“Parrocchie in comunione con Maria”: il ricavato delle feste per realizzare una struttura per anziani e disabili

Una struttura a servizio dei disabili e degli anziani verrà realizzata grazie anche a parte dei ricavati delle feste patronali delle “parrocchie in comunione con Maria”, ovvero dell’unità pastorale che comprende le comunità di Mole Bisleti, Laguccio, Pignano, Sant’Emidio e Basciano. Si tratta di una iniziativa «che ci permetterà di vivere le feste in maniera autentica, ravvivando il dono di Dio nelle nostre vite», ha scritto il parroco don Luca Fanfarillo in una lettera aperta a tutti i parrocchiani, pubblicata integralmente anche sul sito della diocesi, ricordando anche che tutto muove anche dall’invito di papa Francesco «a un impegno concreto verso le situazioni di svantaggio». Tanto più in questo Giubileo «anno di Grazia per tutti noi, un momento prezioso di profonda riflessione e riconciliazione con Dio e con i fratelli. Le nostre feste patronali – aggiunge il parroco – saranno un’opportunità per riscoprire la fede e sentirci parte attiva della comunità». Ma ecco IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA scritta dal parroco e che contiene anche il calendario delle feste patronali delle varie contrade: “Carissimi parrocchiani e amici delle parrocchie.incomunioneconMaria, in questo Anno Santo del 2025, mentre celebriamo il Giubileo della Speranza, desidero raggiungere ciascuno di voi attraverso queste parole in occasione delle nostre Feste Patronali. Il Giubileo rappresenta un anno di Grazia per tutti noi, un momento prezioso di profonda riflessione e riconciliazione con Dio e con i fratelli. Le nostre Feste Patronali saranno un’opportunità per riscoprire la fede e sentirci parte attiva della Comunità. Queste celebrazioni hanno il compito essenziale di annunciare Gesù, pertanto, saranno vissute con maggiore sobrietà e spirito religioso. Il programma religioso avrà un ruolo centrale, ma queste feste saranno anche momenti di incontro fraterno e amicizia nella semplicità. Queste le date delle nostre Feste Patronali: – Festa del Sacro Cuore a Laguccio: 29 giugno – Festa di Sant’Emidio: 10 agosto – Festa della Madonna del Rosario a Mole: 7 settembre – Festa di Maria Santissima Addolorata a Pignano: 21 settembre – Festa di San Francesco a Basciano: 4 ottobre Alcuni parrocchiani passeranno nelle famiglie per raccogliere un’offerta libera. Quest’anno, seguendo l’invito di Papa Francesco che ci incoraggia a un impegno concreto verso le situazioni di svantaggio, come Comunità cristiana abbiamo deciso di destinare parte del ricavato delle feste al progetto proposto dalla Comunità Servizio di Mole Bisleti. Tale progetto mira alla realizzazione di una struttura per l’accoglienza di disabili e anziani delle nostre zone, un’iniziativa che ci permetterà di vivere le feste in maniera autentica, ravvivando il dono di Dio nelle nostre vite. Uniti nel cuore, preghiamo affinché i nostri Santi Patroni ci benedicano e ci guidino sempre nel cammino di fede. Don Luca”.
