Sabato 10 e domenica 18 febbraio il vescovo Ambrogio Spreafico ha fatto visita ad Alatri a due importanti realtà: una, l’ospedale San Benedetto, importante per l’intero territorio diocesano ma anche per quello provinciale, e l’altra – la parrocchia della Fiura – tra le più grandi presenze pastorali della città, con i suoi circa 4.500 abitanti e un territorio che arriva fino ai confini con Veroli e Collepardo.

All’ospedale di Alatri il vescovo è stato accolto dal cappellano, don Alessandro Tannous, e con questi ha celebrato Messa al cambio turno delle 14, così da dare la possibilità a più personale possibile, sia medico che paramedico, di partecipare al rito, insieme ai malati che hanno potuto deambulare fino alla cappella ospedaliera. Spreafico, che ha così voluto suggellare le celebrazioni per la Giornata del malato insieme a quella interdiocesana di Fiuggi di domenica 11 febbraio, nel corso dell’omelia ha ricordato l’importanza di farsi prossimi con i malati e i sofferenti. La solitudine per queste persone è ancora più brutta, ha argomentato il vescovo, e tutti noi siamo chiamati a dare del tempo alle persone, a comunicare con gli altri, a non vivere isolati, in tanti “io” che non producono niente e che, anzi, fanno solo intristire le persone, giovani compresi, tutti intenti solo a pigiare sul telefonino, a chattare, senza curarsi del vicino di casa solo, dell’anziano che non ha nessuno che lo vada a visitare.

Nella mattinata di domenica 18 febbraio, poi, il vescovo è tornato ad Alatri, nella contrada della Fiura e nella sua parrocchia, dedicata a Santa Maria della Mercede. Anche qui, insieme al sindaco Maurizio Cianfrocca,  è stato accolto da don Alessandro Tannous, il sacerdote che, insieme all’ospedale, porta avanti quest0altro compito pastorale. Originario del Libano, 47 anni, don Alessandro ora è anche cittadino italiano ed è parroco a La Fiura dal 2020, dopo aver servito in precedenza la parrocchia di Collepardo. Il vescovo Spreafico ha celebrato la Messa delle 11 e nel corso dell’omelia ha invitato a rapporti sempre più umani, nel segno della fratellanza e non di quelle critiche che servono solo a distruggere l’altro. «C’è bisogno di recuperare una dimensione sempre più umana e di costruire rapporti di armonia, di simpatia, senza star sempre lì a correre da una parte all’altra». Il vescovo ha benedetto anche gli anelli di una coppia di sposi della contrada, Giselda e Loreto, nel 50° di matrimonio e, al termine della Messa, si è intrattenuto a lungo con i fedeli per scambiare due chiacchiere.

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