Gli esercizi spirituali di Quaresima dell’Azione Cattolica

Dal 28 al 30 marzo 2025, nell’accogliente casa delle suore Francescana di Cave (Roma), si sono tenuti gli esercizi spirituali dell’Azione Cattolica diocesana, guidati da don Pasquale Bua, sacerdote della diocesi di Latina e docente e già direttore dell’Istituto Teologico Leoniano di Anagni. Il consueto appuntamento quaresimale per aderenti e simpatizzanti ha visto insieme laici, laiche, il diacono Vincenzo Pesoli e suore nella varietà di carismi che tanto bella fanno la Chiesa. Un percorso dello Spirito meditando la Parola di Dio scelta sulla base degli orientamenti triennali dell’AC “Date loro voi stessi da mangiare” (Mt.14,13-21).  Più numerosi dello scorso anno i partecipanti, provenienti da diverse realtà della diocesi, che si sono allontanati dalle loro comunità affinché al loro ritorno potessero testimoniare i frutti spirituali ricevuti. Questo il messaggio che vorremmo arrivasse a tutti voi, affinché l’esperienza vissuta da alcuni possa parlare alla vita di molti, suscitando oggi stesso la necessità di una riforma di vita orientata alla realizzazione della volontà di Dio per ognuno di noi. Dopo uno screening spirituale per fare il punto sulla propria situazione e per preparare il terreno alla semina, le meditazioni proposte da don Pasquale, hanno avuto come filo conduttore quello dell’esplorazione delle scene in cui Gesù è a tavola, anticipazione del banchetto eucaristico dell’ultima cena, un banchetto che è sempre esperienza di misericordia, di un Dio che vuole sedere a tavola con noi per condividere la nostra vita e renderci simili a lui. Gli spunti proposti sono sempre stati orientati ad una riflessione ecclesiale personale e comunitaria, come comunità parrocchiale e di associazione di AC. Lc 5,1-11 – La pesca miracolosa. Essere pescatori di uomini, questa è la chiamata del cristiano! Gesù vuole che si vada a cercare chi è nella morte a causa delle proprie scelte e miserie per riportarlo alla vita attraverso la sua Parola non solo sentita con l’orecchio, ma ascoltata con la mente, fatta scendere nel cuore e tramutata in azione. Far vivere chi abbiamo intorno, seminare vita incarnando la chiesa sognata da Papa Francesco in Evangelii Gaudium, una Chiesa presa più dall’ansia missionaria di raggiungere tutti che dalla conservazione delle istituzioni. Chiediamoci cosa possiamo lasciare della vecchia vita per fare spazio all’uomo nuovo? Cosa ci trattiene a riva? Mt 14, 13-21 – La prima moltiplicazione dei pani. Non date solo qualcosa di voi, ma tutto ciò che siete! La logica del donare e condividere impegnandosi in prima persona: quando questo viene sottoposto alla benedizione di Dio avviene una trasformazione che porta ad una moltiplicazione, a sfamare tutti e ad avere anche un avanzo. Cosa possiamo fare per diventare Chiesa e associazione dei cinque pani e dei due pesci? Passare dalla fame alla sazietà, il poco condiviso e benedetto sazia l’altro. In che modo ciascuno è chiamato a vedere cosa abbiamo e a condividerlo con gli altri come Chiesa e come AC?  Come la comunità parrocchiale può condividere il suo poco sfamando chi c’è intorno? Lc 19,1-10 – Zaccheo. “Oggi la salvezza è entrata in questa casa…”! Il racconto di una riconciliazione, il passaggio da un uomo vecchio ad un uomo nuovo. Occorre vincere gli ostacoli che si contrappongono a questa conversione: la folla dei lontani dalla fede che allontana e divide da Cristo (diversa da una comunità cristiana che aiuta nel cammino di fede); la piccolezza spirituale e l’attaccamento alle cose materiali che ci allontana come zavorra dai livelli più alti in cui abita il Signore. Decidiamo oggi qualche passo da compiere per conformare maggiormente la nostra vita alla volontà di Dio? Intraprendiamo una riforma di vita in quella direzione? Lc 22, 24-27 – Chi è il più grande. Dobbiamo essere