Il vescovo Ambrogio ai pellegrini della Santissima: «Siate pacifici e pacificatori»

In occasione della festa della Santissima Trinità, nel tardo pomeriggio di sabato 14 giugno il vescovo Ambrogio Spreafico ha presieduto la celebrazione eucaristica al santuario di Vallepietra, davanti ad un migliaio di fedeli, rappresentanza dei circa ottomila che nello scorso fine settimana sono saliti fino agli oltre mille metri del sacro speco, a volte anche con un pellegrinaggio di più giorni a piedi, soprattutto dalle province di Frosinone, Roma e Latina e dal confinante Abruzzo. Pellegrini che il vescovo ha salutato all’inizio della Messa, ringraziandoli per la partecipazione a questa «festa di comunione di vita e di amore tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo, perché il Signore si occupa di noi e ci insegna ad occuparci degli altri e non solo di noi stessi, come invece spesso si fa nella vita». Nel corso dell’omelia, il vescovo di Anagni-Alatri ha subito ripreso proprio il concetto iniziale, dicendo tra l’altro: «La Trinità ci mostra una cosa molto bella: il vivere gli uni per gli altri e con gli altri. Così ha voluto Dio Padre, con il Figlio e lo Spirito Santo, per questo noi ascoltiamo la sua Parola, questa Parola che nella vita della Chiesa è accompagnata dallo Spirito che anima la vita. Ma per vivere in comunione bisogna che la Parola si ascolti. Uno dei grandi problemi del mondo di oggi e che noi non ci ascoltiamo, ognuno si fa gli affari suoi, e quando uno ti vuol parlare, rispondiamo: stringi, che ho da fare. Le famiglie a tavola, a casa, invece di ascoltarsi chattano con il telefonino, qualche volta perfino a Messa ci sono persone che rispondono ai messaggi. Ma così non viviamo bene perché non ci ascoltiamo. Come fai a voler bene ad una persona se non la ascolti, se non capisci chi è, se non ascolti i suoi dolori, le fatiche, le speranze, le attese? Se quando vedi un tuo amico con la faccia un po’ triste ma non gli chiedi cosa ha?». Monsignor Spreafico ha quindi rimarcato l’importanza «della comunione e dell’ascolto: la comunione d’amore si vive ascoltandoci, parlandoci, nella pazienza di capire che in ognuno di noi c’è il bisogno di essere amato», con l’attenzione anche nelle piccole cose: «Se un tuo amico compie gli anni chiamalo, non mandargli solo un messaggio; altrimenti, dov’è l’amicizia, la relazione? Come si fa a far crescere i giovani se non li ascoltiamo, se non proviamo a capire cosa hanno dentro?». Rifacendosi alla prima lettura del giorno, Spreafico ha quindi riecheggiato la bellezza del luogo in cui sorge il santuario della Santissima Trinità «ma tante volte sappiamo capire la bellezza in cui viviamo, come ad esempio abbiamo ridotto male la Valle del Sacco per il denaro, l’affarismo, la corruzione». E qui il vescovo ha ricordato, tracciandone l’esempio, la figura di Floribert Bwana Chui, beatificato domenica 15 giugno (cerimonia cui Spreafico ha preso parte), giovane congolese funzionario doganale e volontario della Comunità di Sant’Egidio che non si fece corrompere a motivo della sua Fede e che per questo fu torturato e ucciso: «Si resiste con il Vangelo e l’amore, l’unica vittoria è l’amore, il resto è perdita: questa è la verità della vita che la Trinità ci dice; se volete essere felici prendetevi cura gli uni degli altri, chi pensa solo a se stesso non sarà mai contento, avrà sempre da lamentarsi, da ridire. Vuoi essere felice? Allora occupati di qualcuno, vai a trovare un vecchio solo nelle Rsa, fai l’elemosina se te la chiedono. Prendetevi cura della vita e di tutti, con rispetto, perché la Trinità ha impresso l’immagine di Dio in ognuno di noi, anche in chi ha fatto il male e che noi dobbiamo aiutare a capire che c’è del bene anche in lui». Il vescovo ha poi esortato a seguire lo Spirito di Dio «che ci deve rianimare, aiutare a cambiare pensieri e sentimenti che talvolta ci portano lontano dagli altri; lo Spirito è speranza. Non dire: ma io cosa posso fare se sono vecchio, se non ho tempo? No, tu puoi essere uomo e donna dello Spirito, aiutare gli altri, vivere in armonia. Questa non è solo una festa bella ma qualcosa c he ci fa vivere, sperare, essere protagonisti del bene per cambiare il mondo e noi stessi. Non cedete mai alla discordia, all’inimicizia: siate pacifici e pacificatori», è stato l’augurio finale rivolto ai tanti pellegrini. E lo straordinario tributo di fede è stato rimarcato anche da don Alberto Ponzi, rettore della Santissima Trinità e presenza instancabile per le migliaia di pellegrini che da maggio a ottobre salgono al monte di Vallepietra.
