“Sii te stesso!”: 37 giovani della diocesi immersi in due giorni di spiritualità

“Sii te stesso!” è stato il tema trattato nei due giorni di spiritualità per giovanissimi tenutisi ad Albano Laziale, presso i Missionari del Preziosissimo Sangue, dal 27 al 29 dicembre 2024. L’iniziativa ha visto impegnati l’Azione Cattolica diocesana in collaborazione con le Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, l’Ufficio Catechistico diocesano e la Pastorale giovanile diocesana. Hanno partecipato all’iniziativa 37 giovanissimi delle scuole superiori della diocesi di Anagni-Alatri, provenienti da Alatri, Fiuggi, Anagni e Fumone. Sotto la guida di don Gianluigi Corriere e degli educatori, i giovani hanno potuto riflettere sul loro personale modo di essere se stessi. Confrontandosi con la determinazione di Gesù di Nazareth, nel rimanere fedele alla missione affidatagli dal Padre, e con la bellezza dell’atto creativo, riportato in Genesi, i giovani sono stati richiamati a concepire la “libertà” come responsabilità del “Bene”. Il perseguimento del “Bene” può rendere felici in pienezza e ricostituire l’originaria “armonia”. Nei due giorni passati insieme non sono mancati momenti ricreativi e di fraternità sentita, sia con visite per la città di Albano Laziale e sia con animazioni serali. I giovanissimi hanno apprezzato il tema trattato e i momenti di fraternità, come testimoniano alcune delle loro risonanze: «È stata un’esperienza molto costruttiva, veramente profondi i momenti di preghiera e le riflessioni guidate dal sacerdote»; «La mia esperienza ad Albano è stata davvero positiva. Mi sono trovata molto bene sia con gli educatori, che sono stati sempre disponibili, sia con gli altri ragazzi. L’ambiente era molto accogliente, e ho avuto l’opportunità di imparare cose nuove. È stata un’esperienza molto formativa, che mi ha arricchito sotto diversi aspetti»; «Sono stati due giorni brevi ma intensi. Le attività che abbiamo svolto ci hanno aiutato a riflettere e a fare dei passi in avanti con il nostro rapporto con la fede. Ovviamente non sono mancati anche i momenti di divertimento insieme e le risate, con giochi, balli di gruppo, scherzi durante il pranzo e la cena… Insomma fare le ore piccole non è stato un problema visto che questo mini campo è stato il miglior modo di chiudere il 2024»; «L’esperienza è stata formativa soprattutto per i lavori di gruppo perché il confronto con gli altri è stato altamente stimolante». Significativa è stata anche la partecipazione dei giovani alla celebrazione dell’apertura dell’anno giubilare ad Anagni, svoltasi domenica 29 dicembre 2024, al termine della quale il vescovo Ambrogio Spreafico ha salutato i giovani e, richiamando il tema trattato nei due giorni passati ad Albano, li ha sollecitati ad un rinnovato impegno nel costruire comunione attraverso le relazioni. “L’unione fa la forza” … è un proverbio che bene rende l’importanza di mettersi in rete nel rispondere all’emergenza educativa. Suor Cleopatra Subiaco, ASC (nella foto, l’incontro dei giovani con il vescovo Ambrogio ad Anagni, al termine dell’apertura dell’anno giubilare)

Telethon e Azione Cattolica insieme per la ricerca

Con lo slogan “La ricerca ci sta a cuore”, Azione Cattolica e Fondazione Telethon ancora una volta insieme per la campagna di Natale 2024. “La ricerca ci sta a cuore” è soprattutto l’invito che AC e Fondazione Telethon rivolgono a tutti, donne e uomini di buona volontà, concittadini e no, a non smettere mai di sostenere la ricerca scientifica e a continuare ad avere fiducia nel lavoro incessante dei ricercatori.I volontari AC della diocesi di Anagni-Alatri il 15 dicembre in piazza Innocenzo III ad Anagni, hanno allestito due banchetti di raccolta fondi, come anche in tante parrocchie e nelle piazze di tutta Italia, o anche, semplicemente, chiedendo un aiuto tra i propri amici o in famiglia a sostegno della ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare.