maggiordomi del Signore che è il padrone della casa! Quante discussioni e quante divisioni abitano le nostre comunità parrocchiali e le nostre associazioni per il dilagare della logica del più grande e della superbia. Gesù propone la contrapposizione tra chi signoreggia (Kyrios) e chi serve (Diaconos), richiamando per la Chiesa l’immagine della piramide rovesciata in cui più si sale più si deve essere il servitore di tutti. La Diaconia, ovvero il servizio, è caratteristica di ogni battezzato non solo di chi esercita lo specifico ministero, perché è servendo in piedi che si esercita la propria autorità e non sedendo al tavolo. Come esercitiamo la nostra autorità nel servizio ecclesiale che stiamo vivendo, servendo o sedendo? 1 Corinzi 11,17-34 – Il Pasto del Signore. Quante Eucaristie sprecate!Paolo rimprovera i Corinzi per le loro riunioni domenicali dove, oltre a condividere la cena, si consuma anche quella eucaristica, ma senza comunione tra ricchi e poveri. Anche noi molte volte ci accostiamo all’Eucarestia in comunità divise, dimenticando che ogni volta che si umilia l’altro si getta disprezzo sulla chiesa di Dio. Celebrare il memoriale di Colui che si è dato tutto per noi, non significa solamente ripetere un gesto, ma ripetere quello stile del dono totale di sé. Paolo ci dice che diventiamo un solo corpo, un “corpo ecclesiale”, una comunità. E come il pane è fatto di tanti grani e il vino di molti acini, nell’Eucaristia dovremmo diventare un solo corpo e la mancanza di fraternità ci rende indegni di mangiare il corpo eucaristico. L’Amen che diciamo dopo aver preso il corpo di Cristo alla Comunione è il simbolo dell’unità, significa dire: “Si, voglio essere membro di questo corpo vivendo in comunione con questi fratelli e sorelle”. Dall’Eucaristia domenicale dovrebbe scaturire un nuovo senso di fraternità e comunità per essere degni imitatori di Cristo nella nostra vita. Riconosciamo il corpo di Cristo anche nei fratelli e sorelle che ci hanno offeso? Ci aspettiamo gli uni gli altri nelle nostre eucaristie perché chi ama aspetta? Sollecitiamo e rispettiamo il passo degli altri nelle nostre comunità? Noi di AC dobbiamo assumere di più l’aspetto dell’offerta di noi stessi altrimenti saremo come chi beve e mangia indegnamente. Ci avviamo verso la settimana Santa: l’Azione Cattolica augura a tutti un fruttuoso cammino verso la Pasqua di rinnovamento della propria vita e di tutte le nostre comunità parrocchiali. a cura della Presidenza diocesana di Azione

L’uomo della Sindone: ad Alatri incontro con don Domenico Repice

La Sindone è probabilmente la più misteriosa delle reliquie. La sua storia, le ricerche scientifiche, le analisi chimiche, la sua corrispondenza con i racconti della Passione, la tridimensionalità della immagine, gruppo sanguigno, pollini e tanto altro, danno di questo telo un mosaico di ricerche straordinario. Grazie ad una iniziativa della Associazione culturale Radici, il tutto verrà approfondito sabato 22 marzo, con inizio alle ore 18:15, nella chiesa della Santa Famiglia ad Alatri, con don Domenico Repice, uno dei massimi esperti di studi sindonici, teologo e presbitero della diocesi di Roma nonché autore di moltissimi volumi sulla Sindone. Cappellano anche dell’università Niccolò Cusano, è per l’appunto uno dei massimi esperti in Italia su tutta la storia ,il percorso storico e scientifico e il valore spirituale dell’immagine più importante della tradizione cristiana e della più studiata tra tutte le reliquie. Ad introdurre l’evento sarà il vicario della diocesi di Anagni – Alatri, monsignor Alberto Ponzi. Durante la lezione introduttiva agli studi sindonici ci sarà la proiezione del cortometraggio, a cura di Claudio Tofani, dal titolo “Figlio dell’Uomo”, mentre la confraternita di San Matteo esporrà alcuni abiti e simboli della processione religiosa del Venerdì Santo di Alatri.