Santuario di Vallepietra in festa per la Santissima Trinità

Il santuario diocesano di Vallepietra si appresta a festeggiare la Santissima Trinità, titolo cui è dedicato – tra i pochi in Italia e in Europa, questo sacro speco. Il tutto si articolerà nel fine settimana del 14 e 15 giugno. Questo il programma nel dettaglio, a cominciare da sabato 14 giugno: inizio delle celebrazioni alle 7 e andranno avanti fino alle 12.30; alle 17 la Messa e alle 18 la solenne celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo diocesano Ambrogio Spreafico; alle 23 la suggestiva Messa in notturna. Domenica 15 giugno la Messa dell’alba verrà celebrata alle 5; alle 6 la caratteristica rappresentazione del “pianto delle zitelle”. Per quanto concerne il paese di Vallepietra, sabato 14 giugno si celebreranno due Messe nella chiesa parrocchiale, alle 17 e alle 18.30. Alle 20.30 la processione per le strade del paese, con la partecipazione delle “compagnie”. Ricordiamo che nel mese di giugno il santuario è aperto tutti i giorni, dalle 8 alle 17. La Messa nei giorni feriali viene celebrata alle 10.30, mentre nei giorni festivi le Messe vengono celebrate alle 8-9-10-11-12 e 15.30. Ci sono sempre a disposizione dei sacerdoti per accostarsi al sacramento della Riconciliazione, nell’apposita area al coperto: nei giorni feriali dalle 9 alle 10.30 e nei festivi dalle 8 alle 12. Nella cappella del Santissimo Sacramento c’è inoltre la possibilità dell’adorazione eucaristica. Saranno questi i giorni di maggiore affluenza al santuario di Vallepietra, anche quest’anno meta incessante di pellegrini e fedeli anche dalle province e dalle regioni circostanti, spesso a piedi dopo giorni e giorni di cammino. Si raccomanda sempre, per motivi di sicurezza, di rispettare le delimitazioni dei passaggi pedonali debitamente indicati. E’ previsto anche un servizio navetta dal parcheggio al santuario, per disabili e persone anziane, le cui modalità di utilizzo sono riportate sui social del Comune di Vallepietra.
La Confraternita di Vallepietra al Giubileo: il culto della Santissima per le strade di Roma e nei cuori del mondo

Anche la Confraternita della Santissima Trinità di Vallepietra ha partecipato, nello scorso fine settimana, al Giubileo delle Confraternite che si è tenuto a Roma, vivendolo nell’accezione più piena del significato, ovvero come un’esperienza di fede e comunione. Lasciamo però che sia Paolo De Santis, Priore della Confraternita, a raccontare quanto avvenuto e vissuto a Roma, ringraziandolo per questo prezioso contributo, pubblicato anche sulle pagine social della Confraternita: «Il 17 maggio 2025 resterà una data impressa nei cuori dei confratelli e delle consorelle della Confraternita della Santissima Trinità. In occasione del Giubileo delle Confraternite, abbiamo avuto l’onore e la responsabilità di rappresentare tutte le compagnie legate al culto della Trinità, partecipando alla solenne processione a Roma. Fin dalle prime ore del mattino, la Capitale è stata invasa da migliaia di confraternite provenienti da ogni parte del mondo: una moltitudine di mantelli colorati, stendardi, simboli sacri, tradizioni e accenti diversi, tutti uniti sotto il segno della fede. Il nostro stendardo ha sfilato con orgoglio lungo le vie romane, portando con sé il cuore del Santuario della Santissima Trinità di Vallepietra, un luogo che per tanti è casa spirituale e simbolo di identità religiosa. È stato sorprendente e commovente constatare quante persone, anche straniere, conoscessero il nostro Santuario. In tantissimi si sono avvicinati per chiedere informazioni, scattare una foto con lo stendardo, condividere un ricordo o semplicemente per ringraziare. L’affetto e la curiosità della gente ci hanno profondamente toccato, confermando quanto il nostro Santuario sia un vero patrimonio immateriale, non solo