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Chiese e liturgia: lavoro di squadra e tanti riconoscimenti

5 Marzo 2024

Chiese e liturgia: lavoro di squadra e tanti riconoscimenti

Dalla progettazione del Centro pastorale di Fiuggi e della chiesa di Santa Maria della Mercede nella frazione La Fiura di Alatri all’adeguamento liturgico della chiesa parrocchiale della Santa Famiglia, sempre ad Alatri, sono già diversi i lavori in ambito liturgico-ecclesiale portati avanti dall’equipe di professionisti che fanno capo allo studio di architettura “M+M” di Fiuggi, unitamente ad altri colleghi e artisti e alla consulenza liturgica di un sacerdote. Proprio questo gruppo di lavoro ha ora conseguito un altro brillante risultato, classificandosi secondo, e ottenendo così una menzione speciale, al concorso di progettazione dell’adeguamento liturgico della Cattedrale di Acireale, splendido esempio di architettura composita la cui costruzione iniziò nel XVII secolo e che oggi troneggia al centro della città siciliana.

Del gruppo di lavoro in questione hanno fatto parte gli architetti Laura Meloni (coordinatrice), Marco Mariani ed Emanuela Restante, tutti di Fiuggi; don Maurizio Mariani, del clero della diocesi di Anagni-Alatri, come esperto liturgista; gli artisti Caterina Magri, di Fiuggi, e Federico Giampaolo, di Carpineto Romano. Nei giorni scorsi alcuni rappresentanti di questa equipe sono stati premiati direttamente ad Acireale e dalle mani del vescovo della diocesi, e presidente della Conferenza episcopale siciliana, monsignor Antonino Raspanti.

Questa la motivazione della menzione speciale: “Per l’armonia compositiva dei vari elementi e qualità artistica dei luoghi liturgici. Apprezzamento per la scelta delle lavorazioni e per il modo di accostare tra loro i materiali della pietra e dell’oro, nonché per le cromie proposte, coerenti con il contesto della Cattedrale”.

Più nel dettaglio c’è da dire che l’intervento di adeguamento liturgico è stato concepito con l’obiettivo di rendere l’assemblea attiva e partecipante, estendendo l’area del presbiterio, in basso, verso il transetto. L’idea consiste nella realizzazione di un bema rialzato due gradini dalla quota dell’assemblea, in pietra pece grigia sul quale posizionare il nuovo altare. Da qui si scende verso l’ambone posto sul piano dell’assemblea tra la meridiana e il nuovo presbiterio. La cattedra è portata a stretto contatto con l’assemblea, in diagonale con l’ambone a lato dell’altare. Tutti i fuochi sono progettati in pietra pece nera, pensati in continuità con il territorio etneo. In tal senso esprimono un simbolismo immediato ed evocativo. Cristo è luce, l’altare, in pietra pece nera locale, è terra squarciata dal fuoco che esce dalle tenebre così come il Cristo Risorto è potenza della vita di Dio che vince la morte. L’ambone, con lo stesso linguaggio dell’altare, vuole esprimere la medesima forza che la risurrezione di Gesù, annunciata nella Parola, porta nel mondo. Infine la cattedra. Anch’essa riprende il tema della roccia squarciata ma aggiunge un “vuoto” che permette di guardare oltre. Questo spazio segnato dall’oro del fuoco resta aperto verso l’Oltre, a significare che la vera presidenza della comunità è quella di Cristo.

(nella foto, un momento della consegna della menzione ad Acireale)

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