La comunità di Torre Cajetani ha reso omaggio alla memoria di fra’ Marcello da Torre, un religioso originario del paese, insigne predicatore e morto in odore di santità nel 1609, con una Messa in suffragio celebrata dal parroco don Rosario Vitagliano nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta.

“La morte di fra Marcello  – come scrive lo storico locale Gabriele Paris in una dettagliata pubblicazione – suscitò interesse nelle cronache Francescane e non solo del suo tempo. Un errore di trascrizione nella prima edizione degli Annali lo indicò originario di Torre in Sabina. Nonostante ciò, la devozione e la narrazione popolare dei torrigiani rimasero inalterate. Nei resoconti dell’epoca, fra Marcello è descritto come un autentico ‘penitente cristiano’, una figura straordinaria, esemplare nella virtù e dotata di grande eloquenza. Nel corso degli anni, gli abitanti di Torre fecero frequenti pellegrinaggi alla sua tomba a Priverno. Intorno alla metà del XVII secolo il suo corpo fu traslato nella chiesa locale, mantenendo intatta la fervente devozione dei compaesani; anche dopo la sua morte, si narrarono numerose grazie e miracoli attribuiti a lui. Con il passare del tempo, la venerazione andò progressivamente affievolendosi, finché nel 1872 l’Arciprete di Torre Don Serafino Dell’Uomo eseguì una prima ricognizione delle sue spoglie, ravvivando l’interesse. Nel 1946, su impulso di Giulio Cesare Gerlini, l’urna venne trasferita nel reliquiario della chiesa, contribuendo a rinvigorire la devozione grazie alle sue ricerche storiche e fotografiche. Nel luglio 1972, in occasione del centenario della prima ricognizione, fu eseguito un nuovo controllo sulle spoglie e l’urna fu spostata a destra dell’entrata della chiesa, dove precedentemente si ergeva l’altare delle Anime Purganti5. Infine, nel 2019, con i lavori di restauro della chiesa, l’urna fu collocata nella sua attuale sistemazione. Un’iscrizione sotto l’urna commemora questa storia, testimonianza di una devozione che ha attraversato i secoli”.

Diversi i miracoli ricondotti a questo religioso, sia in vita che dopo la morte. Il nome preciso di fra’ Marcello, invece, non è stato ancora individuato. Nel 1664 il dottor Felice De Luca scrisse una biografia sul frate, ma ad oggi non è mai stata rinvenuta. In paese, inoltre, già nel 1900 non c’erano più suoi discendenti diretti, per cui non è stato possibile attingere ad altre fonti.

Al religioso è stata dedicata anche questa poesia, scritta  da Maria Pia Fagiolo:

FRA MARCELLINO (dalla Torre)

Si partito dalla Tore

pe’ i a fatte cappuccino – predicatore

pe’ convertì la gente a nóstro Signore.

Di sacrifici ni si fatti tanti,

ca’ tinaristi sta’ tra gli Santi.

Stai sulo in “odore di Santità”

e pe’ ‘sta causa tèta pregà

pe’ ottené le grazie ca ce vóto…

pe’ diventà Santo te tinimota ‘nvocà

vidi ‘n po’, se ‘nu miraculo iu po’ fa’.

Nù ricurdamoce perciò

quanno passimo

denanze a fra Marcellino

de di’ ‘n’orazione pi ‘stu Capuccino

e de ghiedece de facce

ca grazia che ghiedimo

accusì, iu fao Beato e doppo Santo

e pe’ la Tore sarà ‘n’atro vanto.

Maruma me diceva

che ‘nu scalino della chiesa,

all’entrata laterale o alloco vicino,

era iu cuscino de fra Marcellino.

È vero o no, nu’ lu saccio

ma lo vóglio raccuntà,

è ’na tradizzione da tramandà.

Ti prighimo fra Marcellino

De prutegge i torriciani

Che da oggi te pregheno tanto

pure se nu’ t’ao fatto Santo.

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