per Vallepietra, ma per l’intera comunità dei fedeli. Intonare l’inno della Trinità per le strade di Roma, e vedere confraternite di altri Paesi – persino non italiane – unirsi al nostro canto è stato uno dei momenti più toccanti della giornata. Un’emozione che difficilmente potrà essere espressa a parole. Abbiamo camminato con fede e devozione fino al Circo Massimo, luogo in cui i due cortei principali si sono incontrati, dando vita a un mosaico straordinario di culture religiose. Particolarmente suggestiva la presenza delle confraternite spagnole, con le imponenti statue della “Semana Santa”, come la Madonna della Esperanza di Malaga, portata da 270 uomini e pesante oltre cinque tonnellate. Un trionfo di fede popolare che ha lasciato senza parole turisti e pellegrini. La nostra presenza alla processione non è stata solo un momento celebrativo, ma un segno concreto di appartenenza, di testimonianza viva e di apertura verso il mondo. Abbiamo stretto nuove amicizie, conosciuto realtà diverse, condiviso esperienze e ampliato i nostri orizzonti spirituali e culturali. Essere a Roma con il nostro stendardo è stato un onore indescrivibile. Abbiamo sentito il calore della gente, l’attenzione sincera verso il nostro Santuario e la forza della nostra fede condivisa. Sfilare tra migliaia di confraternite, vedere persone commuoversi al nostro passaggio, sentirsi parte di qualcosa di grande… sono emozioni che non dimenticheremo mai. La Trinità ci guida e ci unisce, oggi più che mai. Tornati a casa, portiamo con noi non solo l’orgoglio di aver rappresentato Vallepietra e il suo Santuario, ma soprattutto la consapevolezza di far parte di una Chiesa viva, radicata nella storia e proiettata verso il futuro, unita nella fede e nella speranza.
Il vescovo Spreafico e Tecchiena Castello su Tv2000

Mercoledì 21 maggio il vescovo di Anagni-Alatri, monsignor Ambrogio Spreafico, sarà ospite della trasmissione di Tv2000 “In cammino”, in onda alle 19.30 circa, subito dopo la conclusione della Messa. La trasmissione intende seguire il cammino della Chiesa italiana, offrendo spazi di racconto, confronto e dialogo, per condividere le esperienze diocesane più interessanti e approfondire i processi innovativi delle Chiese locali. E proprio su queste direttrici interverrà Spreafico, ovvero sul valore e il significato delle comunità, anche delle più piccole, muovendo dalla celebrazione per i 30 anni della chiesa di Tecchiena Castello, presenziata proprio dal vescovo di Anagni-Alatri il 4 maggio scorso; in trasmissione si parlerà anche dell’apertura di una nuova chiesa a La Loggia (Torino): entrambe le esperienze, in un tempo segnato da sfide pastorali complesse, si presentano come “segno di speranza” per una comunità, perché una Chiesa non è solo un luogo di culto, ma un simbolo vivo di corresponsabilità e partecipazione. Il programma verrà trasmesso anche dalle radio del circuito “In Blu” e si potrà rivedere scaricando l’app Play TV2000. Insieme al vescovo Ambrogio interverrà anche monsignor Alessandro Giraudo, vescovo ausiliare dell’arcidiocesi di Torino. di Igor Traboni
Torre Cajetani ha festeggiato San Michele Arcangelo

Giovedì 8 maggio la comunità di Torre Cajetani ha festeggiato San Michele Arcangelo, patrono del paese. Il programma religioso ha visto la celebrazione della Messa nella chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta, presieduta dal vicario generale della diocesi, monsignor Alberto Ponzi, e concelebrata dal parroco, don Rosario Vitagliano. Alle 12 la supplica alla Madonna di Pompei e a seguire, prima della tradizionale processione per le strade del paese, c’è stata la benedizione del nuovo stendardo della Santissima Trinità, realizzato grazie alle offerte dei fedeli e della comunità parrocchiale, a rinnovare l’antica affezione del popolo tutto di Torre Cajetani