L’abbraccio tra le pastorali giovanili delle due diocesi e la Comunità di Taizé

Il 13 giugno scorso alcuni membri  dell’equipe della Pastorale giovanile della diocesi di Anagni-Alatri e di quella della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino hanno partecipato all’incontro con un rappresentante della Comunità di Taizé, presenti tra gli altri don Francesco Frusone, responsabile della pastorale giovanile e vocazionale della diocesi di Anagni-Alatri, don Giorgio Tagliaferri, anima della Comunità Agape, Simona Mastrantoni della diocesi di Frosinone-Veroli-Ferentino e il sottoscritto. L’incontro si è svolto nella Comunità Agape, nella zona di Tecchiena di Alatri, dove il missionario ha passato qualche giorno della sua permanenza in Italia. I giovani hanno così potuto ascoltare non solo con le orecchie, ma anche con il cuore, la sua testimonianza. Quella di Taizé è una comunità cristiana ecumenica internazionale fondata nel 1940 da frate Roger Schutz in Francia. Oggi questa comunità conta un centinaio di fratelli cattolici e di diverse origini evangeliche, provenienti da circa 30 nazioni. La parabola di comunione che si vive nella comunità è quella di riconciliazione tra cristiani divisi e tra popoli separati. I fratelli vivono unicamente del loro lavoro, non accettano regali né per sé stessi né per le proprie eredità personali, ma cercano sempre di donare i loro averi ai più poveri. Tanti uomini di Chiesa si sono recati nella comunità di Taizé in Francia, tra cui San Giovanni Paolo II, quattro vescovi di Canterbury, alcuni vescovi metropoliti Ortodossi, i 14 Vescovi luterani di Svezia e numerosi Pastori del mondo. La stessa comunità sarà presente all’evento “Togheter” voluto da papa Francesco a Roma il 30 settembre 2023 e a cui le diocesi di Anagni-Alatri e di Frosinone-Veroli-Ferentino parteciperanno. I giovani della Pastorale giovanile hanno anche avuto l’occasione di uno scambio di contatti con Frate Paolo per organizzare un eventuale viaggio pastorale nell’estate del 2024. La serata si è conclusa con una preghiera e un’abbondante cena cucinata dalla comunità Agape.   Carlo Cerasaro   (nella foto, da sinistra: Carlo Cerasaro, frate Paolo, don Francesco Frusone e Simona Mastrantoni)

Da Tecchiena al mondo: il ricordo del Nunzio Tagliaferri, artefice della distensione Cuba-Vaticano

Un grande artefice della pace e della distensione internazionale, con la sua azione diplomatica nella Repubblica Centrafricana, in Perù, Spagna, Francia ma soprattutto a Cuba. Questo è stato monsignor Mario Tagliaferri, originario di Tecchiena di Alatri, cui è dedicato un incontro commemorativo che si terrà venerdì 23 giugno a Casamari e che, grazie ad alcune preziose testimonianze, ne traccerà la figura non solo del diplomatico, ma anche del nunzio e del missionario. Ma è in particolare alla sua azione diplomatica che si deve l’opera di distensione tra Cuba e il Vaticano. Dopo la morte di Fidel Castro, infatti, il Paese centroamericano aveva voltato pagina ma il suo rapporto con il Vaticano era rimasto forte e collaborativo e in continuo dialogo. Durante un incontro tra Castro e Giovanni Paolo II quest’ultimo chiese tra l’altro la fine dell’embargo. L’operato di monsignor Mario Tagliaferri fu quindi propedeutico anche per una distensione non soltanto tra Cuba e il Vaticano ma anche con gli Stati Uniti e l’Occidente. Mario Tagliaferri nacque a Tecchiena nel 1927 e la popolosa contrada gli ha dedicato la piazza principale, peraltro proprio nei pressi della casa natale. Ordinato sacerdote nel 1950 dall’allora vescovo di Alatri Edoardo Facchini, 20 anni dopo arrivò anche la nomina a vescovo e quindi l’inizio di una intensa attività come nunzio apostolico in tutto il mondo, ma sempre mantenendo i tratti del buon sacerdote “di paese”, amico di tutti e a tutti vicino, fino alla morte avvenuta nel 1999 a Parigi. All’incontro commemorativo farà gli onori di casa l’Abate di Casamari, dom Loreto Camilli, alla presenza tra gli altri di don Antonio Castagnacci, presidente dell’Associazione intitolata proprio a monsignor Mario Tagliaferri nonché parroco di Tecchiena e di altri ospiti (nella locandina trovate il programma completo). Il prefetto emerito della Congregazione per il Culto divino e la disciplina dei Sacramenti, il cardinale Robert Sarah, che già in diverse circostanze ha partecipato alle commemorazioni in onore di Tagliaferri, non ha potuto presenziare all’incontro di Casamari, ma ha fatto sapere che celebrerà una Messa il 26 luglio prossimo presso la Concattedrale di San Paolo ad Alatri.