Giovani “sconnessi”? Niente affatto: ecco cosa hanno combinato di bello alla Festa del Ciao a Mole

I giovani… un mondo sconosciuto, bizzarro, oppositivo, inavvicinabile, assai lontano dalla realtà. Quei giovani immersi nei social e nel dolce far niente… Vi dimostro che non tutti i giovani sono così, che non tutti stanno in panciolle o in cameretta con le cuffiette alle orecchie per non connettersi col mondo degli esseri umani o dei familiari che sembrano essere di troppo e incapaci di entrare nel loro universo schermato e disattivato. Dovevate vederli i 40 e oltre giovani e giovanissimi che domenica 27 ottobre presso la parrocchia Maria Santissima del Rosario, hanno tenuto… a bada una masnada di ragazzini provenienti da Laguccio, Sant’Emidio, Pignano, Basciano, Mole Bisleti. Li hanno fatto giocare, divertire e scoprire la bellezza di stare insieme e di collaborare alla riuscita di una festa tutta a loro dedicata per l’intera giornata. I giovani erano cortesi, amorevoli, coinvolgenti con i più piccoli. Hanno agito con preparazione e competenza, si sono travestiti per far divertire…e per divertirsi. Hanno condiviso cibo e giochi, ma anche stati d’animo dei più piccoli che a volte piangevano solo per essersi sbucciati un ginocchio o per aver perso di vista la mamma o la nonna che stavano meditando proprio su di loro, sulla loro educazione, insieme agli altri genitori e con il parroco don Luca Fanfarillo.  Si è percepita la gioia di essere insieme, di dedicare il proprio tempo agli altri, di aver progettato e ipotizzato, insieme a delle giovani-adulte, un programma per la FESTA DEL CIAO che pochi anni addietro era tutta dedicata a loro. I giovani hanno bisogno di stima, di incoraggiamento, di essere stimolati e soprattutto amati. Chi non lavora e non si impegna, se è giustamente ricompensato da stima e comprensione? Apprezziamoli i nostri giovani, coinvolgiamoli i nostri giovani, stimoliamoli i nostri giovani, incoraggiamoli i nostri giovani, riprendiamoli anche quando deviano, ma soprattutto amiamoli e il nostro mondo sarà più bello e più a misura di essere umani. Ilaria D’Onorio, presidente parrocchiale Ac Mole Bisleti