verso il santuario di Vallepietra, da molti ogni anno raggiunto con un pellegrinaggio a piedi. «Desideriamo lasciarsi interpellare dalla figura di San Michele – ha detto tra l’altro don Alberto Ponzi nel corso dell’omelia – servitore e adoratore dell’unico Dio, vivo e vero. Michele è il campione del primato di Dio, non c’è nessuno pari a Dio o che possa sostituirlo. Chi è come Dio in un mondo dove si moltiplicano prepotenza e violenza?» Ma come cristiani abbiamo una risposta: Gesù che, ha aggiunto don Ponzi «è la nostra vittoria, la nostra possibilità di vivere, di aiutarci a sostenerci, lasciandoci guidare dalla Sua Parola, facendoci indicare la strada e le scelte di ogni giorno, anche quelle piccole. Per questo siamo qui insieme, abbiamo bisogno di ritrovare la gioia di essere popolo, comunità radunata attorno al Signore, sorelle e fratelli che si scoprono vicini e amici. L’Arcangelo Michele ci proteggerà e ci sarà d’aiuto, ma noi dobbiamo lasciarci aiutare e non fare sempre di testa nostra». (foto Nicola Paoloni)
La “Madonna di Vico” è tornata a casa dopo il restauro

La “Madonna di Vico”, così come viene comunemente chiamata la statua appartenente al gruppo di quelle lignee medievali realizzate nelle botteghe di area laziale tra il XII secolo e i primi decenni di quello successivo, è tornata a Vico nel Lazio, di nuovo incastonata nella chiesa di San Martino, uno dei gioielli di questo paese che a sua volta è scrigno di arte, storia e fede e non a caso conosciuto come “la Carcassone del Lazio”. Nel pomeriggio di giovedì 8 maggio è stato infatti presentato il restauro della statua, reso possibile dai fondi dell’8xmille alla Chiesa Cattolica, in una breve ma suggestiva cerimonia a cura dell’Ufficio per i Beni culturali ecclesiastici e l’Edilizia di culto della diocesi di Anagni-Alatri e della Confraternita Orazione e Morte della parrocchia di San Michele. E’ intervenuto il vescovo Ambrogio Spreafico (che ha poi celebrato la Messa, peraltro in un clima di profonda commozione perché c’era appena stata la fumata bianca per l’elezione del nuovo pontefice) esprimendo tutto il suo vivo compiacimento per il restauro, così come per l’azione dei carabinieri del Nucleo artistico che per ben due volte hanno ritrovato la statua, dopo altrettanti furti. «Maria ci indica la strada – ha detto poi Spreafico cogliendo a pieno alcune delle evocazioni suggerite dalla statua – perché oggi invece ci si perde facilmente. Maria ci invita ad andare da Gesù, attraverso di Lei». Dal vescovo anche un plauso alla comunità di Vico, a cui ha anche assegnato un compito: «Coinvolgete di più i giovani, con il vostro esempio di solidarietà e generosità». Un breve saluto è stato poi portato da Federica Romiti, responsabile dell’Ufficio diocesano Beni culturali ed Edilizia di culto, che ha comunicato come il restauro della “Madonna di Vico” è stato poi inserito nel programma della giornata di sabato 10 maggio di un seminario tenutosi a Modena e dedicato alla presentazione delle iniziative speciali promosse per il Giubileo 2025. Un saluto ad ospiti e presenti anche da parte del parroco don Giggino Battisti, visibilmente – e per sua stessa ammissione – molto emozionato per l’evento. Sono quindi seguiti alcuni interventi “tecnici”, tanto brevi quanto incisivi e con il merito di non scadere nei soliti saluti stereotipati. Così Alessandro Betori, Soprintendente per i beni archeologici delle province di Frosinone e Latina, a sottolineare come l’arte si coniuga con quelle forme di pietà e devozione «molto vive in paesi come Vico nel Lazio, dove prima non ero mai stato e che ho trovato molto bello». Bellezza che rifulge anche in questa «opera eccelsa, anche nel gesto del Bambino che acclama verso la Vergine e quella umanità che Egli ha voluto incarnare». Betori non ha ppoi potuto fare a meno, così come gli