Anagni ha rinnovato la devozione a Sant’Antonio

Il 13 giugno scorso la Chiesa cattolica ha festeggiato Sant’Antonio di Padova, frate francescano venerato in tutto il mondo. Fernando Martins de Bulhoes, noto per l’appunto come Antonio da Padova, nacque in realtà a Lisbona, nel 1195, e venne proclamato santo da Papa Gregorio IX nel 1232 con conseguente titolo di dottore della Chiesa nel 1946. I molti viaggi da lui compiuti nel 1221 lo portarono ad Assisi, dove vide e ascoltò Francesco d’Assisi, ma non lo conobbe mai di persona. Dopo diversi spostamenti, anche a Forlì, morì a 35 anni presso Padova. Ad Anagni il culto di Sant’Antonio è molto diffuso e il 13 giugno, infatti, si sono susseguite tre celebrazioni durante la giornata presso la chiesa di Sant’Angelo, tra cui l’ultima delle 18 celebrata dal Vescovo emerito Lorenzo Loppa, il quale ha benedetto e distribuito il tradizionale pane. Il sabato successivo, 17 giugno, tra le vie della città è seguita la processione con la statua del Santo. Sant’Antonio è stato portato a spalla per le molte vie del centro storico grazie all’impegno degli “spallatori” della Confraternita di Sant’Antonio di Padova, capitanata dal Priore Angelo Principia. Questo sodalizio conta più di 70 confratelli e tende a conseguire finalità religiose e di culto, proponendo un cammino di catechesi, realizzando anche iniziative di impegno sociale per la difesa dei diritti umani, alla luce dei valori di amore cristiano profusi dalla Croce. Gli stessi don Francesco Frusone e don Bruno Durante, che hanno celebrato la Messa e guidato la successiva processione, hanno ricordato la grande devozione degli anagnini verso il santo di Padova. Prima del rientro della processione il popolo ha assistito ad un grande spettacolo pirotecnico nella centralissima piazza Cavour tra applausi e commozione.   Carlo Cerasaro