L’Azione Cattolica “prende il largo”: la cronaca dell’assemblea diocesana

Nei due pomeriggi di sabato 28 e domenica 29 settembre, presso il Centro pastorale di Fiuggi, si è svolta l’annuale assemblea dei soci ( che come sempre è aperta alla partecipazione di tutti) dell’Azione Cattolica dal titolo “Date voi stessi da mangiare” (Mt 14,16). Il consueto appuntamento dà inizio all’impegno dell’anno associativo in concomitanza anche con l’inizio dell’anno pastorale. Le associazioni della diocesi, insieme alla Presidenza, presieduta da Concetta Coppotelli e a i membri del Consiglio si sono ritrovati per due giorni di formazione e programmazione sulle tematiche proposte  dagli orientamenti nazionali per il nuovo triennio 2024-2027. Ad avviare la due giorni dopo i saluti di apertura della presidente, abbiamo avuto il piacere di ascoltare la Lectio divina del vescovo Ambrogio Spreafico sull’invito evangelico di Gesù “Prendi il largo” (Lc 5, 1-11), icona biblica che l’Associazione pone a riferimento per il primo anno del suo cammino. Il Vescovo ha invitato i presenti ad attualizzare la Parola di Dio perché essa parla al nostro tempo, un tempo di grandi cambiamenti. La meditazione della Parola di Dio deve portare a rivelazioni importanti su come vivere oggi la nostra fede e come essere testimoni con chi incontriamo. L’invito a “prendere il largo” di Gesù, ha proseguito mons. Spreafico, significa portarsi al di fuori del territorio che conosciamo fidandoci di Lui e ha ricordato all’Azione Cattolica il proprio Dna , ovvero, quello di andare oltre le proprie mura perché ogni realtà associativa della chiesa è fatta per il mondo e non per se stessa. Gesù sale con noi sulla barca, ma ci sono anche altre barche intorno che non sono concorrenti, ma collaboratrici e senza le quali non si riuscirebbe a sollevare la rete ricolma di pesci che sono immagine di tutti i popoli del mondo. Per arrivare a tutti bisogna allora cercare non solo di diffondere il proprio spirito, ma anche essere capaci di vivere la propria missione con lo spirito degli altri, di fondere i diversi carismi per rispondere alle molteplici domande del mondo: attirare a Dio gli uomini e le donne che incontriamo rendendo le loro vite più umane. Occorre provarci e fidarsi come fa Pietro “…sulla tua parola getterò le reti” e ancora di più sull’esempio di Maria “…avvenga per me secondo la tua parola”, allora ciascuno di noi potrà sperimentare il compimento di un miracolo facendo divenire generativa la propria vita personale e associativa spesso in modo impensabile e inatteso (ndr). L’Assemblea ha poi ospitato un momento di formazione e sensibilizzazioni sul tema della tutela dei minori e delle persone vulnerabili, con l’intervento della dott.ssa Anna Rita Pica, psicologa presso il consultorio familiare di Ferentino e referente per la diocesi di Anagni-Alatri del Servizio interdiocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili avviato all’indomani della divulgazione della Lettera Apostolica “VOS ESTIS LUX MUNDI” di Papa Francesco del 2019 e delle Linee Guida CEI. E’ stato presentato il lavoro di formazione e ascolto svolto dal Servizio interdiocesano unitamente alle Linee guida pubblicate nel gennaio 2023 disponibili on line sul sito del Servizio interdiocesano Tutela Minori della Diocesi del Lazio Sud. La dott.ssa Pica ha spiegato il significato del crimine dell’abuso, le sue caratteristiche, le connotazioni dell’abusato e dell’abusante e come sullo sfondo ci sia come costante un uso manipolatorio della relazione educativa asimmetrica tra “grandi” e “piccoli”. E’ emerso in conclusione anche un identikit dell’educatore che dovrebbe essere una persona sicuramente maggiorenne, capace di esercitare una responsabilità in senso stretto, un testimone nei suoi atteggiamenti, in grado di rispettare i confini del suo ruolo e capace di confronto. E’ stato messo in luce il ruolo fondamentale della famiglia come luogo privilegiato dove si vive l’accettazione incondizionata e completa dell’altro, capace di generare fiducia in se stessi e dare capacità di buttarsi nella vita e nel mondo ai più piccoli. Il pomeriggio di domenica ha visto la presentazione degli Orientamenti per il triennio 2024-2027 a cura della Dott.ssa Claudia D’Antoni, ex consigliera nazionale per l’Azione Cattolica dei Ragazzi. Il discorso è partito dalla XVIII Assemblea Nazionale culminato con l’incontro  “A braccia aperte” con Papa Francesco ed ha toccato i temi dello stile che deve contraddistinguere l’Associazione e i suoi associati a tutti i diversi livelli di responsabilità e appartenenza. Nella sua relazione non è mancato il riferimento alla necessità di rinnovare giorno dopo giorno la nostra risposta generosa alla chiamata universale alla santità e a meditare l’attualità della figura del Beato Pier Giorgio Frassati che presto diventerà Santo e che in questo triennio verrà ricordato in maniera particolare come esempio del “guardare in alto e guadare verso l’altro” (P.G. Frassati), di “cristiano che crede, opera come crede, parla come sente, fa come parla” (F. Turati) come laico nella chiesa e nel mondo. All’intervento della D’Antoni, sono seguiti i gruppi di lavoro per la programmazione dei diversi settori. Nel calendario annuale, oltre alle collaborazioni con gli uffici di pastorale diocesana , sono state definite le iniziative ricorrenti (Veglia dell’Adesione, Marcia della Pace, Esercizi Spirituali, Festa dell’incontro AC e Campi estivi) e sono stati introdotti appuntamenti legati al Giubileo con particolare attenzione ai Giovani e alle Famiglie ed anche  quelle con la Pastorale Giovanile diocesana e le Suore del Preziosissimo Sangue. Entrambe le giornate di lavoro si sono concluse con la celebrazione dei Vespri solenni accompagnati dal canto e condotti dall’assistente diocesano don Rosario Vitagliano. Alla sera del sabato la grande famiglia dell’AC si è ritrovata a condividere un momento di amicizia e convivialità. La Presidenza Diocesana

