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Mercoledì delle Ceneri: l’omelia del vescovo Ambrogio

22 Febbraio 2023

Mercoledì delle Ceneri: l’omelia del vescovo Ambrogio

Fratelli e sorelle, iniziamo il tempo di Quaresima con il rito antico delle Ceneri, che sanno imposte sul capo di ognuno di noi, mentre il sacerdote ripete in parte parole antiche della Bibbia quando il Signore si rivolse all’uomo ricordandogli di essere fatto di terra: “Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai” (Genesi 3,19). Queste parole non sono una minaccia, ma ricordano la nostra fragilità, la precarietà della vita. La pandemia, le difficoltà di questo tempo, la malattia, sono parte della condizione umana. Per questo abbiamo bisogno di essere rivestiti dalla forza che viene da Dio. Siamo qui per questo, cari fratelli. Il Signore sa che siamo polvere, fragili e incerti, ma non ci abbandona a noi stessi, bensì vorrebbe aiutarci a vivere felici anche nel momento della fatica e del dolore.

Ci potremmo chiedere: come? Siamo sempre tentati di fare da soli. Magari nelle difficoltà stringiamo i denti piuttosto di chiedere aiuto e di lasciarci aiutare. Il Signore lo sa. Per questo ci raccoglie nella sua famiglia, nel suo popolo, ci rende fratelli e sorelle, Qui noi gustiamo la gioia della fraternità, la felicità di sostenerci e di prenderci cura gli uni degli altri. Il tempo di Quaresima è il tempo del popolo che cammina insieme, che cerca insieme, facendosi guidare dal suo Signore, bisognoso di camminare dietro a lui insieme agli altri.

“Tornate a me con tutto il cuore, con digiuni pianti e lamenti. Laceratevi il cuore e non le vesti, ritornate al Signore, vostro Dio, perché egli è misericordioso e pietoso, lento all’ira, di grande amore, pronto a ravvedersi riguardo al male”. E poi: “Radunate il popolo, indite un’assemblea solenne, chiamate i vecchi, riunite i fanciulli, i bambini e i lattanti; esca lo sposo dalla sua camera e la sposa dal suo talamo”. Ecco: usciamo tutti per essere popolo, per camminare insieme, per essere una risposta di amore e di pace in questo tempo difficile di violenza e di guerra. In questo popolo ci sono tutti: piccoli, giovani insieme agli anziani, italiani e stranieri, poveri e ricchi, colti e meno colti. Tutti insieme fratelli e sorelle. È la famiglia di Dio, quella che manca al mondo. Torniamo allora insieme verso di Lui, il Signore misericordioso e pietoso, lento all’ira e di grande amore. Lui ci aspetta, vuole incontrarci, desidera camminare con noi, farci strada, essere luce nel buio della paura, perché siamo felici con lui. Ma si deve uscire dalle abitudini, dall’idea che ci salviamo da soli, dalla frenesia della vita, che vorrebbe toglierci questi spazi di riflessione e di preghiera con gli altri. La fretta uccide lo spirito! Toglie l’anima.

Il Vangelo ci indica la via, liberandoci dalla facile ricerca di apparire, dai facili protagonismi che non portano a nulla, se non alla divisione e alla prepotenza. Facciamo nostre le parole di Gesù nel cammino della Quaresima: elemosina, preghiera, digiuno. L’elemosina apre il cuore alla gratuità del dono e dell’amore in un mondo spesso calcolatore, in cui si da per ricevere, dimenticando che la gratuità del dono è l’unica vera libertà e felicità. Poi la preghiera, che si vive in molti modi, qui durante la Santa Messa, a casa, nei momenti comuni in cui ascoltare la Parola di Dio, meditando le Sacre Scritture, pregando con quelle semplici preghiere che conosciamo. La preghiera trasforma la nostra umanità, ci fa immaginare il futuro con lo sguardo largo di Dio, quindi ci dà speranza in un tempo in cui è facile rassegarsi a quello che accade, senza scegliere, decidere, costruire un’alternativa, lavorare per un mondo più umano e più giusto. Il digiuno. Quello dal cibo ci ricorda che ci sono tanti che non hanno il necessario e ci libera dall’avidità dell’avere, dell’accumulare, di un benessere che stordisce e illude che la felicità stia nel possesso, in ciò che abbiamo o vorremmo avere. Poi esiste anche un digiuno spirituale, che implica essere più distaccati da noi stessi, dalla prepotenza dei nostri pensieri e delle nostre convinzioni, riconoscendo che nessuno di noi ha tutta la verità e soprattutto che nessuno è del tutto buono o nel giusto. Così avremo la ricompensa, che consiste nella presenza amorevole di Dio che sostiene la nostra umanità e ci rende popolo di donne e uomini che diffondono amore e pace.

Cari fratelli e sorelle, ringraziamo il Signore per questo tempo opportuno per condividere la nostra vita camminando insieme, ascoltando il Signore che ci parla, verso la Pasqua del Signore, passaggio dalla morte alla vita, cuore della nostra vita di fede.

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