Vocazioni, giovani, Gmg. E un’altra tappa per due seminaristi…

I due seminaristi della diocesi aggiungono in questi giorni un altro tassello nella cornice del loro cammino verso il sacerdozio, con l’ammissione tra i candidati agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato. La prima cerimonia riguarderà Lorenzo Ambrosi, durante la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico e che si terrà nella chiesa di San Pietro, a Fiuggi, domenica 25 giugno con inizio alle 17. Lorenzo Ambrosi, 23 anni, è originario proprio di Fiuggi ed è entrato in seminario, al Leoniano di Anagni, a 19 anni, dopo la maturità conseguita al liceo scientifico della sua città. A far festa attorno a Lorenzo ci saranno i genitori Luciano e Paola Severa, la sorella Michela, il parroco di San Pietro, don Alberto Ponzi, parenti, amici e i fedeli di Monte San Marino, dove il giovane seminarista sta ora svolgendo il suo servizio pastorale, guidato da don Antonio Castagnacci. Nel pomeriggio di sabato 15 luglio sarà invece la volta di Lorenzo Sabellico, anche lui, come detto, per l’ammissione agli ordini sacri del diaconato e del presbiterato. Ma ci si sposterà a Fumone, e  più precisamente nella parrocchia di località Pozzi dedicata a San Pietro Celestino e San Paolo VI, sempre alla presenza del vescovo Ambrogio Spreafico e peraltro significativamente nel corso della visita pastorale che il presule in quei giorni effettuerà proprio a Fumone. Anche Lorenzo Sabellico è entrato in seminario ad Anagni nel 2009, dopo aver conseguito la maturità classica al liceo di Casamari, e sta svolgendo il suo servizio pastorale nella zona di Tecchiena. Ad accompagnarlo in questa tappa ci saranno i genitori Sandro e Cinzia, don Roberto Martufi, parroco anche della chiesa di Santa Maria Annunziata a Fumone centro, amici e parenti. Una doppia festa che ci dà però anche l’occasione per gettare uno sguardo sulle vocazioni in diocesi e sulla pastorale vocazionale che da qualche anno è stata unita a quella giovanile e affidata a don Francesco Frusone, parroco ad Anagni. «E si tratta di una pastorale che nel suo insieme – argomenta subito don Frusone – si muove con l’intento di dare un orizzonte vocazionale alle attività portate avanti per i giovani e che vuole essere anche “trasversale” ai vari Uffici e alle altre pastorali diocesane, collaborando laddove è possibile. Anche perché per vocazione non si intende solo la chiamata al sacerdozio o alla vita consacrata, ma tutte le varie dimensioni della vita e dunque anche quella laicale e del metter su famiglia». E proprio da quest’ultimo punto di vista il responsabile diocesano della pastorale giovanile e vocazionale sottolinea con piacere quello che è stato il tema dell’ultima Giornata delle vocazioni, vissuta in maniera intensa anche nella diocesi di Anagni-Alatri «con la rappresentazione di un poliedro, un meraviglioso poliedro, che ha messo a tema proprio le diverse sfaccettature della vita, gli orizzonti che interpellano i giovani». Ma la proiezione è ora alla Giornata mondiale della gioventù, a Lisbona, verso la quale i ragazzi della diocesi di Anagni-Alatri muoveranno in torpedone assieme ai coetanei della diocesi limitrofa (e dal novembre scorso unita in persona episcopi) di Frosinone-Veroli-Ferentino, con le due pastorali che peraltro stanno lavorando insieme in maniera proficua e con unità di intenti, come rimarca ancora lo stesso don Frusone. Alcuni incontri stanno preparando al meglio questi ragazzi, ma anche i loro accompagnatori, ad entrare nello spirito della Gmg: venerdì 23 giugno nella parrocchia di Mole Bisleti, l’8 luglio con un pellegrinaggio a piedi sul sentiero di San Giovanni Paolo II, a Piglio, e prima della partenza per il Portogallo si ritroveranno con il vescovo Spreafico (la data verrà resa nota nei prossimi giorni) nella chiesa del Sacro Cuore a Frosinone. Igor Traboni (nella foto, Lorenzo Sabellico, a sinistra, e Lorenzo Ambrosi)

Il vescovo: «Giovani, fate delle scelte». La cronaca e le foto della cerimonia per il seminarista Lorenzo Ambrosi