I giovani di Azione Cattolica “presi per mano”: il racconto del Campo diocesano

Durante l’ultima settimana di agosto, si è svolto il campo diocesano giovani di Azione Cattolica a Canneto presso la casa salesiana “Don Enrico Vitti”. I ragazzi, della diocesi Anagni-Alatri si sono ritrovati insieme sul tema “Presi per mano”, dopo aver concluso il percorso annuale nelle parrocchie confrontandosi tra di loro attraverso le varie attività svolte. I ragazzi sono stati divisi in quattro gruppi in modo casuale, ognuno con due educatori. Schema delle giornate: • Preghiera del mattino: per iniziare la giornata e introdurre il tema. • Titolo della giornata • Versetto icona biblica: Il brano di questo anno associativo (Mc 5, 21-43) è stato suddiviso in piccoli estratti su cui sono state costruite le giornate. • Obiettivo del giorno: per focalizzare con chiarezza su cosa si concentrava la giornata. • Testimone: per rafforzare il tema e dare più spunti. • Proposta di attività • Preghiera della sera: per concludere la giornata e raccogliere quanto essa ci ha donato • Deserto • Adorazione. Attraverso questo percorso i ragazzi si sono confrontati con il loro “io” nelle diverse situazioni quotidiane alla luce del Vangelo aiutati da don Bruno Durante. Per tutti è stata una scoperta del tutto nuova, posti prima singolarmente di fronte a delle scelte da fare pensando solo a se stessi e poi confrontandosi insieme in gruppo, dove a volte la scelta fatta singolarmente nella condivisione poteva anche essere rivista o modificata. Ovviamente la settimana non è stata solo questo, ci sono stati momenti di svago e di divertimento, bellissimi momenti di animazione che a turno i gruppi preparavano ad ogni serata, una celebrazione della riconciliazione tenuta presso il Santuario della Madonna di Canneto con la presenza di diversi sacerdoti. Inoltre abbiamo fatto due bellissime escursioni e condiviso le mansioni della casa, dalla cucina ai servizi che a parer nostro hanno aiutato ancora di più a conoscersi e a fare squadra, rafforzando rapporti già in essere e di crearne di nuovi. Con questo campo abbiamo dato il via al “Torneo Azione Cattolica Diocesano” con tanto di coppa e foto allegata della squadra vincitrice. Non un torneo fine a se stesso, difatti la coppa della squadra vincente girerà in tutte le parrocchie dei partecipanti al gruppo e il prossimo anno verrà rimessa in gioco al campo giovani 2025. Alla fine del campo, ogni giovanissimo ha preso una scatola (che simboleggia il mattone) e ha inserito all’interno dei messaggi di augurio al suo angelo custode, assegnatoglielo durante la giornata del “deserto”. Dopo aver condiviso le scatole con i propri angeli custodi, i mattoni sono stati posizionati uno sopra l’altro per ricreare un muro. Dopo le conclusioni, ogni giovanissimo ha preso un mattone portandolo con sé a casa, con l’impegno di riempire la facciata vuota con l’esperienza della sua vita. Affinché il campo non sia un’esperienza fine a sé stessa ma aperta al futuro e al prosieguo delle nostre vite. Ogni emozione, ogni esperienza è un mattoncino che costruisce la nostra strada. Le esperienze belle, forti e con ampio respiro ci permettono di guardare con fiducia al futuro. Possiamo dire che questa, come negli anni precedenti, è stata un’esperienza unica che continuerà, a ripetersi nel futuro. Il campo AC è sempre un tempo prezioso che regala emozioni uniche e indimenticabili. A cura del settore Giovani di AC Diocesano

I Giovanissimi di Azione Cattolica “in scena!”

Venerdì 13 settembre presso la chiesa parrocchiale di Cristo Re a Porciano si è svolto il consueto appuntamento che chiude il tempo di “Estate eccezionale” dell’Azione Cattolica. Un’occasione per ritrovarsi dopo i Grest e i Campi scuola estivi, prima della ripresa delle attività scolastiche e del cammino associativo del nuovo anno. Arrivati numerosissimi da tutta la diocesi, ragazzi e accompagnatori sono stati accolti sul sagrato dagli animatori, sulle note della musica e con l’immancabile pallone nel vicino campo da calcetto. L’evento è entrato nel vivo con il momento di preghiera all’interno della chiesa, una Lectio divina animata dal canto e guidata dall’assistente diocesano don Rosario Vitagliano. Il brano scelto dal Vangelo di Luca (Lc 5, 1-11) – la “pesca miracolosa” – rappresenta l’icona biblica annuale ed è stato messo in scena con l’interpretazione originale e coinvolgente dell’Equipe dei Giovani di AC che ha curato anche la scenografia della rappresentazione insieme alla responsabile dell’ACR diocesana.  Don Rosario ha sottolineato ai giovani presenti i tratti salienti del racconto evangelico, l’invito a prendere il largo e a gettare le reti con fiducia piena nella Parola di Gesù: «…nel brano del Vangelo il Signore incontra Pietro, Giacomo e Giovanni mentre stanno sistemando le reti. Il Signore ci viene incontro nella vita ordinaria di ogni giorno, in quello che facciamo, con le gioie, le fatiche e le speranze che ciascuno di noi porta con sé. Pietro stava vivendo un momento difficile, tutta la notte aveva pescato ma non aveva preso nulla. Quante volte accade anche a noi, ai ragazzi, di vivere momenti in cui siamo delusi, scoraggiati, non vogliamo più fare nulla. Ma il Signore in quel momento viene a dirci una Parola, la nostra Parola, per riprendere il largo nella vita. A noi scegliere di fidarci o no di quella Parola, ma se ci fidiamo di Gesù e della sua Parola, la vita riprende e accadono miracoli come è stato per Pietro». Dopo aver realizzato la propria barchetta di carta con il motto “Prendi il largo!”, i ragazzi dai 12 ai 14 anni sono “andati in scena” varcando il sipario per il loro debutto nel mondo dei giovanissimi (15-18 anni) e presentandosi hanno indicato quale fosse il talento che avrebbero messo a disposizione del loro nuovo gruppo. Pieno di emozioni è stato anche il finale di serata: il momento del “passaggio” che si è concretizzato praticamente all’uscita dalla chiesa, passando sotto la grande rete da pesca agitata in aria; la proiezione del video con i più bei momenti vissuti al campo scuola giovanissimi dell’ultima settimana di agosto a Canneto; la grande cena in festa tutti insieme sotto le stelle. Ai ragazzi sono arrivati i saluti del vescovo Ambrogio Spreafico e della presidente Concetta Coppotelli. Erano presenti tra gli altri anche i membri del Consiglio diocesano di AC e diversi sacerdoti assistenti delle associazioni parrocchiali. Un ringraziamento particolare va alla comunità di Porciano, al parroco don Roberto Martufi e al diacono don Vincenzo Pesoli per l’accoglienza che hanno offerto, ai ragazzi, agli educatori e alle famiglie che hanno risposto con tanto entusiasmo. Buon cammino associativo, SI VA IN SCENA! di Luca Ciocci

