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La lettera di Natale del vescovo

19 Dicembre 2023

La lettera di Natale del vescovo

Vi annuncio una grande gioia

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Gli Angeli di Natale

 

 

Alla Chiesa di Anagni-Alatri

 

Carissimi,

nel presepe e in tutte le rappresentazioni del Natale non possono mancare gli angeli, che hanno accompagnato l’intera vita di Gesù, ma in particolar modo gli eventi legati alla sua nascita. E’ l’arcangelo Gabriele a dare l’annuncio a Maria: “Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù”. E un angelo appare più volte in sogno a Giuseppe e gli spiega quanto accade e come deve accogliere la volontà di Dio.

E’ ancora un angelo a dare ai pastori di Betlemme la buona notizia: “Oggi, nella città di Davide, è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore”. E subito dopo un esercito celeste di angeli intona il canto di Natale: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che Egli ama”. E’ difficile, dunque, immaginare un presepe senza angeli. Nel crogiolo dell’ansia e dello smarrimento dei nostri giorni, allora, ho deciso di farmi aiutare da loro per i tradizionali auguri di Natale. Chiedo agli angeli del presepe le parole e i consigli giusti perché il nostro Natale non sia semplicemente una festa di compleanno, ma un vero e proprio inizio.

Gli angeli, i nostri protettori e custodi

Sto già immaginando il sorriso divertito di qualcuno e la facile ironia di qualche altro. Mi rendo perfettamente conto di come ogni discorso riguardante gli angeli sia irto di difficoltà. Infatti più di qualche teologo, nella sua sintesi dottrinale, si mostra piuttosto reticente sull’argomento e, se ne parla, si limita ad accenni rapidi e sbrigativi. Un certo disagio sul tema va rilevato anche nell’insegnamento teologico di università e seminari, nella catechesi e nella predicazione.

Ho deciso ugualmente di accettare il rischio della facile ironia o del sorriso distaccato di qualcuno, partendo dalle parole della nostra professione di fede: “Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili”. All’invisibile creato appartengono, quali membri della famiglia cosmica di Dio, anche gli angeli che, come afferma San Gregorio Magno, “sono coloro per mezzo dei quali viene dato un annuncio” (“anghelos” in greco vuol dire “messaggero”).

Secondo il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica “gli angeli sono creature puramente spirituali, incorporee, invisibili e immortali, esseri personali dotati di intelligenza e di volontà. Essi, contemplando incessantemente Dio faccia a faccia, lo glorificano, lo servono e sono suoi messaggeri nel compimento della missione di salvezza per tutti gli uomini”.

Il primo compito degli angeli è l’adorazione di Dio Uno e Trino. Il secondo li rivolge agli uomini per i quali essi svolgono una missione di annuncio, protezione e sostegno. Teologo e vescovo vissuto nel IV secolo dopo Cristo, San Basilio Magno affermava: “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla vita”. Gli angeli partecipano alla santità divina e, siccome la santità di Dio si traduce nell’amore con cui illumina e dona la vita agli uomini, anche gli angeli sono partecipi di questa funzione di aiuto, sostegno e custodia del mondo umano.

L’angelo dei pastori 

Ritorno agli angeli di Natale e del presepe, sfogliando una pagina del Vangelo di Luca e lasciandomi prendere dall’incanto che essa comunica:

C’erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all’aperto, vegliavano tutta la          notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò a loro e la            gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande timore, ma l’angelo disse      loro: «Non temete: ecco, vi annuncio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo. Oggi,             nella città di Davide,  è nato per noi il Salvatore, che è il Cristo Signore. Questo per voi il      segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia».

L’angelo si rivolge ai pastori e la luce di Dio inonda la vita grama e difficile di questi esclusi. L’incontro cambia la notte dei pastori, che viene avvolta di luce, e cambia i pastori stessi. Sentono che, con l’angelo, la realtà divina entra nella loro vita. Non possono continuare a vivere come prima. E’ il loro cuore che viene cambiato. Le parole dell’angelo, che eliminano la paura e infondono fiducia, annunciano la grande gioia destinata a tutti gli uomini amati da Dio.

Anche in questo Natale l’angelo dei pastori scenderà per ognuno di noi e ognuno di noi, come i pastori, sarà avvolto da una grande luce e non sarà mai più solo.

Tutti veniamo al mondo per non morire più. La vita, per tutti e sempre, è il grande dono di Natale, il dono del Salvatore, Cristo Signore, che viene a risanare le nostre ferite, a liberarci da tutto ciò che ci opprime e, soprattutto, dalla morte.

Gloria a Dio!

All’angelo dei pastori si aggiunge la schiera degli angeli celesti che loda Dio cantando:

Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomini che Egli ama”.