Un giorno di grazia: il pellegrinaggio giubilare delle parrocchie delle zone Mole/Castello/Tecchiena

Non era un remake di “Berretti verdi”, il film con il leggendario John Wayne, e neppure una reminiscenza scolastica della poesia di Luigi Mercantini “La spigolatrice di Sapri”, eppure trecento giovani (e meno giovani), e forti, fortissimi, e gioiosi, gioiosissimi pellegrini, con il caratteristico berretto verde come segno distintivo, hanno “invaso” nella giornata di sabato 15 marzo prima la Basilica di San Paolo fuori le mura e quindi il colonnato e poi la Basilica di San Pietro per il pellegrinaggio giubilare interparrocchiale, organizzato dall’unità pastorale delle “parrocchie in comunione con Maria” (Laguccio, Mole Bisleti, Pignano, Sant’Emidio, Basciano), dalla parrocchia di Tecchiena e da quella di Tecchiena Castello, accompagnati dai parroci don Luca Fanfarillo e don Antonello Pacella e dal diacono Giovanni Straccamore, mentre don Giorgio Tagliaferri, impossibilitato a partecipare, ha comunque portato il suo saluto via telefono; preziosa anche l’opera dei vari laici – giovani e no – delle varie parrocchie per l’organizzazione e la logistica. Partiti intorno alle 8 dai piazzali delle rispettive chiese, preparandosi ulteriormente alla giornata con l’ausilio di un istruttivo pieghevole con info e notizie varie sul Giubileo e sull’indulgenza, i pellegrini hanno fatto dapprima tappa a San Paolo fuori le Mura. E qui è stata subito chiara l’impronta di grazia che poi tutta la giornata avrebbe avuto, così come di comunione e di cammino fraterno – uno dei significati di ogni pellegrinaggio – di una Chiesa universale. Per entrare in Basilica, infatti, si è fatta la fila insieme a tanti pellegrini dell’arcidiocesi di Milano, alla seconda giornata del loro pellegrinaggio giubilare a Roma. Ed è stato subito un piacevole e fraterno scambio di saluti, ben oltre gli scontati convenevoli, con l’innata simpatia e spontaneità ciociara che ha conquistato i lombardi, e di esperienze dettate dall’emozione e dalla grazia particolari di vivere un Giubileo e di attraversare, da lì a qualche minuto, la Porta Santa. Ed è stato anche piacevolmente bello vedere come, in “normalissima” fila insieme a tutti i fedeli, c’era anche monsignor Mario Delpini, arcivescovo di Milano, che tra l’altro poco prima avevamo notato aggirarsi sempre “normalmente” tra i bus in sosta per salutare questo o quel fedele. All’interno della Basilica, i pellegrini delle varie parrocchie della zona di Tecchiena si sono lasciati inebriare dalle bellezze artistiche della chiesa, con ogni singola opera che trasuda del Bello che deriva dall’Infinito. In molti si sono accostati al sacramento della Riconciliazione, approfittando anche del “dispiegamento” di sacerdoti e religiosi dell’arcidiocesi di Milano (circa 100 i confessori) disseminati in ogni angolo della Basilica, prima di concelebrare con monsignor Delpini, accolto peraltro con gioia da un po’ di… Ciociaria, ovvero dall’abate di San Paolo, dom Donato Ogliari, fino a due anni e mezzo fa abate di Montecassino. Dopo la visita, il tempo di un pranzo al sacco negli spazi esterni della Basilica, di un caffè e delle immancabili ciambelline al vino e poi tutti si nuovo sui torpedoni per raggiungere San Pietro, anche se con qualche problema di traffico per la concomitanza con lo sciamare dei tifosi irlandesi diretti all’Olimpico per la partita di rugby contro l’Italia e due manifestazioni politiche in piazza. Arrivati a San Pietro, in piazza e nelle vie adiacenti è stato possibile incrociare anche i pellegrini della parrocchia di Santa Maria Goretti di Frosinone, affidata ai