Accessibile, inclusivo: basterebbero questi due aggettivi per descrivere i continui miglioramenti in atto per il MuCA, il Museo della Cattedrale di Anagni, anche alla luce della presentazione, avvenuta venerdì 19 maggio, della nuova app per entrare sempre più, e sempre meglio in questo scrigno di arte, storia e fede. E non a caso sono proprio gli aggettivi che usa Claudia Coladarci, curatrice del MuCA, a margine della presentazione dell’app, tenutasi alla presenza tra gli altri dei membri del Capitolo della Basilica Cattedrale di Anagni: «Siamo riusciti a rendere il museo della Cattedrale completamente accessibile, ora il nostro scopo è quello di renderlo sempre più inclusivo».

Prosegue così in maniera intensa il lavoro che la Coladarci, insieme a tutto il personale e ai collaboratori del MuCA, sta portando avanti da anni per permettere ad un numero sempre maggiore di utenti di accedere e di godere del patrimonio che secoli di storia anagnina hanno lasciato.

D’altro canto, anche la panoramica globale dei musei si sta evolvendo e oggi queste strutture sono chiamate ad assumersi un ruolo di responsabilità nei confronti della società, non solo come luoghi di conservazione, valorizzazione e promozione del proprio patrimonio, ma anche come luoghi di cultura che partecipano attivamente alle dinamiche della comunità e del territorio in cui sono inseriti.

Inoltre – e qui torniamo all’assunto introduttivo – i musei sono chiamati ad essere dalla società contemporanea, oggi molto più attenta che in passato alle esigenze di tutti, non solo accessibili, ma pure inclusivi.

Anche perché, per dirla tutta, non sempre un museo accessibile è anche inclusivo. Ad Anagni, invece, è proprio quello che si sta mettendo in atto, da otto anni a questa parte. Già da tempo, ad esempio, è consentito l’accesso a tutti grazie all’introduzione di un montascale mobile a supporto dei diversamente abili; da qualche anno, inoltre, il MuCA si impegna, in collaborazione con la società Koi-strategie digitali, a mettere a disposizione di tutti una app audioguida gratuita destinata a diverse categorie di utenti. Quando venne introdotta, nel 2018, fu una scelta pioneristica per il territorio, ma ora sta prendendo sempre più piede in ambito museale. L’App viene scaricata sui dispositivi degli utenti (esiste anche la versione web), in maniera gratuita e senza richiedere l’uso di mezzi inquinanti e poco igienici. Portando con sé i propri auricolari e usufruendo della wifi gratuita, la visita del museo risulta più agevole e completa.

Durante il periodo di pandemia appena trascorso, la scelta del MuCA si è rivelata vincente. In un primo momento disponibile in doppia lingua – italiano e inglese – oggi si arricchisce di nuove tracce audio (spagnolo, francese e tedesco), di video in Lis per non udenti e di racconti divertenti per i più piccoli. E va sottolineato anche quest’ultimo aspetto, perché accessibile e inclusivo riguarda anche gli uomini e le donne di domani, che così vengono accompagnati ad innamorarsi di tutto quello che un museo contiene. Ma il percorso del MuCA non si ferma di certi qui e, come sottolinea ancora Claudia Coladarci, «il prossimo passo sarà quello di introdurre tavole termoformate e pannelli in Braille, a supporto delle visite tattili e per agevolare la fruizione del bene da parte di ciechi e ipovedenti». Via di questo passo, il museo anagnino sta diventando oramai una tappa fissa per tanti visitatori che, ad esempio, arrivano a Roma da tutto il mondo e non disdegnano di certo un’oretta di autostrada in più fino alla città dei papi.

Anche Ambrogio Spreafico, da sempre attento al connubio fede-cultura, subito dopo la nomina a vescovo anche di Anagni-Alatri, ha visitato il MuCA, rimanendone favorevolmente impressionato e tornandovi poi assieme ad alcuni suoi ospiti. E con questa dimensione e notorietà sempre più vasta, tutto lascia ritenere che quest’anno si possa superare il record, che nel 2022 venne toccato nel mese di novembre, dei 30mila visitatori. Tornando alla presentazione, cui ha presenziato tra gli altri anche il parroco della Cattedrale don Marello Coretti, la visita del museo, con il supporto dell’App, è stata molto apprezzata dai presenti, soprattutto dai bambini che hanno vissuto il museo in un modo nuovo e coinvolgente.

Dal Museo della Cattedrale arriva infine un ringraziamento a KOI Strategie Digitali per la realizzazione dei racconti, delle registrazioni e dell’app e all’associazione MulticomunicamEnte per la collaborazione e per la presenza delle due interpreti LIS, Chiara Grossi e Rossana Fiorini.

 

Igor Traboni

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