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Il vescovo ai ministranti: «Quanto è bello il vostro servizio!»

24 Aprile 2024

Il vescovo ai ministranti: «Quanto è bello il vostro servizio!»

La parrocchia di Trivigliano ha ospitato, domenica 21 aprile, la Giornata diocesana dei ministranti, accogliendo il vescovo Ambrogio Spreafico che ha celebrato Messa, con il parroco don Rosario Vitagliano, don Bruno Durante dell’Ufficio liturgico diocesano, il cancelliere don Claudio Pietrobono, il diacono Vincenzo Pesoli e presenti anche i seminaristi Lorenzo Ambrosi e Lorenzo Sabellico.

Nella domenica del Buon Pastore, proprio da questa figura è partito il vescovo, parlando ai chierichetti presenti: «Gesù è quel pastore che deve tenere unito il gregge, che ne ha la responsabilità, perché nessuna pecora si perda o resti indietro. E’ il pastore che si preoccupa di tutti noi, che ci conosce, che ci chiama per nome. E allora noi non dobbiamo aver paura, anche se talvolta ci nascondiamo, in questa società in cui ci si abitua a tenere tutto per se, a non confidare pene, dolori, fatiche. E poi c’è un altro grande difetto di questo mondo – ha aggiunto il vescovo – e cioè che nessuno sta a sentire. Se uno ci parla, diciamo subito: sbrigati, che ho da fare; se poi ci parla un anziano, allora pensiamo subito: ma quello dice sempre le stesse cose… Gesù invece ci chiama e ci chiede di ascoltarlo. E ascoltare è qualcosa di molto importante nelle nostre vite, nelle relazioni, nel modo di essere con gli altri, nel dare tempo all’ascolto degli altri. In una famiglia spesso succede che uno sta davanti alla tv, un’altra pulisce casa, voi bambini e ragazzi state spesso a chattare con il telefonino, e nessuno parla, nessuno ascolta! Ma così non va bene perché ci abituiamo all’isolamento. Non basta essere connessi in Rete: bisogna essere connessi nella vita, vedersi, ascoltarsi, parlarsi, incontrarsi. Come ogni volta che ci incontriamo nelle nostre comunità, in quello che  Gesù chiama “il recinto”, dove siamo invitati ad entrare. E Gesù ci rende famiglia, comunità, anche nelle nostre diversità: dove trovi oggi un posto dove puoi entrare liberamente? Gesù non scaccia mai nessuno dalla sua casa, tutti possono entrare.  Nel mondo, invece, spesso non è così. Nelle nostre comunità si ascolta la Parola di Dio e alla fine ci si accorge che è possibile essere insieme, perché parliamo tutti la lingua del Vangelo, i canti, le risposte… tutti come un’unica famiglia. E questo è un  po’ un miracolo!»

«E allora – ha rimarcato Spreafico, rivolgendosi ancor più direttamente ai ministranti – quanto è bello il vostro servizio all’altare, perché è un modo per rendere bella la celebrazione ed essere al servizio, perché nella casa di Dio nessuno è padrone, ma tutti siamo al servizio. Certo, poi ci sono le responsabilità, quella del parroco, del catechista; ma tutti siamo servi gli uni degli altri con umiltà, mai con protagonismo e violenza come talvolta avviene nella vita».

Dopo aver ancora una volta ringraziato i ministranti per il servizio che prestano, il Vescovo ha aggiunto: «Se ascoltiamo solo noi stessi c’è un pericolo: il mondo è pieno di mercenari, briganti e lupi, è un mondo violento, che ti vuole acciuffare, portare dalla sua parte. E se non ascolti Gesì arriva uno che pian piano ti ruba i sogni, i pensieri, un po’ come la droga. Un mondo troppo violento, non solo per le guerre ma per la prepotenza, l’incapacità di ascoltare gli altri, per un modo di vivere sempre un po’ troppo duro. Ma non sarebbe più bello trattarci con gentilezza? E invece pensiamo solo a sgambettare, a escludere uno, a parlar male dell’altro: il bullismo è la conseguenza di questa mentalità. I lupi sono pronti: state attenti soprattutto voi giovani. E  allora Gesù chiede anche a noi di essere pastori, perché tutti siamo chiamati a prenderci cura degli altri, anche delle altre pecore. Gesù dice a ognuno: non devi giudicare quelli che non ci sono ma conquistarli, non devi fargli le prediche ma conquistarli con simpatia, affetto, comprensione, solidarietà, amore; questa è una responsabilità che abbiamo tutti, anche voi piccoli dovete essere capaci, con i vostri amichetti e amichette, di comportarvi con simpatia e amore, per dimostrare che voi ascoltate Gesù, e gli altri pian piano capiranno. Non sempre è facile, ma è un impegno per cui vale la pena vivere, perché noi crediamo che la pace è possibile se uno accetta di dialogare con gli altri. E dobbiamo essere pacificatori, laddove ci troviamo: in famiglia, a scuola, al lavoro».

(nelle foto, con un ‘grazie’ a Bruno Calicchia, alcuni momenti della celebrazione)

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