I Campi scuola Acr, raccontati… dal profeta Geremia

“Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo.   Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita” (Papa Francesco) “Il tempo estate eccezionale” targato AC, come ogni anno, offre momenti di pausa e di riposo  che possono essere accolti come opportunità di crescita per il cammino di fede, personale e associativo, buttandosi nelle splendide esperienze dei campi-scuola.  “Hai la mia parola! Geremia, profeta di speranza”, questo è stato il tema dei Campi Scuola ACR di quest’anno. I ragazzi si sono ritrovati a Trevi nel Lazio per vivere un week-end ed una settimana di amicizia, divertimento e preghiera sui passi del profeta Geremia, aiutati dall’assistente, dai sacerdoti che man mano si sono succeduti e dagli educatori che li hanno accompagnati con disponibilità, cura e senza far mancare loro un sorriso. Tra incontri, canti, bans, confronti e passeggiate in montagna i ragazzi hanno avuto la possibilità di riscoprire la bellezza dello stare insieme, della condivisione e del riscoprire il rapporto con Gesù troppo spesso offuscato dal “rumore” della quotidianità; in particolare hanno potuto vivere momenti di preghiera sotto le stelle conclusi sempre con il tradizionale canto “Al cader della giornata”. E allora, proviamo a farlo raccontare dal profeta Geremia: “Ciao a tutti, io sono il profeta Geremia e sono qui per raccontarvi l’ultima mia impresa, non la più difficile, ma senz’altro la più complicata: portare la parola di DIO ai ragazzi dell’ACR diocesana di Anagni-Alatri che si è radunata dai diversi paesi, Anagni, Alatri, Fiuggi, Fumone, Piglio e Acuto dal 5 al 7 luglio per la fascia 9-11 anni e dal 7 al 13 luglio per i 12-14. Quando il Signore mi ha chiamato, io non volevo andare, non sapevo cosa dire a questi ragazzi così concentrati sui loro smartphone e poco propensi ad ascoltare! Il Signore allora, mi ha ricordato che è Lui a parlare, io dovevo solo dare la mia voce e così ancora una volta mi sono affidato a Lui, sono partito e ho incontrato i ragazzi all’inizio un po’ spaesati. Devo dirvi che, grazie alle mie parole, a quelle dell’assistente don Rosario Vitagliano nel primo gruppo, don Raffaele Tarice nel secondo, a tutti gli educatori che con tanto entusiasmo hanno coinvolto i ragazzi in giochi e attività varie, tutti sono usciti dal loro torpore e hanno iniziato a parlare tra di loro, a fare nuove amicizie, a sorridere …ad essere felici. Penso di averli sollecitati troppo perché continuavano anche di notte a parlare, ridere, scherzare…dovrò rivedere qualcosa! Il posto che ci ha ospitato, fresco ed ombreggiante è a Trevi nel Lazio, vicino ad una sorgente chiamata Suria dove don Pierluigi Nardi, con una semplice e significativa celebrazione, ha fatto rivivere ai ragazzi il loro Battesimo riscoprendo i simboli di questo Sacramento. E poi ancora giochi sulla fiducia nell’altro che hanno aiutato i ragazzi a capire che solo affidandosi a DIO possono portare nel mondo frutti di pace e bontà. Con mio grande dispiacere è giunto il termine dei due campi. Il parroco di Trevi nel Lazio, Don Pierluigi Nardi, ha colto l’occasione del campo scuola per farci visita e per incontrare i ragazzi e condividere con loro il percorso che stavano facendo. Dopo la messa conclusiva, celebrata da don Rosario e don Raffaele, ciascun ragazzo ha ricevuto il mandato di portare nel loro “piccolo” ciò che hanno vissuto e ascoltato nei giorni vissuti a Trevi, i ragazzi si sono salutati con la promessa di incontrarsi nuovamente il più presto possibile e dandosi appuntamento a Vallepietra dove alcuni di loro concluderanno il cammino tra i 12-14 per cominciare il loro percorso tra i Giovanissimi.  Dopo la Messa, con gli abbracci e i saluti, non sono mancati pianti dispiaciuti. Prima di congedarmi da tutti, li ho rassicurati su una cosa: il Signore rinnova sempre l’alleanza con il suo popolo come testimonianza del suo amore. Ecco allora l’ultimo segno al quale tutti sono chiamati: attaccare un cuore con il proprio nome su un filo rosso legato alla Bibbia, quel cuore che il primo giorno avevano trovato nel libro Sacro e dove avevano scritto le aspettative del campo. Buon ritorno a casa ragazzi e portate con voi questa buona notizia: il Signore vi chiama per nome per essere portatori di speranza nel mondo, voi dovete solo dire di SI!”  E dopo il racconto di Geremia, non possiamo non ringraziare la parrocchia di Morolo che ci ha consentito l’uso delle loro tende (dono di don Giuseppe Santucci) dato che i posti della casa non erano sufficienti al numero delle richieste, un grazie a Renato e Rossella, cari amici neocatecumenali che ci hanno supportato in questo. Al gruppo di adulti che hanno montato e smontato il campo, a chi si è occupato dei rifornimenti, alle cuoche che si sono alternate in cucina e a tutti gli adulti che, affiancati dai giovani, hanno permesso la realizzazione dei due campi sostenendo i gruppi ACR. Infine, un grazie speciale ad Eleonora Frattali, responsabile ACR Diocesana che si è spesa senza riserve, all’assistente unitario don Rosario Vitagliano e con piacere alla disponibilità di don Raffaele Tarice, parroco di Piglio e don Pierluigi Nardi parroco di Trevi nel Lazio.     La Presidenza Diocesana AC di Anagni-Alatri