altri ospiti, di sottolineare il fatto che per ora la statua è giocoforza ingabbiata dietro alcune griglie in ferro «simbolo della barbarie del nostro tempo», per quanto ingentilite dall’apposizione del simbolo mariano della rosa, per via dei furti di cui si è detto. Non solo un mero lavoro di restauro, ma «anche partecipazione e trasporto» verso questa opera, per molti versi simile alla Madonna di Costantinopoli conservata in Santa Maria Maggiore, ad Alatri, ha rimarcato Lorenzo Riccardi, funzionario storico dell’arte della Soprintendenza. Con fare affabulatorio, Riccardi ha ricordato che la statua venne restaurata già nel 1941 e che a pagarne le spese di trasporto verso Alatri e poi per Roma fu proprio la Confraternita. E ancora: mentre la statua di Vico andava verso Roma, il percorso inverso lo fece il camioncino di Nicola Cece, fratello del parroco di allora, che andava a riprendere la statua della Madonna di Costantinopoli anch’essa restaurata nella Città Eterna. Dal canto suo, la restauratrice Arianna Ercolani, facente parte di un gruppo di lavoro «con un insieme di responsabilità e competenze perché le opere continuino ad esserci nel tempo», ringraziando altresì la comunità di Vico per il calore dell’ospitalità (che peraltro abbiamo avuto modo di saggiare di persona con un piacevole banchetto allestito al termine della cerimonia) e raccontando di come un signore del posto, mentre portavano via la statua per il restauro, le si era raccomandato così: “Non la trattate solo come un pezzo di legno”; la Ercolani ha poi chiosato con l’ulteriore bellezza dello svelamento della statua di Maria proprio nel giorno della festa della mamma
Anagni festeggia la Madonna del Buon Consiglio e il Giubileo dei Caracciolini

Fine settimana di eventi per la parrocchia di San Giovanni de Duce di Anagni che, come da tradizione, festeggia la sua patrona: la Madonna del Buon Consiglio. Quest’anno i festeggiamenti assumono una connotazione particolare: sono inseriti nel Giubileo dei Caracciolini, ovvero 300 anni di presenza dei sacerdoti caracciolini presenti stabilmente nella parrocchia di San Giovanni ad Anagni. L’inizio dei festeggiamenti è fissato per giovedì 8 maggio alle 17, con il triduo in onore della Madonna del Buon Consiglio in chiesa, a cura di padre Raffaele Mandolesi, crm, triduo che durerà fino a sabato sempre allo stesso orario. Sempre l’8 maggio, alle 19, si svolgerà in chiesa l’oratorio dei bambini del catechismo, con una rappresentazione teatrale. Inoltre, tutti i giorni ci sarà la celebrazione eucaristica alle ore 18.00. Sabato 10 maggio dopo la celebrazione delle 18, si terrà la tradizionale processione per le vie della città, accompagnata dalla banda musicale dell’Associazione Musicale Anagnina diretta dal Maestro Roberto Mattioli. Domenica 11 maggio, la celebrazione si svolgerà in chiesa alle ore 10.30, e successivamente all’aperto, in piazza Dante, alle ore 18.30 , presieduta dal vescovo di Anagni-Alatri e Frosinone-Veroli-Ferentino monsignor Ambrogio Spreafico. Di pari passo il programma civile: venerdì 9 maggio spettacolo teatrale comico del TRIO SPA alle ore 21.00 in piazza Dante, sabato 10 maggio alla stessa ora serata danzante a cura della scuola “Arte del Movimento” di Eleonora Pirelli in collaborazione con Alain Sosa, ballerino di salsa proveniente da Cuba. Domenica 11 maggio alle ore 21.00, sempre in piazza Dante, spettacolo teatrale della compagnia “Acta est fabula”. Da giovedì sarà disponibile anche la pesca di beneficenza, con premi ed estrazioni anche per i più piccoli. Nelle serate degli spettacoli sarà, invece, disponibile uno stand gastronomico con primi, panini e bibite a cura della parrocchia. Anche quest’anno la parrocchia di San Giovanni si mostra attiva nella sua missione pastorale, grazie al supporto del parroco padre Florent Kasai, crm.