sacerdoti di Nuovi Orizzonti, proprio mentre a poche decine di metri, nella libreria San Paolo di via della Conciliazione, don Davide Banzato, che di Nuovi Orizzonti è l’assistente spirituale, riceveva il “Premio Buone Notizie”, insieme a Lorena Bianchetti e Vincenzo Corrado. Superati con pazienza i necessari filtraggi delle forze dell’ordine, tutti dietro alla Croce per attraversare la Porta Santa della Basilica simbolo del centro della cristianità e sede della Cattedra di San Pietro e del Vescovo di Roma, papa Francesco, il cui pensiero ha accompagnato la preghiera di ogni pellegrino. In Basilica è stato possibile partecipare alla Messa delle 15, ancora con un altro tassello di comunione di Chiesa, per la concomitanza con il pellegrinaggio della diocesi campana di Ariano Irpino-Lacedonia, il cui vescovo monsignor Sergio Melillo ha presieduto la concelebrazione con molti sacerdoti della sua diocesi (significativamente anche il prete più anziano e quello più giovane) e i “nostri” don Antonello e don Luca. Anche il vescovo ha voluto ricordare, nell’omelia, il senso del pellegrinaggio, tanto più autentico in quanto erano partiti in piena notte dai loro paesi dell’Irpinia: un piccolo sacrificio, come le difficoltà della vita, da affrontare però con la fiaccola della Fede. Ma il presule campano ha voluto anche ribadire il significato pieno di quella “speranza”, che fa da filo conduttore al Giubileo 2025, e di come l’invito di questo anno particolare è quello alla riconciliazione e alla rinascita spirituale. Dopo la Messa, tutti di nuovo in fila anche per uscire, e solo a questo punto una pioggerellina si è fatta presente, dopo una giornata meteo comunque piacevole, tale però da impedire la riuscita della classica foto di gruppo sul sagrato della Basilica. Poco male, però, perché in tantissimi hanno poi inondato i social e i gruppi whatsapp di bellissime immagini e video di una giornata di grazia piena, autentica, vera. Da continuare a vivere ora ogni giorno, da trasmettere agli altri, anche ai “lontani” e, perché no?, da rivivere anche in altri futuri pellegrinaggi da organizzare, secondo la richiesta che è poi arrivata da tanti fedeli. Igor Traboni

Legalità e bene comune: tanti gli spunti dal confronto promosso da Azione Cattolica

Si è tenuto nel pomeriggio di lunedì 10 marzo, presso il Centro pastorale di Fiuggi, il convegno promosso dall’Azione Cattolica diocesana sul tema “Legalità e bene comune”, in cammino sulla strada tracciata dalla 50° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani svoltasi a Trieste dal 3 al 7 luglio 2024. La presidente dell’Azione Cattolica di Anagni-Alatri, Concetta Coppotelli, ha introdotto il convegno sottolineando il significato dell’iniziativa, ovvero un segno tangibile di quanto sia più importante avviare dei processi che possano portare con i giusti tempi ad un cambiamento, piuttosto che occupare spazi, un atteggiamento quest’ultimo dominante nell’agire politico contemporaneo.  La politica non può essere relegata a una dimensione teorica e distante, ma deve essere vissuta come un impegno quotidiano per migliorare la società. La formazione politica non deve essere vista come un privilegio per pochi, ma come una necessità per tutti coloro che desiderano contribuire al bene comune, soprattutto per i giovani. La presidente di Ac ha quindi citato il beato Giuseppe Toniolo e il suo pensiero sulla democrazia, ricordando quanto sia necessario tornare ad abitare nuovi luoghi, dove fede e impegno pubblico possano dialogare senza contrapposizioni, dando forma concreta alla costruzione del bene comune. Ha voluto ringraziare i tanti partecipanti