Una cerimonia semplice ma al tempo stesso molto toccante (come a riprendere il segno della preghiera di San Damiano che spesso riecheggia nelle nostre chieste a mo’ di canzone e che dice “E le cose semplici sono le più belle, sono quelle che alla fine sono le più grandi”) quella che nella mattinata di sabato 18 febbraio ha visto l’inaugurazione di una statua di Emanuele Morganti a Tecchiena Castello, realizzata dallo scultore Stefano Ilvenni. Un luogo e un giorno scelti non a caso: Emanuele avrebbe infatti compiuto 27 anni, anche se mani assassine lo hanno strappato a questa vita quando di anni ne aveva appena 20: e quel parco nella contrada del Castello è lo stesso spazio dove il bambino Emanuele giocava, sorrideva, andava incontro alla vita, ignaro della cattiveria e della malvagità umana che poi avrebbe incontrato in quella maledetta piazzetta del centro di Alatri, sei anni fa. Pensieri che, molto meglio di noi, ha espresso Melissa, la sorella di Emanuele, nel parlare a braccio pochi minuti prima dello scoprimento della statua e della benedizione, impartita da don Giorgio Tagliaferri, parroco della vicina chiesa di Maria Santissima Regina. Tanta la gente presente: i giovani amici di Emanuele, innanzitutto, parenti e amici della contrada, il sindaco Cianfrocca e diversi consiglieri comunali sia di maggioranza che di opposizione, ad ulteriore dimostrazione che davanti a queste vicende non c’è “colore” che tenga.

Melissa Morganti ha avuto anche un dolce pensiero per Thomas Bricca, la cui tragedia – come lei stessa ha ripetuto nei giorni scorsi in alcune interviste – non sembra aver insegnato granché.

Un passaggio è stato dedicato anche all’importanza di recuperare piccoli grandi spazi come il giardino del Castello, peraltro uno dei pochi spazi inclusivi in provincia – se non l’unico – accessibile ai disabili, e in tal senso curato con amore dai genitori e dai ragazzi dell’associazione Insieme di Alatri, con una rappresentanza presente alla cerimonia. Ora c’è l’impegno, assunto dal sindaco, di continuare a curare questo spazio perché sia sempre dignitoso quando un giovane, un adulto, un anziano, passeranno da lì e, guardando la statua di Emanuele a grandezza naturale sorridente sulla panchina, pensino al suo sacrificio e facciano di tutto (ognuno come può: con un saluto, con un abbraccio) per pacificare questa nostra terra.

Igor Traboni

(nelle foto: la benedizione impartita da don Giorgio Tagliaferri e l’abbraccio di Melissa Morganti alla statua del fratello).

il piccolo parco Kennedy che grazie all’associazione Insieme Alatri da anni è anche inclusivo per bambini con disabilità e che dovrà tornare ad essere il fulcro della vita sociale della contrada. Poco dopo lo svelamento che ha suscitato un lungo applauso, c’è stata la benedizione di Don Giorgio che ha plaudito alla tenacia della sorella di Emanuele nel portare avanti lo stimolo a non dimenticare. A conclusione è stato il momento dei ringraziamenti allo scultore Stefano Ilvenni di Benevento. Il riferimento a Thomas e alla sua tragedia solo nelle parole di Melissa e del sindaco di Alatri che hanno espresso vicinanza alle famiglie del giovane.

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