La revoca della concessione della Certosa all’associazione Dignitatis Humanae Institute è da ritenersi a tutti gli effetti esecutiva, come peraltro già deciso dal Tar, e quindi la Dhi dovrà liberare il complesso di Trisulti. Lo ha deciso il Consiglio di Stato che ha respinto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Dhi avverso la sentenza del Tar che aveva per l’appunto stabilito la revoca della concessione. Si mette così una parola probabilmente definitiva  ad una vicenda che si trascina da oltre due anni, da quando cioè il Ministero dei Beni culturali concesse la gestione della Certosa all’associazione, salvo poi revocarla per la mancanza dei requisiti che invece la Dhi aveva prodotto, ma in maniera ritenuta falsa, per rispondere al bando.
A questo punto si apre tutta la partita successiva per la gestione della Certosa, con varie ipotesi già in campo, anche se non c’è nulla di definito e tanto meno di definitivo.
Sulla vicenda è intervenuto anche il vescovo di Anagni-Alatri Lorenzo Loppa, che negli anni ha esperito, purtroppo inutilmente, tutti i tentativi possibili per trovare qualche ordine religioso disposto a subentrare ai Cistercensi di Casamari, che a suo tempo hanno lasciato la Certosa: «La diocesi – ha detto il presule ribadendo e dando ulteriore forza a quanto già sostenuto nel recente passato – non rivendica alcun ruolo di capofila nella gestione futura della Certosa; siamo solo interessati al fatto che possa continuare una linea di tradizione, innervata di spiritualità, preghiera e silenzio. Ci muoveremo solo per riaprire una finestra pastorale, chiedendo a chiunque ne sarà il gestore la possibilità di poter celebrare nella chiesa del complesso monastico, soprattutto al sabato sera e alla domenica. Siamo pronti a farci carico di questo, come peraltro già avviene per il vicino santuario della Madonna delle Cese».
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