che gremivano la sala, il vescovo Ambrogio Spreafico, le autorità politiche e militari presenti e i relatori che hanno accolto l’invito: il vescovo di Verona Domenico Pompili e il dottor Roberto Maria Sparagna, magistrato della Direzione Nazionale Antimafia. A moderare il convegno l’avvocato Daniele Bruno, della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù, Ente strumentale del Dicastero per i Laici, la Famiglia e la Vita, il quale ha avviato il confronto ricordando i temi centrali affrontati a Trieste: lo stato attuale della democrazia e la partecipazione attiva dei cittadini colpita dal crescente fenomeno dell’astensionismo elettorale.  Proprio a questo proposito ha spiegato come il Magistero della Chiesa non vuole esercitare un potere politico né eliminare la libertà d’opinione dei cattolici su questioni contingenti, ma istruire e illuminare la coscienza dei fedeli, soprattutto di quanti si dedicano all’impegno nella vita politica, perché il loro agire sia sempre al servizio della promozione integrale della persona e del bene comune. Il vescovo Ambrogio Spreafico sul tema della partecipazione e del contributo dei cristiani alla vita politica, ha voluto ricordare come i cristiani rappresentano un “noi” nel trionfo attuale dell’”io” e come basterebbe recuperare pienamente questa consapevolezza per capovolgere la realtà del nostro tempo; da questo stesso principio deriva infatti il rispetto delle regole che è direttamente collegato a volere il bene dell’altro. «Noi siamo un noi – ha detto tra l’altro Spreafico – e il ritrovarci insieme è la prima risposta che possiamo dare al bisogno di partecipazione; se non lo fai, vuol dire che non ti interessa il bene dell’altro. E la partecipazione nasce da una cultura, da un modo di pensare. E’ necessario coltivare e far crescere la cultura del “noi”, anche nelle nostre comunità». Il magistrato Roberto Sparagna si è espresso sul tema della legalità, tema inflazionato, ma che riguarda tutti e non solo gli operatori di giustizia. Legalità vuol dire osservare la legislazione vigente. La parola “legale” viene da legge, qualcosa che lega ovvero vincola e l’aspetto positivo di questa accezione è che la legalità presuppone l’unione con gli altri, “dove c’è società umana lì troverai il diritto, la legalità”. Citando Aristotele ha ricordato come “l’uomo è un animale sociale che comunica con gli altri”, ma l’uomo di oggi ha perso la sua qualità di essere uomo sociale parlante. I concetti di società, legalità e uomo sono fortemente connessi. La legalità ha bisogno di regole a diverse scale sociali che, se non sono rispettate, comportano per i trasgressori una sorta di estromissione dalla comunità: dalla famiglia allo Stato, fino ad arrivare alle organizzazioni sovranazionali. Le leggi per essere giuste devono rispettare dei principi fondanti e questi valori li ritroviamo nella Costituzione italiana (uomo come fine e non come mezzo, diritti e doveri della persona,  il diritto di voto per l’esistenza stessa della nostra comunità, il lavoro e la dignità che ne deriva, il principio di uguaglianza ecc.). La legge è paragonabile al vincolo di una fune che tiene unita tutta una comunità, ma occorre nominare chi la faccia rispettare e se qualcuno se ne approfitta il legame si scioglie e la fune viene tagliata. Sparagna ha poi raccontato la sua esperienza come magistrato nell’Operazione Minotauro, condotta contro la ‘ndrangheta in Piemonte, e come uno dei maggiori indagati abbia deciso di pentirsi e diventare un collaboratore di giustizia dopo averlo conosciuto. Un episodio fondamentale che attesta in modo indelebile l’importanza di rispettare la dignità delle persone con le quali abbiamo a che fare anche se hanno commesso dei reati gravi, perché la giustizia può ricucire il legame sociale reciso dalla trasgressione delle regole e raddrizzare le coscienze deviate.  