La nascita di Cristo è l’annuncio gioioso dell’Amore di Dio per gli uomini. Dio scrive una pagina decisiva per l’avventura del mondo e vuole prendere possesso del nostro cuore, in modo tale che la nostra vita sia trasformata. Gli angeli, con il loro canto, uniscono Cielo e terra. Portano il Cielo nella nostra vita e guidano la nostra vita a riposare sul cuore di Dio.

Il Natale non è una fiaba o un idillio che risveglia in noi l’incanto e l’innocenza dell’infanzia. Natale ci dice che Dio prende sul serio il mondo: “Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3,16).

Gli angeli del presepe

Gli angeli del presepe ci ricordano che il Natale si rinnova nella vita di tutti i giorni, lì dove facciamo il nostro lavoro, lì dove custodiamo quanto Dio ci ha affidato, lì dove portiamo avanti con cura i compiti che ci spettano, lì dove facciamo i conti con le persone e i problemi di sempre. Ma il Natale ci ricorda anche che dietro tutto ciò brilla lo splendore di Dio!

Il suo figlio unigenito, Gesù,  è nato per noi, per venire dentro di noi. Vuole che siamo ben consapevoli di questa sua presenza. La sua luce brilla nelle nostre tenebre. La sua bontà si incrocia con i nostri malumori. Il suo amore scorre proprio là dove ci sentiamo duri e aridi.

Facciamo un buon Natale lasciando che gli angeli del presepe ci conducano a sentirci più leggeri nella gioia di vivere. Lasciamo che ci ripetano che Dio ci ama, è contento di noi e non ci lascerà mai soli. Sicuramente anche noi riceveremo le ali per elevarci e guardare con sapienza la vita di tutti i giorni e far si che il Cielo si apra sopra di noi e le persone che dovremo custodire.

Dio dunque ci ama. E noi come rispondiamo?

Da poche settimane abbiamo intrapreso il secondo anno del “cammino sinodale” con i cantieri di Betania impegnandoci a crescere nella capacità di ascolto, di condivisione, di partecipazione e di corresponsabilità. I giorni che stiamo vivendo non sono facili. E l’inverno che ci aspetta (non solo quello meteorologico) sarà lungo e difficile: guerra, inflazione, pandemia, crisi climatica metteranno a dura prova la nostra buona volontà, la nostra  capacità di aprirci verso l’altro e rischieremo facilmente di cadere nell’indifferenza che crea solitudine, emarginazione e “scarto”. Dovremo ricordarci che siamo quelli che Dio ama, quelli che scelgono l’ascolto cordiale, la responsabilità, la solidarietà, che è un tutt’uno con la fraternità, e il servizio umile e disinteressato. Questo è il mondo sognato da Dio, che nella Bibbia viene chiamato “Regno di Dio”.

Gli angeli del presepe ci augurano Buon Natale e ci invitano ad essere angeli per tutti coloro che il Signore ci affida. Che la nostra vita possa riverberare la luce di Dio e sia l’annuncio gioioso che Egli non si è stancato dell’umanità. Che possiamo essere per tutti un vero angelo custode, soprattutto per le persone in difficoltà vicine e lontane. E che la nostra custodia sia concreta, discreta, umile, rispettosa, gioiosa, sincera, disinteressata.

… aprire il cuore al Signore che viene

Pace in terra agli uomini, che Dio ama”. Prima della nostra fede in Lui viene la Sua fiducia in noi. Dio guarda più alla sofferenza dei suoi figli che non al loro peccato. Noi siamo “amati dal Signore”. E questa convinzione luminosa la dobbiamo trasmettere a tutti. E’ questo contagio di luce il dono più grande che possiamo fare agli altri. L’ansia, lo smarrimento, i problemi e le difficoltà di ogni genere punteggeranno spesso il nostro cammino, ma “un’ostinata speranza ci fa levare la testa e aprire il cuore al Signore che viene. E la ragione è una sola ed è scritta a chiare lettere nel Vangelo di Giovanni: «La luce splende nelle tenebre e le tenebre non l’hanno vinta»” (Primo Mazzolari).

La stessa luce illumina il volto di ogni uomo, ma sta a noi riconoscerla e farla nostra nella bellezza della preghiera e della liturgia e nel calore di relazioni umane autentiche.

Accumulare questa luce e rilasciarla quanto e più possibile è la nostra vocazione, la nostra aspirazione … e saremo veri angeli custodi degli altri. Con l’infinita pazienza di ricominciare sempre, come fa Dio con noi in ogni Natale.

A tutti Voi, alle Vostre Famiglie e alle persone che portate nel cuore: Buon Natale!

Con l’affetto di sempre

 

Anagni, 11 dicembre 2022

3^ Domenica d’Avvento

+ Lorenzo Loppa

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