Sul Viglio e sulle orme di Frassati la “Festa della Croce”

Come ogni anno la prima settimana di luglio ricorre la Festa della Croce, posta sul Monte Viglio. Questa bellissima escursione è parte del sentiero Pier Giorgio Frassati del Lazio, sulle orme di questo ragazzo che amava portare i suoi amici in montagna per spingere il loro sguardo «verso l’Alto» e che sarà dichiarato santo il prossimo anno. Il giovane beato torinese, amante di Dio e degli uomini, sarà canonizzato durante il Giubileo del 2025. I Sentieri Frassati sono nati negli anni ’70, uno per ogni regione d’Italia, con un’iniziativa popolare sostenuta dall’Azione Cattolica, dal Club Alpino Italiano e dai Vescovi italiani. Nel Lazio il Sentiero è un’esperienza di cammino pensata per tre giorni, dal Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra alla Certosa di Trisulti, che nel suo tratto centrale percorre la bellissima cresta dei Monti Cantari passando sulla vetta del Viglio. Proprio su questo tratto del Sentiero Frassati, domenica 7 luglio ci siamo incamminati per percorrere i circa 550 metri di dislivello che separano il passo di Serra sant’Antonio dalla croce di vetta, posta nel 1973 su iniziativa dei giovani dell’Azione Cattolica di Anagni. Il Vice presidente Giovani Lorenzo Trinti e un gruppetto di associati si sono messi in cammino verso la vetta. E’ lo stesso vice presidente giovani che così racconta: «La giornata è partita bene, ma sappiamo che la montagna è imprevedibile, difatti lungo il cammino il tempo è peggiorato bruscamente, siamo incappati in un forte vento e tanta pioggia, ma nonostante le avverse condizioni meteo con tanto animo e buona volontà abbiamo proseguito la salita. Ci siamo sostenuti, incoraggiati e aiutati l’un l’altro a dimostrazione che nella vita c’è sempre qualcuno su cui poter contare e pronto a sostenerti, ed anche se non tutti sono saliti in vetta, è stato, davvero, significativo il camminare insieme nella difficoltà del momento. Insieme a noi, come ogni anno, erano presenti anche tanti soci del C.A.I. In vetta era prevista la celebrazione della Messa che, a causa del maltempo, è stata poi celebrata alla fine della discesa a valle». A cura della presidenza dell’Azione Cattolica diocesana 

