Santa Maria De Mattias – Ger 1,4-9; 1Pt 1,16-21; Gv 20,1-2.11-18

Care sorelle e cari fratelli,

iete qui come ogni anno ad Acuto per celebrare il seme gettato da Santa Maria De Mattias che poi germinerà nella Congregazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo. Quest’anno è un anno particolare perché è l’inizio della memoria dei 190 anni di questo inizio. Ogni memoria riguarda la storia e si riflette sull’oggi, chiamandoci a rileggere il proprio vissuto lungo il tempo, perché secondo la Bibbia la memoria è sempre l’assunzione di una storia nella quale il passaggio e la presenza di Dio ha reso possibile la realizzazione della sua Parola.

Maria De Mattias visse in un tempo difficile, di grande violenza. Ancora giovane aveva visto appese alla porta di Vallecorsa le teste e gli arti di coloro che erano stati uccisi e fatti a pezzi perché erano stati dalla parte delle truppe di Napoleone. Un mondo violento, dove le donne non avevano alcun diritto né peso, oltre a non essere istruite. Si portava nel cuore molte domande e pian piano cominciò a ribellarsi, prima da adolescente e come ogni adolescente, poi pian piano, ponendo le sue inquietudini davanti a Maria e grazie all’incontro con la predicazione di San Gaspare del Bufalo e dei suoi missionari, cominciarono ad affacciarsi le prime risposte.

Capì che doveva scegliere, che doveva immaginarsi e costruire un’alternativa. Così all’interno della Chiesa del suo tempo, lei che era già riconosciuta come maestra a Vallecorsa, fu chiamata ad Acuto, che scelse invece di Villa Santo Stefano. Ma lei ci andò non solo per fare da maestra, ma con il sogno d’iniziare un istituto dedito alla redenzione dell’umanità attraverso il sangue di Cristo. Dalla violenza sanguinaria di Vallecorsa Maria De Mattias aveva intuito che attraverso il sangue di Cristo, vittima innocente, avrebbe potuto creare un nuovo modo di vivere che avrebbe salvato il mondo dalla violenza. Fece sue le parole predicate dai missionari del Preziosismo Sangue e quanto abbiamo ascoltato nella Prima Lettera di Pietro: “Voi sapete che non a prezzo di cose effimere, come argento e oro, foste liberati dalla vostra vuota condotta, ereditata dai padri, ma con il sangue prezioso di Cristo, agnello senza difetti e senza macchia”. Credette a queste parole e furono per lei un grande sogno, nato da una donna in cui si era fatta strada la presenza del Signore trovando in lei la sua manifestazione.

Le letture di questa festa ci aiutano ad entrare in questa vocazione. Geremia era giovane, e quindi sorpreso dalla chiamata di Dio. Il Signore mise la sua parola sulla bocca del profeta perché ne fosse portatore non solo per il suo popolo, ma per il mondo: “Oggi ti do autorità sopra le nazioni e sopra i regni”. Sì, care sorelle e cari fratelli, siamo chiamati ad essere profeti della parola di Dio non solo per il nostro piccolo mondo, in cui spesso rischiamo di chiuderci vedendo solo noi stessi, le nostre fatiche e i nostri limiti, a volte non facendoci aiutare, come invece fece la nostra santa. Siamo in un mondo difficile e complesso. Non si può pensare da soli, perché solo insieme si possono trovare risposte nuove per il tempo in cui siamo. E poi nei tempi difficili, davanti alla violenza e alle paure che si impadroniscono dei cuori e rendono pigri e chiusi, non si può smettere di cercare, di desiderare e sognare che il mondo cambi, ma perché questo avvenga si deve cominciare da se stessi. Maria De Mattias lo capì e, come Maria di Magdala, non rimase imprigionata nelle sue incertezze e nell’insoddisfazione delle donne di Vallecorsa, cercò in Gesù la risposta e con audacia evangelica intraprese una strada nuova.

Sì, cari fratelli e sorelle, torniamo a cercare il Signore invece di ritirarci impauriti davanti alle domande di salvezza della gente del nostro tempo. Il Signore ci chiama per nome, come chiamò per nome Maria di Magdala, per dirci quanto sa chi siamo e quanto vorrebbe che continuiamo a cercarlo per stare con lui e diventare missionari della sua parola di pace e di amore. Non si tratta di un problema istituzionale. Non si tratta solo di decidere se chiudere qui o là. Si tratta di chiederci tutti personalmente e come comunità: che cosa ci chiede oggi il Signore per il mondo in cui siamo? Non possiamo rassegnarci a un mondo violento, né all’indifferenza che non fa più piangere neppure davanti a migranti che muoiono in mare o ad anziani che muoiono negli istituti abbandonati a se stessi né a giovani che sembrano accettare un mondo violento e rissoso, dominato da faccendieri senza scrupoli che vogliono solo rovinare la loro vita e il loro futuro, perché il mondo gira la faccia da un’altra parte. Non possiamo dare ragione alla forza delle armi perché venga la pace, accettando la guerra come fosse normale. Insomma, care sorelle Adoratrici del Sangue di Cristo, guardiamo il crocifisso e ognuno di noi si chieda: dove sono io? Dove siamo insieme? Siete una ricchezza per questa terra, dove siete nate, siete una ricchezza anche in questo tempo per chi cerca dalla giovane età un orientamento di vita e di senso.

Santa Maria De Mattias ci aiuti e porci di nuovo la domanda dell’inizio, quando abbiamo cominciato a seguire Gesù e non noi stessi. Lì sta il segreto e la gioia della nostra conversione, del futuro della missione della Chiesa nel mondo, anche il presente e il futuro per voi per essere segno eloquente della presenza amorevole del Signore, dono di Dio alla nostra vita e al mondo. C’è di nuovo urgenza di una rivoluzione evangelica di amore, perché il mondo ritrovi la via della pace e della fraternità. Chiediamo al Signore, per intercessione di Santa Maria De Mattias, la grazia di esserne tutti missionari gioiosi e generosi. Amen!

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