Tecchiena Castello: 30 anni di chiesa e di una comunità autentica

Qualche tempo fa, mentre intervistavo un alto prelato e cercavo argomenti… alti, questi mi mise ko così: «Guardi, la vitalità della Chiesa è data dalle piccole parrocchie dei paesi, delle campagne, dove la gente aspetta la domenica come il giorno più bello della settimana, dove magari ci si mette ancora il vestito buono per andare a Messa e dopo ci si ferma sul sagrato per chiacchierare e salutarsi con un abbraccio. E’ lì che c’è una Fede semplice ma autentica». Parole che mi sono tornate in mente non appena ho saputo che la parrocchia di Tecchiena Castello si appresta a celebrare – ma anche a festeggiare nel migliore dei modi – i 30 anni di consacrazione della chiesa. Lo so, non si dovrebbe scendere troppo sul personale quando si scrive un articolo, ma stavolta faccio uno strappo alla regola, anche per cercare di raccontare qualcosa che conosco, dopo che le vicissitudini della vita – il Covid e la contemporanea malattia e poi la morte di mia moglie – mi hanno portato a frequentare da alcuni anni anche la chiesa di Tecchiena Castello. E sono rimasto subito piacevolmente sorpreso da una comunità accogliente: senza tanti fronzoli, senza chiederti chi sei o non sei, ma con un calore umano che, come diceva quel prelato, è il vivere la Fede nel concreto, con le “opere”. Anche quelle dell’amicizia, merce rara di questi tempi ma sempre più necessaria, come ama ripetere spesso il nostro vescovo Ambrogio. Scusate ancora, ma ho un altro flash personale: qualche domenica fa, a Messa mi si è seduto accanto un anziano che, ogni volta che il coro intonava i canti, batteva i piedi al ritmo della musica e cantava anche lui. In verità, non ha indovinato le parole di nessun canto, ma era contento, allegro, e al canto finale si è girato verso di me, ma rivolto ai cantori: «Ma che bravi, che bella la Messa così!». Ecco, in queste comunità c’è la cura del canto, come delle altre parti della liturgia. Come pure la contentezza e l’allegria (e un po’ di trepidazione) dei bambini che si vestono per fare da chierichetti. E capisci che le catechiste/educatrici hanno trasmesso loro questa gioia. Ed è quella gioia, talvolta espressa anche pubblicamente a parole, che ritrovi nel parroco don Giorgio che vedi davvero lieto di presiedere assemblee domenicali così… liete. Come pure è un servizio fatto con il sorriso, per dirne un’altra, anche quello apparentemente banale di passare il cestino della questua. O tagliare l’erba del piazzale. O preparare i Sepolcri in maniera sempre nuova e profonda. O accompagnando i bambini a trovare anziani e malati, portando loro una carezza e un panettone. E tante altre cose ancora, con la contentezza e l’allegria che esplodono nella settimana di festa patronale, in estate. Con tutto il senso della comunità che sa di essere Chiesa anche in questo modo: c’è gente che prende le ferie, e le spende così, per rinchiudersi in un gabbiotto a friggere le patatine. E non te l’ha mica ordinato il dottore di star dietro alla griglia delle salsicce fino all’una di notte mentre gli altri ballano e si divertono. E non mi pare un caso – o se è così, è indovinatissimo – che sul manifesto del programma dei 30 anni compaia il versetto di Matteo “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro”. Certo, queste scene di Tecchiena Castello si ripetono in altre comunità della nostra Chiesa locale e di tante altre diocesi, ma per questo credo sia bello – e giusto, e importante, e prezioso – provare a raccontarle per far sapere che ci sono. Magari il vestito buono della domenica oramai non si usa più, ma due chiacchiere e i saluti sul sagrato quelli sì (compresa per alcuni di noi la piacevole appendice di un buon caffè al bar!). A questo punto, fatte salve le mie inutili parole, resta la sostanza del programma delle celebrazioni: sabato 3 maggio, alle 18.30, concerto del Coro Ernico Città di Alatri, diretto dal Maestro Antonio D’Antò. Domenica 4 maggio, alle 18, celebrazione eucaristica presieduta da monsignor Alberto Ponzi, vicario generale della diocesi, e concelebrata dal parroco don Giorgio Tagliaferri e dai sacerdoti che si sono succeduti nella cura pastorale della chiesa dedicata a Maria Santissima Regina: don Marino Pietrogiacomi (primo storico, amatissimo parroco), don Edoardo Pomponi, don Antonio Castagnacci, don Luca Fanfarillo, don Fabio Massimo Tagliaferri. Dopo la Messa, ci sarà la benedizione della Croce a ricordo di questo 30° anniversario e quindi un momento conviviale offerto a tutti i presenti. Igor Traboni