“Questa è casa tua”: famiglie in festa con l’Azione Cattolica

Nel mese di giugno di ogni anno l’Azione Cattolica diocesana si incontra unitariamente per fare festa e quello che conta non è tanto il luogo, il programma della giornata, ma l’incontro, ritrovarsi tutti insieme, adulti/issimi, giovani/issimi, ragazzi e famiglie, parte di una realtà che esiste proprio grazie all’esistenza di ognuno. Sabato 8 giugno ci siamo ritrovati presso il bellissimo Parco naturale dei Monti Lepini, sito nel Comune di Sgurgola, un oasi di verde e di pace, gestito e curato eccezionalmente dal dottor Francesco Antonelli e dalla sua famiglia. Una vera scoperta per tanti di noi che non avevamo idea di quanta bellezza racchiudesse quel luogo che si intonava a meraviglia con il tema guida della giornata: “Questa è casa tua”. Ci siamo ritrovati in tanti, provenienti da diverse realtà parrocchiali della nostra diocesi. Non mancava il nostro assistente unitario don Rosario Vitagliano insieme a don Agostino Santucci e Padre Albert Leal Celis della parrocchia di Sgurgola. La giornata è iniziata con una colazione di benvenuto, proseguita con bans, canti e giochi preparati dai giovani. Dopo il saluto della presidente diocesana Concetta Coppotrelli i gruppi sono stati guidati nella visita del parco dal dott. Antonelli che ci ha illustrato tutta la flora che incontravamo lungo il percorso riscuotendo interesse ed entusiasmo di tutti i partecipanti. Terminata la visita, divisi per settori, gli adulti e i giovani, si sono confrontati su alcune tematiche riprese dal documento preparatorio alla Settimana Sociale dei Cattolici in Italia che si terrà a Trieste dal 3 al 7 luglio, dando luogo a dei “Laboratori di partecipazione” come piccole piazze della democrazia. I giovani, con l’aiuto dell’avvocato Daniele Bruno, presidente della Fondazione Giovanni Paolo II per la Gioventù e di sua moglie Valentina, una coppia di sposi impegnati e di don Rosario, si sono confrontati sul tema: “La comunità come luogo della libertà e della legalità” dove è emersa la consapevolezza che ognuno di noi può contribuire nel suo piccolo ad un cambiamento e la necessità sì di ascoltare l’altro, ma anche l’esigenza di essere ascoltati. “Comunità come il luogo della libertà, in cui tutti sono rispettati, tutti sono custoditi, tutti sono protagonisti, tutti sono impegnati in favore degli altri” e la “giustizia come una virtù che agisce tanto nel grande, quanto nel piccolo e che: non riguarda solo le aule dei tribunali, ma anche l’etica che contraddistingue la nostra vita quotidiana.” Gli Adulti, suddivisi in tre gruppi, insieme ai coordinatori Luca Ciocci, Antonio Salvi e Massimo Cerasaro, si sono confrontati sui seguenti temi:  L’ACR, insieme agli educatori ha predisposto un laboratorio pratico relativo ad un corretto uso delle risorse della terra e su come non sprecarle inutilmente. Terminati i momenti di confronto, i relatori di ogni settore hanno restituito a tutti i presenti le condivisioni emerse, per brevità ne riportiamo alcuni spunti salienti. Il primo tema sul desiderio di una ripartenza ha preso spunto dalle parole di Papa Francesco: “Non possiamo risanare la nostra relazione con la natura e l’ambiente senza risanare tutte le nostre relazioni umane” (Laudato Si 119). Se non ci si prende cura dell’uomo è impossibile curare l’ambiente. Occorre dunque porre attenzione alla cura soprattutto degli anziani spesso soli o parcheggiati nelle Rsa che vivono gli ultimi anni della loro vita in una condizione di solitudine, senza nulla togliere al lavoro che tanti operatori sanitari fanno con amore in queste strutture. ll secondo tema, che in questi giorni ha avuto una triste conferma, ovvero il tema della cittadinanza attiva: poco meno di un italiano su due non ha esercitato il proprio diritto di voto, si rileva un cittadino con diritti e doveri quasi teorici sempre più rintanato nel proprio individualismo perché non viene ascoltato, oggi più di ieri si avverte la mancanza di partecipazione alla vita sociale, pubblica e comunitaria che ci fa tutti più poveri. Qualcuno ha ricordato che Paolo VI ebbe a dire che la politica è una delle più alte forme di carità. Il terzo punto Educazione, cultura e formazione ha messo a fuoco la centralità della famiglia nel ruolo educativo dei più piccoli e del benessere della società: “Nella famiglia vengono inculcati fin dai primi anni di vita i valori morali, si trasmette il patrimonio spirituale della comunità religiosa e quello culturale della Nazione. In essa si fa l’apprendistato delle responsabilità sociali e della solidarietà.” (Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, 213). Il mondo oggi non ha bisogno di maestri ma di testimoni, e i maestri sono riconosciuti come tali solo in quanto testimoni credibili. Lo svuotamento della cultura contemporanea dei valori cristiani ci chiede di tornare all’essenzialità del Vangelo. Un modello educativo diventa cultura quando è condiviso ed appartiene a tutta una comunità di persone. A seguire, la celebrazione della Messa (nella foto) immersi nella natura del bosco, officiata dall’assistente unitario don Rosario che ci ha fatto riflettere sul cambiamento del cuore, docile allo Spirito. Durante la celebrazione, è stato condiviso anche “un minuto per la pace” promosso dal FORUM INTERNAZIONALE AZIONE CATTOLICA (FIAC) dal 2014. Il pranzo è stato momento di ulteriori relazioni e di confronto ma soprattutto di festa e di gioia. Abbiamo concluso la giornata divertendoci con attività e giochi che hanno coinvolto tutti i presenti e, per finire, abbiamo donato e piantato insieme ai proprietari del parco un albero di ulivo, messo in dimora con la collaborazione dei giovanissimi e donato ai partecipanti un vasetto con semi di girasole. Al termine, saluti e abbracci per tutti in attesa delle prossime attività estive. «Insieme è la parola chiave per costruire il futuro: è il noi che supera l’io per comprenderlo senza abbatterlo, è il patto tra le generazioni che viene ricostruito, è il bene comune che torna a essere realtà e non proclama, azione e non solo pensiero» (Instrumentum Laboris, n. 29). Il bene comune diventa bene comune globale perché abbraccia anche la cura della casa comune. Occorre un discernimento attento per cercare assieme come realizzarlo, in uno stile sinodale che valorizzi a un tempo competenza e partecipazione, che sappia essere attento alle nuove generazioni.

