Nella mattinata di domenica 10 dicembre il vescovo Ambrogio Spreafico si è recato a Trevi nel Lazio per incontrare la vivace comunità di questo paese di antiche e solide tradizioni e radicamento nella fede.
Accolto dal parroco don Pierluigi Nardi e dalle autorità cittadine, con il sindaco Silvio Grazioli e il comandante della locale stazione dei Carabinieri, monsignor Spreafico ha celebrato nella chiesa parrocchiale, davanti a molti fedeli con i quali poi si è intrattenuto anche al termine del rito.
Nel corso dell’omelia, il vescovo Spreafico, rifacendosi alle letture del giorno, ha detto tra l’altro: «L’Avvento non è solo attesa, ma anche preparazione. E noi siamo chiamati a preparare la strada a Gesù, in un mondo che spesso è un deserto di umanità, di simpatia, di gentilezza, di armonia, in cui ognuno va per conto suo e tutti hanno fretta; in questi giorni prima di Natale, tutti siamo anche un po’ nevrotici, si va di qua e di là, in corsa per i regali. Possedere non ha mai salvato nessuno, i ricchi non sono mai contenti».
L’invito del vescovo è stato dunque quello «a imparare a raddrizzare le cose storte volendoci bene, impariamo ad aiutare gli altri, a costruire un mondo di amici, di fratelli e di sorelle. Preparare la strada vuol dire dare aiuto, amicizia, consolazione agli altri. Noi possiamo essere aiuto e consolazione gli uni per gli altri, possiamo fare molto, là dove siamo, non siamo insignificanti: anche se siamo a Trevi nel Lazio possiamo contribuire a costruire un mondo migliore. I cristiani sono una forza di coesione e di amore. E voi, di questa comunità, siete un segno di amore».
Il vescovo ha insistito molto anche sulla necessità dell’ascolto: «Ascoltarsi è il primo modo di vivere insieme, ma per ascoltare l’altro devi avere pazienza». E quindi della preghiera «che è la prima forza».
Dopo la Messa, come detto, il vescovo si è intrattenuto con gli operatori pastorali che Trevi nel Lazio seguono in particolare la catechesi, la liturgia e la Caritas parrocchiale, dando loro ulteriori spunti di riflessione per il prosieguo del cammino pastorale.
Igor Traboni