Una cerimonia sentita e partecipata, presieduta dal vescovo Ambrogio Spreafico e tenutasi nella chiesa di San Pietro a Fiuggi nel pomeriggio di domenica 25 giugno, ha fatto da cornice all’amissione dagli ordini sacri del diaconato e del presbiterato di Lorenzo Ambrosi. Originario di Fiuggi, 23 anni, Lorenzo è entrato nel seminario regionale di Anagni nel 2019 ed entra ora nella fase finale degli studi, prima dell’ordinazione diaconale e poi di quella sacerdotale. Per questa cerimonia monsignor Spreafico ha utilizzato il formulario liturgico per le vocazioni agli ordini sacri. Nel corso dell’omelia si è poi rivolto a Lorenzo e ai tanti fedeli presenti, commentando la prima lettura, ovvero il brano della vocazione di Samuele,  invitando il giovane seminarista e l’assemblea tutta all’ascolto quotidiano della Parola di Dio, «l’unica – ha rimarcato il presule – che dà sostegno e calore al cuore umano e alle scelte della vita». Nel commento al brano del Vangelo – quello sulla chiamata del giovane ricco che va da Gesù e gli chiede cosa fare per avere la vita eterna – il Vescovo ha ribadito l’importanza «di fare delle scelte nella vita. E a volte anche delle rinunce, pur di realizzare la propria vocazione.». Alla celebrazione hanno preso parte numerosi sacerdoti della diocesi di Anagni-Alatri e, tra gli altri, il parroco don Antonio Castagnacci della parrocchia di ministero di Monte San Marino dove Lorenzo svolge ora ministero pastorale, don Alberto Ponzi, parroco di Fiuggi e vicario generale,  il vicerettore del Seminario Leoniano di Anagni don Antonio Scigliuzzo e don Angelo Conti padre spirituale del Leoniano. Nutrita, come detto, la partecipazione di tutta la cittadina di Fiuggi alla celebrazione, ad iniziare da tanti amici e parenti di Lorenzo.

Nasce a Piglio la Milizia dell’Immacolata del Lazio

Il convento di San Lorenzo a Piglio ha ospitato l’incontro per la costituzione ufficiale del Consiglio regionale della Milizia dell’Immacolata del Lazio.  La scelta di questo luogo non è  stata affatto casuale perché qui, nel 1937, padre Quirico Pignalberi ospitò il confratello Massimiliano Kolbe, fondatore della Milizia e i due ebbero modo di parlare anche di questa nuova associazione di fedeli. Una scelta che ha onorato padre Angelo Di Giorgio nella doppia veste di responsabile del convento di San Lorenzo ed assistente spirituale del gruppo della Milizia intitolato proprio al venerabile Pignalberi, nonché Giorgio Alessandro Pacetti, che ne è il presidente. La Milizia dell’Immacolata è una associazione pubblica Internazionale di diritto pontificio fondata, come detto,  da san Massimiliano Maria Kolbe, il 16 ottobre 1917 e che è stata poi riconosciuta dal Pontificio consiglio per i Laici il 16 ottobre 1997. Ma torniamo alla formazione del Consiglio regionale della Milizia dell’Immacolata del Lazio, la cui elezione si è svolta presso la sala capitolare dello storico convento fondato da San Francesco, nel pomeriggio di sabato 10 giugno.  I 29 militi aventi diritto al voto, facenti parte dei tre gruppi della Milizia (due a Roma, oltre a quello di Piglio) hanno partecipato all’assemblea indetta dal presidente regionale padre Sergio Cognigni e dal presidente nazionale padre Savino, giunto  dalla Sicilia. L’assemblea elettiva, composta dai tre presidenti dei gruppi e dagli assistenti spirituali padre Angelo Di Giorgio e padre Angelo D’Onofri, ha votato i membri del Consiglio del Lazio che resterà  in carica per quattro anni. Questo l’esito delle votazioni: Giuliana Della Penna, presidente; Antonio Graziani, vice presidente; Antonio Di Placidi, Enza Todaro, Loredana Orefice e Giuseppe Secco di Anagni, consiglieri.  Gli eletti hanno poi accettato pubblicamente l’incarico designato su richiesta dell’assistente regionale padre Cognini che ha sollecitato il neo consiglio a vivere in fraternità, evitando divisioni e in collaborazione con gli altri gruppi. Padre Savino, nel riportarsi allo Statuto nazionale dell’associazione, ha augurato al nascente direttivo un buon cammino sotto la materna guida dell’Immacolata e l’intercessione di san Massimiliano Kolbe e sotto la protezione dei sei padri cofondatori della Milizia, auspicando infine che anche nel Lazio nascano altri gruppi, sull’esempio della Sicilia dove sono già molto numerosi.  