Intelligenza artificiale: il convegno di Azione Cattolica

 “Intelligenza artificiale e pace”, questo il titolo del messaggio di papa Francesco al mondo intero, per la 57° giornata mondiale per la pace, celebrata lo scorso 1° gennaio. Messaggio che ha ispirato il settore adulti dell’Azione Cattolica diocesana a dare vita al convegno dal titolo ‘Intelligenza artificiale: prospettive e sfide etiche’, tenutosi presso il Centro pastorale di Fiuggi. Numerosi i partecipanti intervenuti per ascoltare don Alessandro Picchiarelli, relatore esperto del settore; sacerdote della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, ha studiato Ingegneria informatica e delle telecomunicazioni presso l’Università degli Studi di Perugia, ha conseguito la laurea in Teologia presso l’Istituto Teologico di Assisi e alla Gregoriana di Roma e attualmente svolge la sua attività di docente presso la scuola interdiocesana di Teologia di Foligno. E’ anche docente del corso sull’Etica della tecnologia presso l’Istituto Teologico e di Scienze Religiose di Assisi, collabora con l’Istituto Affari Internazionali di Roma ed è l’autore del libro “Tra profilazione e discernimento, la teologia morale al tempo dell’algoritmo”: volume che accoglie l’invito di papa Francesco, rivolto ai teologi e agli ingegneri informatici, di «impegnarsi in uno sviluppo etico degli algoritmi, di farsi promotori di un nuovo campo dell’etica per il nostro tempo, l’ ‘algor-etica’». Al centro del convegno, la riflessione su come il nostro essere immersi in un mondo sempre più tecnologicizzato, porti a non chiederci più come funziona una certa tecnologia ma a darla per scontata, impedendoci di renderci conto dell’impatto vero che essa ha nella nostra vita. «Gli artefatti tecnologici – ha spiegato don Alessandro – prendono sempre più decisioni per l’uomo, sull’uomo e con l’uomo. Gli algoritmi, oggi, decidono cosa deve essere visto e cosa può essere ignorato, cosa può essere conosciuto e cosa è bene non divulgare, cosa può interessare a qualcuno o cosa non tocca la curiosità di un utente, assumendo dunque un ruolo sociale importante nella creazione di valori, di cultura e di conoscenza, quasi sostituendosi all’uomo. Una Intelligenza artificiale che non è così intelligente, che ‘vive’ totalmente delle informazioni che l’uomo volontariamente e non, concede agli artefatti tecnologici cui si affida per soddisfare i propri bisogni. Bisogni che, senza una ‘governance etica’ vengono stimolati e pilotati, con l’effetto di annientare la volontà umana».  Un convegno che ha trovato grande curiosità nei partecipanti che, con attenzione, si sono coinvolti anche con numerose domande. A don Alessandro Picchianelli, il ringraziamento dell’Azione Cattolica diocesana e di tutti coloro che hanno colto l’importanza di pensare lo sviluppo tecnologico come fonte di possibilità di comunicazione e informazione, soprattutto quando organizzati e orientati alla luce di un’immagine di persona e del bene comune che ne rispecchi le valenze universali. Giusy Secondino Presidenza Diocesana Azione Cattolica