Riapre il santuario della Santissima Trinità, anche come chiesa giubilare

Giovedì 1° maggio riapre ai fedeli il santuario diocesano della Santissima Trinità di Vallepietra, dopo la lunga pausa invernale iniziata il 2 novembre 2024, necessaria -come ogni anno – perché accedere al sacro speco nei mesi più freddi è difficile e pericoloso a causa della strada spesso innevata e di frequente ghiacciata. Questa stagione di fede al santuario di Vallepietra, uno dei pochi in Italia e in tutta Europa dedicato alla Santissima Trinità, si caratterizza per un’importante novità: sarà infatti chiesa giubilare, nell’ambito del Giubileo 2025, così come fortemente voluto e reso noto nei mesi scorsi dal vescovo Ambrogio Spreafico. Lo stesso vescovo Spreafico, impossibilitato a partecipare alla celebrazione per la riapertura per altri impegni pastorali, ha comunque assicurato la sua presenza alla festa della Santissima Trinità, nel mese di giugno. Per quanto riguarda in particolare la giornata del primo maggio, il programma prevede la cerimonia di apertura del Giubileo al santuario alle 9.30, presieduta da monsignor Lorenzo Loppa, vescovo emerito di Anagni-Alatri: a seguire, alle 10.30, la solenne celebrazione eucaristica, concelebrata dal vescovo Loppa con il vicario diocesano generale, monsignor Alberto Ponzi, e da alcuni dei sacerdoti e religiosi che si alterneranno al santuario per tutti i mesi estivi per accogliere i pellegrini, celebrare le Messe e il sacramento della Riconciliazione. Alle 11.45 verrà poi celebrata un’altra Messa. Per tutto il mese di maggio sono poi previste Messe festive alle 9-10.30 e 12, con possibilità di confessarsi nelle stesse mattinate. Il santuario resterà aperto dalle 8 alle 16. A giugno, invece, il santuario resterà aperto ogni giorno fino alle 17 e verrà celebrata anche una Messa feriale, alle 10.30, mentre le Messe festive sono previste ogni ora, dalle 8 alle 12 e al pomeriggio alle 15.30. I confessori saranno a disposizione dei fedeli sia nei giorni feriali che alla domenica. Si raccomanda ai fedeli di seguire sempre le indicazioni per la sicurezza, con i percorsi ben tracciati e con l’area di sicurezza estesa anche alla zona delle attività commerciali oltre la grande chiesa all’aperto. Il rettore mons. Alberto Ponzi, durante la riunione con i capi Compagnie tenutasi il il 27 aprile scorso a Fiuggi, ha dato una serie di comunicazioni, dando dapprima la parola al vicepresidente dell’associazione di Ara Antica che ha presentato il progetto “Restare per Raccontare” condiviso con l’associazione don Salvatore Mercuri e l’Oasi Felice di Vallepietra: il progetto ha lo scopo di far riscoprire i segni del pellegrinaggio a piedi al Santuario. Quest’anno per motivi di sicurezza non sarà possibile dormire al Santuario né nei giorni normali e soprattutto nei giorni della festa della Santissima Trinità e di Sant’Anna. Dal 1° maggio sarà disponibile la navetta per i disabili e le persone in difficoltà e quest’anno il servizio verrà gestito dalla cooperativa del Comune di Vallepietra; si raccomanda di avere pazienza soprattutto nei giorni festivi, il sabato e la domenica in quanto ci può essere maggior afflusso di pellegrini su al santuario. Sono state comunicate le date dei raduni delle Compagnie del 2025: 11 maggio Forcella di Pescosolido; 6 luglio Vallecorsa; 24 agosto Trasacco; 6 settembre Paliano; 13 settembre Rocca Sinibalda.