Anagni: la Contrada Trivio sempre più impegnata nel sociale

Nella serata di venerdì 16 giugno la Contrada Trivio di Anagni ha tenuto un corso di primo soccorso presso la parrocchia di San Giovanni de Duce. L’incontro, organizzato in un’unica lezione, era rivolto a tutti coloro che avevano volontà di imparare le manovre di primo soccorso, tra cui: il riconoscere una situazione di emergenza/urgenza, il massaggio cardiaco, l’uso del defibrillatore e le manovre di disostruzione. Il corso, partecipato da 33 allievi di tutte le età, è stato molto compartecipato, con spunti interessanti di riflessione grazie ai tanti interventi dei presenti. Il corso è stato tenuto da SOS Formazione di Simona Prosperi, in collaborazione con l’AVESS Emergency di Isola del Liri. I formatori Salvo, Simona e Chiara hanno potuto spiegare teoricamente e praticamente come affrontare i pericoli che si possono trovare nei diversi scenari di emergenza. Al termine del corso, i partecipanti si sono cimentati nell’esame finale sia teorico che pratico. Dopo un piccolo rinfresco, la serata si è conclusa con la consegna di un defibrillatore nelle mani del Capocontrada Carlo Cerasaro e del Presidente Padre Florent Kasai, insieme a tutti i partecipanti. Come dichiarato dai vertici della Contrada Trivio il dispositivo verrà messo a disposizione della cittadinanza, in uno dei luoghi del Rione Trivio. Un evento questo che ha riconfermato l’impegno sociale della Contrada Trivio rispettando lo spirito per cui è nata tanti anni fa dall’idea dell’allora vescovo Belloli.

