Venerdì 10 giugno presso l’oratorio “Pier Giorgio Frassati” di Anagni si è tenuta la festa di benvenuto per i giovani ucraini. I ragazzi della parrocchia di Sant’Andrea in Anagni, capitanati dai loro catechisti e con l’aiuto dei sacerdoti responsabili della pastorale, hanno organizzato un incontro per conoscere e stare insieme ai loro coetanei ucraini. Alle 18 i ragazzi si sono ritrovati in oratorio, dando così inizio alla festa con balli e giochi. Dopo la cena insieme alle famiglie ucraine, grazie alla presenza di una interprete c’è stato spazio per le testimonianze, ricche di emozioni e commozione tra tutti i partecipanti. Tante le domande proposte sulle condizioni di vita che gli ucraini stanno vivendo in questo periodo di guerra. I più piccoli hanno voluto sapere come i loro coetanei vivono, domandando soprattutto che realtà si trovano a fronteggiare ora che c’è la guerra. Tra i racconti commossi delle mamme ucraine, il loro disdegno rinnovato per questa lotta che sembra non lasciar loro pace.

Le famiglie presenti ad Anagni sono composte soprattutto da donne e bambini, perché i maschi se maggiorenni sono rimasti a combattere per salvare la loro terra. Un pensiero e una dedica speciale va a chi non c’è più, ai bambini che si sono trovati da un giorno all’altro senza un padre o un nonno. Altre testimonianze hanno riferito di nuclei familiari che abitano in luoghi differenti: alcuni in Russia, altri in Ucraina divisi anche da un pensiero divergente sull’argomento “guerra”. Infatti, i primi sono convinti di poter conquistare i secondi con ogni mezzo, nonostante nelle loro vene scorra lo stesso sangue.

Il ringraziamento commosso è arrivato da queste famiglie che sentono l’Italia come posto sicuro e accogliente, ma presto vorranno tornare a casa per ricostruire un Paese che non c’è più, sia nei posti fisici che in quelli ideali. Per i giovani della parrocchia di Sant’Andrea e per i molti genitori presenti, questa esperienza non verrà dimenticata facilmente, perché in prima persona hanno sentito con le proprie orecchie cosa sta veramente accadendo nel mondo. E allora sarà inutile continuarsi a lamentare per la mancanza di videogiochi se ai loro coetanei manca una casa, ma ancora di più manca la libertà di un vivere quotidiano.

Carlo Cerasaro

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