Ha poi testimoniato l’impatto nella sua vita della scelta di seguire la legalità ovvero essere costretto a vivere sotto scorta con tante limitazioni per la sua vita privata. Il vescovo di Verona Domenico Pompili ha parlato del rapporto tra giustizia e carità individuando nella figura di Gesù la differenza tra la giustizia terrena e la giustizia di Dio. La carità porta a compimento la giustizia e il Magistero della chiesa lo ricorda ai cattolici già nella Rerum Novarum di Leone XIII fino a Papa Francesco in Fratelli Tutti, sottolineando la connessione tra legalità e fratellanza. Dai tempi della Rivoluzione francese libertà, uguaglianza e fraternità sono state adoperate in modo non unitario e una ha finito di prevalere sull’altra generando ideologie estremiste e i totalitarismi. Ha ricordato come il Vangelo può trasformare la realtà e come oggi manchi nella società un pensiero critico che va assolutamente recuperato sull’esempio del cristianesimo sociale dell’800 a Verona, quando sacerdoti e religiosi istituirono scuole, luoghi di cura e banche di credito cooperativo attraverso la loro presenza nei gangli della società del loro tempo e della loro città. Ha criticato l’atteggiamento di chi identifica le vittime con i colpevoli, stigmatizzando la mentalità per cui “i poveri se la sono

“Stringiti sempre al cuore con forza!”: i giovani nel segno di Santa Maria De Mattias

Venerdì 7 marzo si è tenuto ad Anagni, nel palazzo Bonifacio VIII, un incontro di spiritualità per giovani dal tema “Stringiti sempre al cuore con forza”. L’evento è stato organizzato dalle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo con la stretta collaborazione dei Missionari del Preziosissimo Sangue, delle Suore Cistercensi della Carità, dell’Azione Cattolica diocesana, dell’Ufficio catechistico diocesano e della Pastorale giovanile diocesana. L’articolazione dell’evento di spiritualità ha previso tre momenti significativi:… Un momento formativo, dove circa una novantina di giovani hanno riflettuto sull’importanza di mettere in armonia “Intelligenza” e “Cuore”, spronati dalla testimonianza di due donne: Maria Maddalena e S. Maria De Mattias, due donne che senza esitazione hanno amato, sofferto, sperato e gioito intensamente per il loro Signore. I giovani, grazie al confronto con queste due donne, sono potuti entrare in loro stessi e individuare quelle difficoltà interiori che non permettono loro di vivere in modo autentico. Il momento formativo è stato introdotto da una splendida coreografia sul canto di Gio Evan, “Susy”, fatto da una giovane partecipante all’incontro … ci ha fatto sentire veramente il “cuore”. Un momento di agape fraterna e di animazione con il quale si è condiviso la gioia dello stare insieme. L’animazione è stata fatta dalla band “Collasso spazio temporale”, giovani al loro primo concerto, la loro emozione ha coinvolto tutti i partecipanti. Un momento conclusivo di preghiera nel chiostro del monastero delle Suore Cistercensi della Carità. I giovani sono stati invitati a fare silenzio interiore per sperimentare “il proprio cuore nel cuore di Dio”. È stato veramente un momento nel quale si è potuti entrare in contatto con il Signore della vita nella “profondità” del cuore di ciascuno. Un grazie sentito a tutti coloro che ci hanno aiutato nel rendere questo evento “unico”! Suor Cleopatra Subiaco, ASC

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