Ricordato il Nunzio Tagliaferri: uomo umile, di fede e di pace

E’ stato un evento che ha lasciato davvero il segno e toccato il cuore degli ospiti e dei convenuti quello tenutosi venerdì 23 giugno a Casamari, per la commemorazione e il ricordo di monsignor Mario Tagliaferri, il Nunzio vaticano originario di Tecchiena che ha operato in diverse parti del mondo, ad iniziare da quella Cuba degli anni più difficili, contribuendo non poco alla distensione dei rapporti con la Santa Sede e con l’Occidente in generale. E’ stata dunque una giornata di fede e cultura quanto mai intensa, con tutti i relatori hanno che avuto parole di apprezzamento per il proficuo lavoro diplomatico svolto a suo tempo da don Mario. L’Abate di Casamari, dom Loreto Camilli, ha voluto ricordare l’amicizia che legava monsignor Mario Tagliaferri a dom Nivardo Buttarazzi: «Due persone ciociare e che hanno fatto la storia – ha ricordato dom Camilli –  Monsignor Tagliaferri è stato un uomo di fede, umile, e l’umiltà come ci racconta il Vangelo, gli ha permesso di essere un uomo grande al servizio della Chiesa e della società, un uomo della nostra terra, una terra che ha dato tante figure e tanti personaggi che hanno lavorato per il bene e il progresso della società non solo in Ciociaria. Ed una di queste figure è proprio monsignor Mario Tagliaferri>. Il presidente della Associazione Mario Tagliaferri, don Antonio Castagnacci, che ha avuto modo di conoscerlo, ha ricordato tutte le tappe del diplomatico narrando alcuni passi dell’omelia del cardinale Robert Sarah (Prefetto emerito della Congregazione del culto divino e la disciplina dei sacramenti) nel corso di una precedente commemorazione:  “Persona amabilissima e grande uomo di fede. Egli vedeva il suo servizio come nunzio un servizio al vangelo. Portatore di pace in tutti i Paesi dove esercitò il suo ministro”. Don Antonio, che tra l’altro ora è proprio parroco nella Tecchiena di Tagliaferri, ha così ricordato anche l’enorme figura del fine diplomatico apprezzato sia dalla Chiesa che dai governi dove egli operò, dall’Africa, all’ America Latina e all’Europa. Hanno portato i saluti con la loro presenza Enrique Gonzales,  ministro consigliere dell’ambasciatore di Cuba presso la Santa Sede, Renèe Mujica Cantelar (costretto a declinare l’invito in quanto ricevuto da papa Francesco insieme al presidente di Cuba Miguel Diaz-Canel). Presente anche il nuovo ambasciatore della Repubblica del Venezuela Carlos Eduardo Garcia, che  ha portato i saluti del presidente Nicolas Maduro e del ministro degli esteri Yvan Gil Pinto. Gradita anche la presenza e l’intervento di padre Antonio Pelayo Bombin, consigliere ecclesiastico dell’ambasciata di Spagna presso la Santa Sede, il quale, prima dell’evento a Casamari, accompagnato da Dario Ceci  di Patto Civico e da Bruno Gatta della Associazione monsignor Mario Tagliaferri, è stato ricevuto dal parroco della Concattedrale di San Paolo ad Alatri don Walter Martiello . Si è intrattenuto per un momento di preghiera davanti la sepoltura di monsignor Mario Tagliaferri, complimentandosi altresì per la bellezza e il decoro della chiesa. Padre Antonio ha così conosciuto la storia del Miracolo dell’Ostia Incarnata e quella della Beata Suor Maria Raffaella Cimatti. Padre Antonio, che ha conosciuto personalmente monsignor Tagliaferri,  nel suo intervento a Casamari  ha voluto portare i saluti della ambasciatrice di Spagna presso la Santa Sede Donna Isabel Celaà. «Monsignor Tagliaferri – ha ricordato padre Antonio – fu nominato nunzio in Spagna da san Giovanni Paolo II il 20 luglio 1985 e rimase a Madrid per 10 anni. Ma precedentemente San Paolo VI lo nominò pro-nunzio nella Repubblica Centrafricana, Congo e Ciad. Dopo un difficile quinquennio fu trasferito a Cuba dove in soli tre anni sviluppò un’intensa attività apostolica». Padre Antonio ha ricordato il lavoro di monsignor Tagliaferri in tutte le nunziature con particolari riferimenti a Cuba, Spagna e Francia. Il suo lavoro non fu certo facile. Sempre padre Antonio ha voluto ricordare un fatto narrato da Joaquin Navarro Valls nel suo libro “I miei anni con Giovanni Paolo II”. L’allora portavoce vaticano narra che un giorno, nel corso di un pranzo nella nunziatura al quale era presente anche il cardinal Sodano, il nunzio espresse la sua opinione secondo la quale in Spagna non ci sarebbero stati laici ben formati per la vita pubblica, e che gli sembrava di gran lunga migliore il modello italiano. Opinione non condivisa da Navarro che osserva, dal suo punto di vista, che “i partiti al potere in Italia negli ultimi 10 anni hanno rispettato il pluralismo più che in Spagna, dove si è verificata una sorta di depurazione di cattolici nella vita pubblica”. «Sono trascorsi 30 anni da quello scambio di idee – ha concluso padre Antonio Bombin – e lascio a voi l’opportunità di giudicare circa l’evoluzione delle circostanze politiche in Italia e la partecipazione dei cattolici nella politica di questo paese».  

Al Leoniano la “Settimana biblica di Anagni”

Da martedì 4 luglio a venerdì 7 il Collegio Leoniano ospiterà la nuova edizione della “Settimana biblica di Anagni”, organizzata dall’Associazione biblica italiana, sul tema “Con molte parabile annunciava loro la parola”, relatore il professor don Francesco Filannino. Nella giornata inaugurale di martedì ci sarà una introduzione generale alle parabole e altre due relazioni su “Il discorso parabolico sul regno di Dio”. La giornata di mercoledì 5 sarà invece dedicata a questi temi: “Le parabole: rivelazione di Cristo e della Chiesa” e “Le trilogie matteane”. Giovedì 6 al centro delle relazioni ci saranno invece le parabole di Luca, prima delle conclusioni dell’ultimo giorno di lavori. Per maggiori informazioni ci si può rivolgere al Leoniano (referente don Pasquale Bua) o alla Associazione biblica (referente don Roberto Mariani). La partecipazione a questa iniziativa è valida come corso di aggiornamento, inoltre, se accompagnata dalla stesura di un elaborato, consente di conseguire 4 crediti. Tutte le ulteriori informazioni sono comunque disponibili sulla locandina e sul sito del Leoniano.